Perugina: «La Nestlé deve dire la verità»

Perugia, i sindacati polemici con la multinazionale nel giorno della presentazione della manifestazione di sabato prossimo: «Piano disatteso»

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«C’è una mannaia che pende sul capo del comparto agroalimentare umbro. Nessuno si senta escluso», dicono i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ribadendo l’importanza della manifestazione in programma per sabato a Perugia in difesa del lavoro alla Nestlé Perugina.

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Il legame con Parma «Il 7 non è una data casuale. Questo è uno sciopero di gruppo che coinvolge tutto il gruppo Nestlé e Forneri, visto che la gestione attuale ha prodotto esuberi a Parma, a Moretta e a Casa Buitoni ad Arezzo. Quando Nestlé è arrivata in Italia aveva 20 fabbriche. Ora ne ha 5. È pensabile che questa multinazionale, che nel nostro Paese ha uno dei principali mercati, continui con questa politica?».

Il lavoro I sindacalisti ricordano che «c’era un piano industriale di cinque pagine: le prime 4 parlavano di rilancio della Perugina e solo nell’ultima si parlava di esuberi, eventuali e volontari. Nel piano si parlava dell’importanza della Perugina per il territorio umbro. Ecco perché alla manifestazione sono stati inviati tutti i rappresentanti istituzionali e sono coinvolte anche altre aziende come la Novelli e la Colussi. Perché i 364 esuberi diretti sono nulla rispetto ai danni che subirà l’indotto, dalle pulizie a tutti quelli che ruotano attorno alle produzioni di San Sisto».

PARLA FABIANO ROSINI (UILA UIL) – IL VIDEO

Piano disatteso Il piano presentato, insistono, «è stato disatteso in tre punti: destagionalizzazione progressiva della produzione; in secondo luogo la produzione del biscotto per il gelato per la zona ‘Emena’, una zona vasta che comprende anche est Europa e Africa; infine il reparto confezionamento che doveva essere una ‘fabbrica nella fabbrica’ come disse Leo Wencel (ad di Nestlé ITalia; ndr) e che ora lavora appena 4 giorni a settimana».

«Nessun ricollocato» E poi ci sono due accuse pesanti. «Innanzitutto, dopo che siamo stati al ministero, a parlare con il viceministro Bellanova, Nestlé ha aggiunto 24 esuberi nel reparto amministrativo – denunciano i sindacati – questo la dice lunga sull’idea che questa multinazionale ha della gestione della Perugina». Infine, la smentita rispetto all’annuncio della multinazionale: «Nestlé mente anche sui 45 ricollocamenti; nessuno dei fuoriusciti ha usufruito del contributo di ricollocazione. Al netto dei pensionati, gli altri sono rimasti senza lavoro e infatti hanno preso i 60 mila euro previsti. Magari qualcuno ha aperto una pizzeria, ma di certo non sono stati ricollocati».

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