Perugia stile Juve, Breda: «Bene così»

A differenza del suo predecessore Giunti, il tecnico trevigiano si ispira ad Allegri. Squadra costruita sulla difesa: «Tanto davanti un gol lo facciamo», dice Dellafiore

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È il Perugia ma sembra la Juventus. Con le debite proporzioni, certo, ma fra biancorossi e bianconeri ci sono molte affinità. E altrettante fra Breda e Allegri (sempre con le debite proporzioni).

Sarri vs Allegri Se Giunti professava l’esigenza di un calcio spettacolare e offensivo, avendo come modello Maurizio Sarri, Breda si ispira di più a Max Allegri: vuole concretezza e bada al sodo. Come la Juventus, il suo Perugia viene di frequente accusato di giocar male (spesso a ragione) e come la Juve vince le partite con cinismo, con difesa prolungata e immediate verticalizzazioni ad approfittare degli spazi, nei quali Cerri e Di Carmine recitano il ruolo di Higuain e Dybala. Sempre con le debite proporzioni. Non è solo una sensazione da sala stampa: in più di una occasione Breda ha citato la Juve come modello, per spiegare la sua idea di calcio, proprio come Giunti citava il Napoli di Sarri, per spiegare il suo, nella sua breve esperienza in biancorosso.

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L’importanza della difesa Una strategia tattica – quella del Perugia versione 2018 – che necessariamente deve puntare su una difesa pressoché impermeabile. E sta proprio lì il segreto della rinascita: nelle otto partite del girone di ritorno, per 5 volte la porta del Grifo è rimasta immacolata. E nelle altre 3 solo una volta (contro il Cittadella) ha subito più di una rete. Puntando sul giovanissimo Magnani nel ruolo che in bianconero è di Chiellini, Breda ha trovato un baluardo insormontabile sulle palle alte, capace anche di giocare d’anticipo con gli attaccanti veloci.

Volta inamovibile

Cambiando l’ordine dei fattori… Si pensava che il pacchetto arretrato potesse difettare in velocità (e per questo Breda puntava su Del Prete come centrale difensivo), ma contro il Foggia, con Dellafiore in campo, i risultati non sono cambiati. Il Perugia ha sofferto e subito tanto, ma è riuscito a tenere la porta immacolata, grazie ai salvataggi dei singoli e un paio di parate straordinarie di Leali. Insomma, una difesa di singoli più che di reparto. Ma il risultato non è cambiato. Ed è questo quello che conta.

Tutti titolari in difesa «Lorenzo ha giocato nelle scorse partite e ha fatto bene, oggi ho giocato io perché lui ha avuto un problema, nelle prossime settimane si vedrà – dice Dellafiore – abbiamo una rosa affidabile e il mister potrà scegliere di volta in volta sapendo che chi giocherà darà il massimo senza far rimpiangere chi non gioca. Stiamo bene, in difesa stiamo ottenendo risultati, ma devo dire che i risultati aiutano a star bene. Noi ci impegniamo per non prendere gol anche perché sappiamo che poi davanti un gol lo facciamo sempre».

Il ‘fattore C’ E anche quella di un utilizzo equilibrato della rosa è una caratteristica che accomuna Breda ed Allegri. Un paragone che ovviamente al tecnico trevigiano fa piacere. Anche relativamente all’aspetto fortuna. A chi gli chiede se si offende quando se lo chiamiamo ‘allenatore fortunato’, in conferenza stampa, Breda risponde con una citazione: «Meglio un generale fortunato che uno bravo». E poi, più prosaicamente: «Ce ne sono allenatori, molto più importanti di me, che visti da fuori mi viene da dire ‘che culo che ha questo qua’. Ogni tanto lasciate un po’ di fortuna pure a me». Un discorso che vale anche per quel presunto rigore reclamato dal Foggia: «Anche negli episodi in passato siamo stati molto sfortunati, va bene così».

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