Perugina, cassa ‘lunga’: è corsa contro il tempo

Difficoltà tecniche per la nuova Cigs, ma c’è la volontà di sbloccare. I sindacati sollecitano nuovo incontro. Nestlé: se Poletti chiama, torniamo a Roma

Condividi questo articolo su

di P.C.

Che ci fosse imbarazzo si era percepito subito, giovedì pomeriggio, quando – al termine di un incontro che doveva segnare una svolta importante nella vertenza Perugina, con la decisione sul prolungamento della cassa integrazione – nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni né far emergere indiscrezioni sull’esito o sui contenuti della riunione.

Il ministro Poletti e Antonio Alunni a Confindustria Umbria

Volontà politica e requisiti tecnici Nelle ore successive, qualche spiffero è passato sotto le porte ermetiche delle stanze dei bottoni. E si è cominciato a capire che un conto è la volontà politica un altro è la fattibilità tecnica. Che tutti vogliano la cassa integrazione è palese. Chi più (sindacati e ministro) chi meno (Nestlé, che comunque si è detta disponibile), ma comunque tutti sono ben disposti. Per questo ha destato perplessità il fatto che a Roma – nel vertice di giovedì mattina – non ci fossero né Toia, il responsabile delle relazioni industriali di Nestlé, l’uomo che ha condotto tutta la vertenza per conto della multinazionale) né il ministro Giuliano Poletti (o un suo diretto delegato politico), che pure era stato il primo ad esporsi pubblicamente sulla possibilità di questo nuovo paracadute per i lavoratori in esubero di San Sisto.

Le difficoltà dal Ministero La volontà politica e industriale, resa palese dalla presenza fisica dei ‘capitani’ delle due squadre, avrebbe potuto forzare anche le piccole difficoltà palesate dai tecnici ministeriali, che a quanto pare sarebbero emerse nell’incontro al Ministero del Lavoro. Gli uomini di Poletti avrebbero fatto notare che uno dei requisiti per ottenere la cassa – quello relativo agli investimenti ‘in corso’ – non sarebbe del tutto soddisfatto. Questione di interpretazione: secondo alcuni il piano industriale Nestlé (i famosi 60 milioni) sarebbe esaurito al 30 giugno; secondo altri invece non solo non sarebbe esaurito, ma anzi in pieno svolgimento, soprattutto nella parte marketing. E avrebbe bisogno proprio della cassa per compiersi appieno. Questione di interpretazione, appunto. Ed è per questo che i sindacati e i lavoratori avrebbero voluto che a scendere in campo fossero stati i ‘big’ della trattativa: per ‘interpretare’ nel modo giusto le norme.

Sindacati: incontratevi di nuovo Per questo motivo i sindacati Flai, Fai e Uila fremono e chiedono alle due parti in campo – Nestlé e Ministero del Lavoro – di incontrarsi nuovamente prima del 28 febbraio, giorno in cui è previsto il vertice in Confindustria. La voce girava nell’aria da un po’. Ad ufficializzare la notizia è stata una nota di Michele Greco, segretario generale della Flai Cgil dell’Umbria: «Serve la convocazione di un incontro urgente presso il ministero del Lavoro per chiarire in maniera definitiva il percorso che dovrà portare all’attivazione della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Perugina, che altrimenti da giugno sarebbero senza alcuna copertura. Speriamo che, dopo la richiesta dei sindacati, la convocazione possa arrivare prima possibile, considerando che è già fissato un incontro in Confindustria a Perugia mercoledì 28 febbraio e che la questione della cassa integrazione è assolutamente decisiva». Un appello a cui si unisce anche Daniele Marcaccioli (Uil), che però sembra più possibilista sulla positiva conclusione della vicenda: «Ci sono le condizioni perché Nestlé possa beneficiare della cassa, confidiamo che a livello politico, per un interesse generale, ci sia una inversione di tendenza rispetto a quanto è successo ieri a Roma». «Lasciare ancora una volta nell’incertezza centinaia di famiglie non è accettabile – conclude Greco – chiediamo a Nestlé di dimostrare con i fatti di essere diversa da altre multinazionali che sono sotto i riflettori in questi giorni».

Nestlé: disponibili a vedere Poletti Il riferimento è alla vicenda Embraco, che ha fatto infuriare il Ministro Calenda per aver rifiutato la cassa integrazione, aprendo le porte ai licenziamenti per centinaia di operai della sede di Riva di Chieri. Da Nestlé preferiscono non commentare sugli esiti dell’incontro tecnico («Abbiamo dettagliatamente e doverosamente relazionato le organizzazioni sindacali, così come i rappresentati delle istituzioni regionali e comunali») mentre sulla possibilità a rivedersi a Roma anche prima dell’incontro di Perugia, dalla multinazionale fanno sapere di dare massima disponibilità ad incontri istituzionali, nel caso dovesse arrivare una telefonata dallo staff del Ministro Poletti per riparlare della cassa integrazione. Così da poter arrivare in Confindustria con una soluzione già pronta. Non è escluso, a questo punto, che si possa anche decidere di rinviare di un paio di giorni il vertice perugino. Purché tutto si faccia entro le elezioni, questo è chiaro.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli