Perugia, Santopadre: «Fiducia nel progetto»

I concetti del presidente espressi in tv: Giunti non rischia, fiducia in Rosati, riflessioni sullo stadio. Squadra da mercoledì in ritiro

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Ospite di Riccardo Marioni a Umbria Tv, il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre dice cose interessanti sul momento del Grifo. E parte con una notizia importante: la squadra mercoledì va in ritiro anticipato a Montecatini. Chiaro l’obiettivo: ritrovare la compattezza in vista della sfida di sabato pomeriggio (ore 15) in trasferta contro lo Spezia.

Massimiliano Santopadre presidente del Perugia

Massimiliano Santopadre

Ricominciare dalle prestazioni «Stasera sono venuto a parlare perché il messaggio deve essere forte e chiaro. Vogliamo ribaltare questa situazione. La cosa più pericolosa che possiamo fare in questo periodo è pensare al risultato. Noi dobbiamo andare a La Spezia con l’obiettivo di giocare bene e fare una bella partita. Poi se arriva una vittoria tanto meglio. Al momento la squadra sente il peso delle sconfitte e deve scrollarselo di dosso».

Meccanismo inconscio «Dopo Perugia-Parma sono entrato negli spogliatoi: mi aspettavo di trovare baldoria e musica ad alto volume. Invece erano tutti seduti e analizzavano con calma gli episodi della partita. Dentro di me godevo perché pensavo che stavamo conquistando una maturità superiore. Posso quindi dire che non c’è stata presunzione. Magari è un meccanismo che è scattato a livello inconscio, come pure è scattato in me, di pensare di essere più forti di quanto in effetti siamo».

Fiducia in Rosati «Del portiere non voglio più parlare. Secondo me Rosati è un buon portiere ma più ne parliamo più gli facciamo del male. Nelle ultime partite hanno fatto male tutti. Però poi su internet si parla solo di Rosati. Lui deve stare tranquillo, deve sapere che è il nostro portiere. Ha la nostra fiducia incondizionata. Questo chiacchiericcio mi dà fastidio. Poi, certo, Giunti è l’allenatore ed è libero di scegliere: come per gli attaccanti, se uno fa male ne ha altri due».

Foto ufficiale con Giunti

Non esonero per qualche sconfitta «Fin quando c’è Santopadre, gli allenatori non vengono mai esonerati per i risultati. Se mai dovessero esserci degli esoneri, avverranno per carenze nel lavoro settimanale. E da questo punto di vista posso dirvi che Giunti è un grande allenatore, per il lavoro sul campo. Per il resto, fuori dal campo deve migliorare. Ma come dobbiamo migliorare tutti. Devo migliorare anch’io. Se vogliamo andare in serie A, dobbiamo essere tutti all’altezza. E in questo si vede anche il ruolo della società».

Han e la Corea «La federazione nordcoreana è contentissima e orgogliosa che Han giochi in Italia. Certo, dobbiamo tener presente che abbiamo a che fare con un governo particolare. Quando siamo andati alla Domenica Sportiva mi sono ritrovato un 18enne che tremava, con gli occhi lucidi, che mi chiedeva di non andare in trasmissione. Che potevo fare? Mi ha messo in grande imbarazzo. E gli ho detto: ‘Me lo potevi dire ieri’. Poi però è finita là. Di concreto è veramente accaduto poco. Il ragazzo non se l’è sentita. Non so se gli sia arrivato un messaggio dal padre. Gliel’ho chiesto e non mi ha voluto rispondere. Lui è intimorito, deve crescere, deve diventare uomo».

La maturità di Colombatto «Vale per Han, ma vale anche per Colombatto, che è un grandissimo calciatore e farà una grande carriera. Loro due sono i due elementi più positivi di questo inizio di stagione, ma devono darci entrambi la dimostrazione di avere la giusta continuità. Non voglio trattarli da giovani, voglio trattarli da giocatori che si giocano la serie A con il Perugia. Altrimenti, se dobbiamo sempre trattarli da giovani, li mettiamo in panchina».

Il progetto triennale «Quest’estate ci siamo risentiti diverse volte con Bucchi. Alla fine abbiamo superato il distacco, ma devo dire che un po’ ci sono rimasto male, non tanto per lui, ma per il fatto che avevo in mente un progetto triennale. Lo stesso che ho con Giunti. E quando io ho un progetto faccio in modo di portarlo avanti in tutti i modi».

Stadio sia un sogno «Quello dello stadio vorrei che fosse un sogno e non diventasse un incubo. Voglio capire bene se la cosa è fattibile, senza togliere troppe risorse alla squadra. Si parla di 14-15 milioni. Ovviamente il progetto è preciso e prevede una vera e propria ristrutturazione. Se si tratta solo di dare una rinfrescata non lo faccio. Anche perché le nuove strutture (le torri ai quattro angoli) mi serviranno per pagare la rata del mutuo. Altrimenti non avrebbe senso. Certo, conterà molto anche la categoria: salire in A darebbe un altro senso a tutto il progetto».

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