Perugia1416, esposto alla Corte dei conti

I consiglieri del Pd Bistocchi e Mencaroni contro la rievocazione: «Stanziati più soldi dal comune, gestiti da assessore come privato»

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Nel giorno in cui la rievocazione storica celebra i risultati della seconda edizione a frenare gli entusiasmi è l’esposto presentato dal gruppo Pd in consiglio comunale alla Procura regionale della Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica, alla Prefettura di Perugia e all’Autorità nazionale anticorruzione. Spetterà a loro, dopo mesi di denunce e interrogativi, la legittimità delle scelte in materia di gestione di fondi pubblici da parte dell’associazione privata Perugia1416 di cui l’assessore alla cultura del comune di Perugia è presidente.

Bilancio monopolizzato «Per Perugia 1416 sono state impiegate ingenti risorse economiche tanto da monopolizzare il bilancio dell’assessorato alla cultura del comune di Perugia – scrivono i consiglieri Pd Bistocchi e Mencaroni – città che da sempre è vetrina per numerosi eventi internazionali, come Umbria Jazz ed il Festival internazionale del giornalismo, ed eventi minori che contribuiscono alla vitalità di Perugia arricchendola sia da un punto di vista culturale, sia in termini economici, sia in termini di visibilità e di turismo. Ma negli ultimi tre anni questa amministrazione ha negato contributi a queste realtà per concentrare tutte le risorse economiche ed organizzative unicamente a favore dell’associazione Perugia 1416».

Più fondi Secondo i consiglieri sarebbero state «diffuse cifre volutamente inferiori rispetto a quelle effettivamente impiegate direttamente e indirettamente per ‘Perugia 1416 – Passaggio tra Medioevo e Rinascimento’, per cui si arriva all’importo complessivo di 190 mila euro circa per lo scorso anno e di 140 mila per questo, rendendolo così l’evento su cui il Comune di Perugia investe più risorse economiche ed organizzative».

Trasparenza «Quando si tratta di finanziamenti e di impiego di risorse pubbliche è fondamentale sia la trasparenza e la chiarezza, sia per il rispetto dei dettami legislativi: abbiamo quindi attivato la commissione Controllo e garanzia per verificare l’opportunità e la legittimità, da parte dell’assessorato alla Cultura di destinare cifre così alte ad un’associazione privata, presieduta dallo stesso assessore che stanzia i suddetti fondi. Inoltre il vicepresidente è della stessa associazione è un consigliere comunale che vota gli stanziamenti messi a bilancio». E’ regolare che gli stessi fondi pubblici siano gestiti da assessore e consigliere non come pubblici amministratori ma come privati cittadini, eludendo così le norme di diritto pubblico in materia di appalti, finanziamenti e bilancio?

Prestazioni e affidamenti sospetti «Chiediamo, inoltre, – proseguono i due consiglieri – se per la scorsa edizione ci siano i presupposti di un frazionamento artificioso delle prestazioni pagate direttamente dal Comune per oltre 90 mila euro e divisi in più affidamenti diretti, invece che attraverso una gara pubblica, allo scopo di sottrarli alle disposizioni previste dal codice degli appalti, il quale ne fa esplicito divieto all’art. 31 comma 11. Riteniamo anche non chiare non solo le modalità con cui è stata pagata la prestazione di 15 mila euro a Giuseppe Del Barna, dipendente pubblico del Comune di Sansepolcro, per il quale dovrebbe vigere il divieto di superare i 5 mila euro annui e i 30 giorni di lavoro come prestazione occasionale, ma anche se le ingenti risorse investite nell’evento provenivano in tutto o in parte dal milione di euro e vorremmo quindi verificare la legittimità di tale investimento, trattandosi di fondi vincolati a progetti inseriti nel dossier presentato».

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