Perugia Sant’Anna, chiude pezzo di storia

Momenti di commozione sabato sera per l’ultimo giorno del servizio su rotaia. Da domenica, per almeno tre anni, si viaggia su gomma e la stazione non sarà più la stessa

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di Pietro Cuccaro

Il vento soffia forte per tutto il pomeriggio sulla stazione Sant’Anna di Perugia: agita le fronde, sibila fra le fessure delle porte, ma non spazza via i ricordi. I vetri della sala d’aspetto, chiusa da tempo, sbattono e si fanno sentire, quasi vogliano ribellarsi al destino che li attende. È sabato. È ‘quel’ sabato. Il giorno in cui tutto finisce. Per ricominciare (ricominciare?) chissà quando. Il tempo resta sospeso per ore: si aspetta l’ultimo treno.

SANT’ANNA: L’ULTIMO TRENO – IL VIDEO

L’ultimo treno arrivato in stazione

Amore perduto L’atmosfera è quella malinconica di certi film francesi in bianco e nero. E in sottofondo sembrano risuonare quelle canzoni struggenti che parlano di treni, di arrivi e partenze, di amori lasciati alla stazione e mai più ritrovati. Solo che in questo caso l’amore perduto non è ‘sul’ treno ma ‘il’ treno. Che qui non arriverà più. Per almeno tre anni. Il punto in mezzo alla frase non è casuale: tutti quelli con cui abbiamo parlato ci credono poco che qui i treni torneranno davvero.

Perugia Sant'Anna ultimo giorno orologio a pendolo

La pendola si è fermata

Lancette ferme L’orologio a pendolo nell’ufficio del capostazione non ha retto l’attesa: si è fermato alle 9 meno 10; un’ora prima dell’arrivo dell’ultimo treno. Certi addii sono troppo dolorosi. Ci raccontano che era lì da sempre e non aveva mai perso un colpo. Qualcuno avrebbe dovuto ricaricarlo e se n’è dimenticato. Ma il fatto che si sia fermato proprio oggi, poco prima che tutto finisca, aggiunge un tocco di struggente malinconia alla serata. Come se non ce ne fosse già abbastanza. Riusciamo a fotografarlo da un’apertura e l’immagine che vediamo ci restituisce la sintesi perfetta di questa storia.

Perugia Sant'Anna ultimo giorno Avviso Bus Italia

L’avviso di BusItalia

Uffici presenziati Gli uffici della stazione Sant’Anna rimarranno aperti per qualche periodo – ‘presenziati’, in burocratese – per dare informazioni ai cittadini. E forse qualcuno domani ricaricherà quell’orologio, che continuerà a battere le ore come se nulla fosse, come se davvero non si rendesse conto che i treni non arrivano più, che non ci sarà più il campanellino ad annunciare l’arrivo della vettura da Ponte San Giovanni, via Piscille e Pallotta, che si interrompe solo quando il convoglio arriva in stazione. La lucina sul display rimarrà rossa: binario occupato; non da un treno, ma dai lavori. Per almeno tre anni. Che oggi, qui, significa per sempre.

GLI ORARI DEL SERVIZIO FERROVIARIO (CON BUS SOSTITUTIVI)

Perugia Sant'Anna ultimo giorno cancello chiuso

Cancello chiuso

Un film già visto Il punto è proprio questo. Non sono i lavori a preoccupare la gente di Sant’Anna, quella che qui ci vive e lavora da decenni. Se li fanno, durano davvero solo tre anni e ci restituiscono un servizio migliore, più funzionale, più ecologico, più veloce – dicono – ben venga. La paura è un’altra, di chi conosce come vanno queste cose. Di chi ha visto la linea ex Fcu perdere pezzi uno dopo l’altro: alcuni tratti in cui si può andare a 20 all’ora, altri chiusi in cui non si passa, già sostituiti dal servizio su gomma. Pure fra Umbertide e Città di Castello l’interruzione doveva essere temporanea… e invece siamo ancora coi bus sostitutivi. La domanda che si fanno tutti è sempre la stessa: «E se succede anche qui? Che fine facciamo noi? Che fine fa Sant’Anna?».

