Perugia: «Risolvere problema ‘barriere’»

Giampiero Tamburi, coordinatore ‘Perugia social city’: «Barriere architettoniche, il Comune sia più sensibile sul tema. Non ci sono solo le buche»

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Problema buche, ma non solo. «Ci sono tante barriere architettoniche a Perugia, anche nel centro storico che cerca, così affannosamente, il turismo. Un problema non marginale e non secondo nei confronti di altri e che rispecchia in pieno le difficoltà di chi ne deve, per forza, usufruire». La denuncia è di Giampiero Tamburi, coordinare di ‘Perugia: social city’.

La premessa «In questi – specifica – giorni, come apri un giornale qualsiasi di una qualsiasi parte del paese, o leggi articoli su internet, o guardi i telegiornali, non si fa che parlare di buche… buche e ancora buche sulle strade delle nostre città. Sì, perché non è solo un problema di Perugia ma un problema che interessa l’intero territorio nazionale o quasi, come se una tremenda pandemia avesse colpito tutta la rete stradale, urbana e non, dell’intera Italia. Questa è una questione che comprende tutto il territorio ma, ora come ora, personalmente mi interessa rapportare questo problema della nostra città, Perugia, con delle esigenze, ben più interessanti e gravi che debbono avere la priorità e l’attenzione delle istituzioni onde essere prese in considerazione e risolte nel minor tempo e nel miglior modo possibile. Quando si parla di accessibilità e sicurezza delle strade, si dovrebbe tenere sempre presente, in prima istanza, l’assoluta necessità di togliere il più possibile, fino alla completa sparizione, in un modo immediato e concreto, le barriere architettoniche che ancora, purtroppo, sono lo specchio di una vera inciviltà sociale, sia pratica che morale e che discriminano i cittadini che vengono, di fatto, collocati in una vergognosa lista, come cittadini di serie A e serie B».

Le esigenze Tamburi sottolinea che «a ottobre del 2017 (e dunque non molto lontano nel tempo), alla Camera dei Deputati è stata approvata una proposta di legge per coordinare e aggiornare le prescrizioni tecniche relative all’eliminazione delle barriere architettoniche in tutti gli spazi pubblici nonché negli edifici pubblici e privati. Obbiettivo principale: la ricostituzione (perché già esisteva ma venne a suo tempo abolita) di una commissione permanente per mettere in atto l’aggiornamento e la modifica delle prescrizioni tecniche per l’eliminazione delle barriere architettoniche. A tale commissione sarebbe stato demandato anche il compito di un monitoraggio sistematico dell’attività delle pubbliche amministrazioni per quanto riguarda i piani di eliminazione delle barriere. Tutto saltato. Ma se Maometto non va alla montagna dovrebbe essere la montagna ad andare da Maometto. Cosa significa? Che se lo Stato non fa nulla non è detto che le amministrazioni pubbliche (nella fattispecie il Comune di Perugia e il consiglio regionale dell’Umbria) non debbano attivarsi per soddisfare queste primarie esigenze della collettività».

A Perugia E dunque ecco alcuni casi che riguardano direttamente la città: «La rocca Paolina. Cinque ingressi possibili per visitarla e nessuno di essi è idoneo. La sala dei Notari a palazzo dei Priori: una bella scalinata storica ma che non è accessibile per visitarla al suo interno e la sua bellezza non è per chi non può accedervi. Per non parlare poi della cattedrale di San Lorenzo. Due ingressi possibili e tutti due inaccessibili per la scalinata che circonda tutta la chiesa. Sembra quasi la volontà manifesta di non voler far entrare a pregare chi ha una mobilità ridotta. Oddio! Qualcuno potrà obiettare che, nel suolo pubblico di Perugia, delle cose sono state realizzate; come per esempio le rampe per accedere ai marciapiedi. Sì, ma come? In quei pochi dove sono state fatte, perché nel 99% dei marciapiedi non esistono ed in quell’uno per cento dove ci sono, la maggior parte di esse sono ostruite da bidoni della nettezza urbana o, addirittura, è impossibile l’accesso perché fatte male e mantenute anche peggio e se qualcuno fa tanto di qualificarle funzionali o non ha compreso bene il problema di chi ha la necessità di doverle utilizzare o ‘ciurla nel manico’ strumentalmente. La maggior parte di esse sono inadeguate al loro scopo e servono solamente ad apparire alla vista di chi non le deve percorrere.  Eliminare veramente le barriere architettoniche deve essere una priorità pubblica ma effettuata seriamente».

Giampiero Tamburi

La richiesta Il coordinatore ‘Perugia: social city’ conclude con un appello: «Ci viene raccontato sempre lo stesso ritornello. Il Comune non ha soldi. Però per i costumi e l’organizzazione del palio dei quartieri, per cantare le gesta di un mercenario, capitano di ventura, non mancano. Una preghiera ai nostri amministratori. Ora che Perugia è ‘cardioprotetta’, anche se non del tutto perché mancano i fondi per completare l’opera (e forse anche la volontà di qualcuno), e quando le rotatorie stradali saranno terminate, non avendo più la possibilità di dargli un nome, per amore o per dovere, a personaggi illustri e meno illustri, chiediamo una maggiore sensibilità a questo problema, alle commissioni competenti in materia del nostro Comune, per attivarsi onde realizzare un programma serio per poter costruire una città che dia serenità e protezione specialmente a coloro che non ne possono fare a meno».

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