Perugia, Umbria Jazz: emozioni per Tenco

Inizia Gino Paoli, poi Giuliano Sangiorgi e Gaetano Curreri, accompagnati da Danilo Rea e da uno straordinario Paolo Fresu

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«Ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai». Avrebbero voluto cantarglielo loro, gli appassionati dell’Arena Santa Giuliana, quando Gino Paoli ha lasciato il testimone a Giuliano Sangiorgi nella serata tributo a Luigi Tenco.

LE EMOZIONI DELLA SERATA – FOTOGALLERY

I big sul palco

Tante star sul palco È stata una serata emozionante. Dopo Gino Paoli («Non sono il più bravo, sono solo l’unico superstite») e Giuliano Sangiorgi, sul palco è salito Gaetano Curreri. Erano accompagnati da Danilo Rea e da uno straordinario Paolo Fresu che con la sua tromba ha incantato il pubblico, (lasciando estasiato persino Renzo Arbore, che ha speso parole di elogio per il trombettista sardo). Chiusura tutti insieme, guidati da Mauro Ottolini e dalla sua band, con Vanessa Tagliabue Yorke, Kento e Dj Fuasto, Bocephus King e l’orchestra da camera di Perugia. Immancabile la chiusura con «Ciao Amore», la canzone con cui Tenco si è congedato dai fan e dal mondo della musica, in quel maledetto Sanremo del 1967. Sono passati 50 anni e Tenco è ancora vivo nel ricordo dei colleghi e degli appassionati di musica.

SI CHIUDE TUTTI INSIEME CON «CIAO AMORE» – IL VIDEO

Renzo Arbore

Superato lo scetticismo C’era perplessità nell’ambiente. I puristi avevano un po’ storto il naso all’idea di lasciare il palco simbolo del Jazz italiano, uno dei più importanti al mondo, a cantanti pop, che si sono fermati alle scuole superiori, mentre invece «il jazz è l’università», come ha candidamente ammesso Gaetano Curreri. Addirittura lacrime di emozione in camerino per Giuliano Sangiorgi (fra i più bersagliati sui social): sul palco ha confessato di avere «il cuore a mille» e poi a umbriaOn ha confermato tutta la sua emozione nel condividere il palco «con i più grandi autori dell’ultimo secolo, cantando Tenco». Per lui una struggente interpretazione di «Vedrai», in ricordo del padre scomparso.

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Carlo Pagnotta

Pagnotta con Arbore Sospiro di sollievo anche per Carlo Pagnotta, che ha seguito gran parte del concerto accanto a Renzo Arbore, in un posto defilato, ma non ha nascosto la soddisfazione per come è andato il concerto. Ancora qualche polemica sulle misure di sicurezza, ma non vuole esporsi pubblicamente: «Alla fine faremo i conti», dice in un momento di pausa, durante il cambio palco, mentre il pubblico si preparava ad accogliere l’orchestra da camera di Perugia e la band di Mauro Ottolini, che ha animato l’ultima parte del concerto.

RENZO ARBORE: «FRESU, ORGOGLIO ITALIANO NEL MONDO – IL VIDEO»

Atmosfera unica

Perugia, città della musica In precedenza, le lodi più grandi, per la serata e in generale per Umbria Jazz, erano arrivate proprio dal palco. Dall’emozione di Sangiorgi si è passati ad un estasiato Gaetano Curreri, che raccontava con la felicità di un bambino le sensazioni provate nel passeggiare per le strade di Perugia inondate di musica: «Ci vorrebbe una città così per 365 giorni all’anno, dove puoi rifugiarti quando hai bisogno di tirarti su con la musica». Per arrivare a Mauro Ottolini che prima si è inginocchiato davanti a Renzo Arbore e poi, dal palco, ha reso palese tutta la sua emozione.

UMBRIA JAZZ, ESORDIO CON LA STREET BAND

Mix di generi La serata si chiamava «Tenco, i cantautori italiani e il jazz». Ma il tributo è stato soprattutto per un certo cantautorato italiano. Da Bundi a De Andrè, da Endrigo a Dalla, fino a Modugno e Battisti. La parte jazz era curata (eccome) dal pianoforte e dai fiati, dove Rea e Fresu hanno letteralmente fatto impazzire la platea. Dopo il medley al pianoforte, Gino Paoli ha cantato larga parte del suo repertorio più famoso, chiudendo con «Il cielo in una stanza», passaggio di consegne con Giuliano Sangiorgi. Stesso copione sull’ingresso di Curreri (con «Il cielo» di Lucio Dalla), che si lascia guidare da Fresu in virtuosismi che finora non gli appartenevano. Infine, chiusura con l’orchesta, il rap, i fiati. Tanti generi per un solo tributo: «Ciao Amore».

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