Perugia Sant'Anna ultimo giorno

La storica scritta

Orgoglio Sant’Anna Fra le persone, la rabbia ha lasciato il posto alla rassegnazione e le lacrime vengono asciugate subito, al primo accenno di commozione, quasi ci si vergognasse di piangere per una stazione che chiude. Anche se è la stazione Sant’Anna, quella storica, quella bella, l’orgoglio di Perugia, quella con la più alta pendenza, in cui i treni viaggiano senza traino, in cui il binario unico viene gestito in sicurezza… eccetera. Questa storia ce l’hanno ripetuta tutti, in questo sabato, con orgoglio. E poi chiudevano sempre con la stessa domanda: «Ma come si fa a chiudere una stazione così?».

Sant’Anna (vuota) dall’alto

C’è tristezza Grande senso di solidarietà. Ci si abbraccia, si scambiano opinioni, si piange. Ma con i giornalisti nessuno vuole parlare. E le cose che abbiamo sentito sono arrivate al nostro orecchio fra un caffè e un aperitivo, prima di provare a chiedere un’intervista vera. Intervista che nessuno ha voluto concederci: ufficialmente perché l’azienda non le autorizza, ma in realtà perché c’è troppa amarezza e si rischierebbe di dire cose poco carine, di far prevalere l’emotività sulla ragione. C’è chi dice che in realtà i lavori non partiranno subito, ma la stazione viene chiusa lo stesso perché in realtà la tratta non è sicura, in particolare in corrispondenza di gallerie e ponti.

L’AMAREZZA DELLA SIGNORA KATIA – IL VIDEO

La signora Katia (Bar Sant’Anna)

Il bar della stazione A parlare è Katia, che gestisce il ‘Bar Sant’Anna’ e la incontriamo che ha appena finito di piangere, abbracciata a una capotreno che non rivedrà più con la frequenza di prima. Si preoccupa ovviamente per la sua attività commerciale: certo, c’è il servizio sostitutivo su gomma, ma quanti passeggeri decideranno di percorrere questo calvario fra rotaie e gomme e quanti invece sceglieranno una strada alternativa? Bella domanda. «Il dato di fatto – aggiunge un cliente del bar – è che una volta Sant’Anna era piena così (e fa il segno con la mano) da un po’ di tempo non c’è nessuno. Hanno pure chiuso la sala d’aspetto. Nemmeno l’ultimo giorno la aprono: è questo il modo di salutare?».

DI TERNI L’ULTIMO PASSEGGERO A SANT’ANNA – IL VIDEO

L’ultimo passeggero

L’ultimo treno a gasolio Ormai a sera inoltrata arriva l’ultimo treno, scendono pochi passeggeri. Uno di loro è di Terni, arriva a Perugia ‘per amore’ e nessuno gli aveva detto che quello su cui viaggiava era un treno a suo modo ‘storico’: l’ultimo ad arrivare alla stazione di Sant’Anna chissà per quanto tempo. «Il solito ‘viaggio della speranza’ – ci racconta – il treno è quello che è, costa poco meno di Trenitalia ma ci mette due ore quasi. E poi è rumoroso, visto che il motore è un Diesel». Già, il motore. Il punto è proprio quello.

Perugia Piscille interscambio binari

Lo scambio di Piscille nel tratto con binario unico

800 giorni In mezzo a tutta l’emotività quasi ce ne dimenticavamo: la chiusura di Sant’Anna serve a convertire il tratto Perugia – Ponte San Giovanni alla rete elettrica. Una bella notizia per tutte le persone che abitano a ridosso della ferrovia e da oggi non sentiranno più sbuffi di carburante al passaggio dei convogli. Per 800 giorni lavorativi la tratta rimarrà senza treni per lavori di raddoppio selettivo e l’elettrificazione della bretella ferroviaria: verranno rifatti gli impianti e a Piscille sarà creato un sottopasso per gli studenti del ‘Volta’ e del ‘Cavour Marconi Pascal’. Lavori per 13,5 milioni di euro che dovrebbero terminare tra 3 anni e restituire a Perugia la Stazione di Sant’Anna e un servizio ferroviario migliore. Si spera.

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