Perugia1416: «È solo una cosa per pochi»

Ex aspiranti consiglieri del comune tra i soci dell’associazione per la rievocazione, con «poteri illimitati, nonché retribuzioni»

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L.P.

«Una vittoria di tutti, ma solo con il coinvolgimento della cittadinanza e attraverso il perseguimento di obiettivi comuni». Con queste parole l’assessore alla cultura del comune di Perugia Teresa Severini aveva presentato lo scorso novembre la tanto attesa rievocazione creata ‘ad hoc’ per il capoluogo, ‘Perugia 1416’.

L’associazione Eppure, ad appena due mesi di distanza, concetti come partecipazione e condivisione sembrano lasciar spazio a tutt’altro. E’ il 27 gennaio quando, infatti, la Giunta delibera la costituzione dell’associazione ‘Perugia1416 – passaggio tra medioevo e rinascimento’, un’associazione di cui il Comune è socio fondatore e per la quale sborsa subito 500 euro per le spese di costituzione. E contro la rievocazione, questa volta, la polemica esplode non solo per via del milione di euro destinati alla cultura che la Giunta ha deciso di spendere in maniera discrezionale.

Lo Statuto Proprio per «rinvigorire il senso di appartenenza dei cittadini», come si legge nella delibera, viene di fatto blindata la partecipazione degli stessi, dal momento che nello statuto si stabilisce subito la differenza tra soci fondatori e tutti gli altri soci. Per entrare a farne parte, infatti, i cittadini che ne faranno richiesta dovranno avere il placet di 3 soci, di cui due fondatori e con l’approvazione del direttivo. «Neanche la Massoneria risulta così restrittiva» commenta a caldo il consigliere Cristina Rosetti del Movimento 5 Stelle.

Il consiglio direttivo di cui per 5 anni i soci fondatori nominati nell’atto costitutivo avranno poteri pressappoco illimitati, avrà tra i suoi poteri anche quello di nominare i dipendenti e gli impiegati, nonché le retribuzioni, senza che siano previsti in alcun modo bandi, concorsi o selezioni pubbliche. Nessuna retribuzione per gli amministratori per cui, invece, sarà previsto un rimborso delle spese sostenute.

I soci Su questo punto, la delibera lascia ampio spazio all’immaginazione. L’atto fa infatti riferimento a una nota ricevuta dal Comune lo scorso 26 gennaio con cui «è pervenuta la richiesta di alcuni cittadini di farsi parte attiva nel processo di realizzazione e organizzazione della rievocazione storica ‘Perugia 1416’ anche attraverso la costituzione di un’associazione di scopo che li veda quali soci fondatori». E tra questi soci, dunque, parrebbe esserci il consigliere comunale Franco Nucciarelli, in lista alle precedenti elezioni con l’attuale vice sindaco Urbano Barelli per ‘Perugia Rinasce’, nonché il suo assistente Fabrizio Mosci, il giovane rampollo Andrea Davide Orsini, già sostenitore del sindaco Andrea Romizi in campagna elettorale e candidato nella lista ‘Progetto Perugia’, così come Michele Antonioni, e poi ancora Francesco Forlin, Giovanni Pedercini e Antonio Chimisso.

‘Massoneria’ «Un’associazione di stampo monarchico» commenta il consigliere comunale Cristina Rosetti, ricordando come la rievocazione avrebbe dovuto valorizzare il processo partecipativo e il ruolo attivo dei cittadini. «Lo statuto limita la qualifica di socio fondatore a coloro che avranno sottoscritto l’atto costitutivo e quelli la cui richiesta di ingresso, fatta entro la data di detta sottoscrizione, è considerata come opzione che sarà sciolta soltanto in sede di approvazione dei rispettivi organi decisionali. Una frase sibillina da cui si evince che, pure in fase di sottoscrizione, ci sono enti e cittadini di serie A e serie B». Un atto di altri tempi, che ha poco a che fare con la necessità di fare di Perugia una città del nostro tempo, di rango europeo. «E pensare – conclude il consigliere – che la pesante sconfitta di Perugia a ‘Capitale europea della cultura’ è dovuta soprattutto alla mancata partecipazione della cittadinanza». La questione, dunque, finirà sul tavolo della commissione controllo e garanzia, così come avevano già richiesto i consiglieri del Pd.

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