Piacenti sospeso, deleghe al sindaco

Terni, il decreto previsto dalla ‘legge Severino’ è stato applicato dal prefetto Paolo De Biagi. In passato era già toccato a Di Girolamo

Condividi questo articolo su

Il prefetto di Terni, Paolo De Biagi

Il prefetto di Terni, Paolo De Biagi, ha ufficialmente sospeso dal proprio incarico di assessore comunale Vittorio Piacenti D’Ubaldi, arrestato giovedì su ordine del gip Federico Bona Galvagno, in seguito all’indagine della procura sugli incarichi di collaborazione esterna affidati al consulente riminese Roberto Camporesi – anche lui finito ai domiciliari insieme all’ex amministratore unico di TerniReti, Vincenzo Montalbano Caracci – nell’ambito delle attività del Comune di Terni, delle farmacie municipali e della stessa TerniReti. Le deleghe passano al sindaco Leopoldo Di Girolamo.

COMUNE DI TERNI: «GESTIONE ILLECITA»

Vittorio Piacenti D’Ubaldi

Il provvedimento, legato all’applicazione degli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235 del 2012, era già scattato per il sindaco Leopoldo Di Girolamo e per l’ex assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari, dopo gli arresti applicati nei loro confronto lo scorso maggio, nell’ambito della prima ‘tranche’ dell’indagine Spada. «La sospensione – si legge nel decreto prefettizio a firma De Biagi – cessa nel caso in cui nei confronti dell’interessato venga meno l’efficacia della misura coercitiva».

IL DECRETO DEL SINDACO DI GIROLAMO: SOSPENSIONE E DISPOSIZIONE DELEGHE

La presa d’atto e le deleghe A stretto giro il sindaco Di Girolamo ha emesso il documento con cui, oltre a prendere atto del decreto prefettizio di sospensione, ha temporaneamehte avocato a sé le deleghe già di Piacenti D’Ubaldi: bilancio e finanze, patrimonio, risorse umane, commercio, artigianato, marketing territoriale e fiere.

PARLA IL LEGALE DI PIACENTI D’UBALDI – VIDEO

Vincenzo Montalbano Caracci

Domiciliari ‘attenuati’ In seguito agli interrogatori di venerdì in tribunale, il gip Federico Bona Galvagno ha confermato gli arresti domiciliari sia nei confronti di Piacenti D’Ubaldi che per Montalbano Caracci. Con alcune ‘concessioni’. Il primo potrà svolgere la propria attività professionale di commercialista, senza poter avere alcun contatto con soggetti riconducibili alle attività del Comune di Terni e delle sue ‘partecipate’. Il secondo invece, a Terni potrà uscire dalla propria abitazione dalle 9 alle 13 mentre a Mazara del Vallo, il comune dove di fatto risiede, non dovrà sottostare a limitazioni particolari. E Montalbano Caracci già da sabato è tornato in Sicilia.

IL DECRETO PREFETTIZIO DI PAOLO DE BIAGI

Gli inquirenti

Le decisioni sono emerse al termine dei due lunghi interrogatori che si sono tenuti alla presenza del procuratore Alberto Liguori, del sostituto Marco Stramaglia e dei rispettivi legali difensori: Attilio Biancifiori per Piacenti D’Ubaldi e Francesco Donzelli e Francesco Montalbano Caracci per l’ex amministratore di TerniReti. Il primo ha risposto per oltre due ore alle domande del giudice, mentre il secondo – dimessosi in maniera ‘irrevocabile’ dalla carica ricoperta in seno alla partecipata – per circa un’ora e mezza. In entrambi i casi, per la revoca delle misure applicate saranno decisivi gli sviluppi investigativi della vicenda legata alle consulenze svolte dal commercialista riminese Camporesi.

Giovani Forza Italia Terni «Al peggio – la nota del gruppo, a firma del coordinatore provinciale Daniele Marcelli – non c’è mai fine, ma da inguaribili ottimisti quali siamo – per impostazione culturale più che per necessità contro un inevitabile ‘scoramento’ – speriamo che le vicende di questi giorni rappresentino il punto più basso delle tristi vicende che hanno stremato la città di Terni. Non vogliamo inoltrarci minimamente nelle vicende giudiziarie, la giustizia farà il suo corso e – umanamente – speriamo che gli accusati riescano a dimostrare la propria innocenza. Un giudizio politico però possiamo darlo ed è gravemente insufficiente su tutta la linea a partire dallo spunto che ci da il paragone ferroviario: sulla questione Fracciarossa la città è stata completamente esclusa e anche sbeffeggiata dalle parole della presidente Marini ‘intrise’ del solito ‘peruginismo’ e le istituzioni ternane? in silenzio. Solo poche ore dopo la giunta di palazzo Spada ha proposto l’aumento spropositato delle aliquote (senza capire che sovraccaricare i cittadini di tasse in periodi di crisi come questo non significa automaticamente aumentare le entrate) e la maggioranza? In silenzio In ultimo le vicende giudiziarie e ancora una volta tutti in silenzio. Speriamo che al più presto questa assenza amministrativa ormai appurata, che non solo ha fatto ‘milioni’ di danni ma ha anche alimentato un sistema malato, diventi formale con conseguenti dimissioni. È il primo necessario passo verso il difficile rilancio della città».

Marco Cecconi

Cecconi (FdI) «Al Sindaco e ai ternani, alla vigilia – la nota del consigliere comunale – di questo Natale che non somiglia a nessun altro, vogliamo dire – per ragioni opposte – che oggi serve, come non mai, uno scatto d’orgoglio e concretezza. Al sindaco è d’obbligo ricordare che, al punto in cui siamo, l’unico modo per recuperare un po’ della dignità totalmente persa è ammettere una buona volta il fallimento e staccare la spina. Al di là di qualunque tribunale, la realtà delle cose condanna senza appello un sistema-Terni che ha portato il Comune al dissesto, la città all’abbandono, la politica (la sua) alla desertificazione morale. Si vocifera che sia alla ricerca di un nome per sostituire l’assessore al bilancio finito agli arresti domiciliari per l’ennesimo pasticciaccio: non lo faccia. Non aggiunga al disonore il ridicolo. Sono finiti anche i tempi supplementari. E ci risparmi il teorema del complotto, che invece in queste ore dalle sue parti va per la maggiore: perché, se qualcuno – magari una Procura – ti becca con le mani nel barattolo della marmellata, la colpa non è di chi ti ha colto in castagna, ma solo tua che hai infilato per decenni le dita nel posto sbagliato. Il conto è arrivato anche per i ternani. Conti economici: per la mannaia in arrivo con la manovra approvata in questi giorni da sindaco & c. per ripianare i loro stessi debiti (seconde case, terreni fabbricabili, imprese, commercianti, artigiani). E conti politici: per escludere il disamore, ma anche la protesta parolaia. Oggi, in effetti, sull’onda della cronaca battente, è un po’ meno Natale. Ma di cose da fare per ridare a Terni una speranza ce ne sono tante. Basta voltare pagina».

Leopoldo Di Girolamo durante la giunta di venerdì mattina

«Di Girolamo, dimettiti» Progetto Terni, Terni Città Futura, Unione Civica per Terni, Terni Mia, Terni InAction, Nuovi Percorsi per Terni e comitato civico pro-teatro Verdi. Queste associazioni, movimenti e comitati si sono uniti per dire di «essere preoccupati della grave situazione di incertezza organizzativa, operativa, contabile, finanziaria e giuridica in cui si trova il Comune di Terni. Riteniamo non procastinabili le dimissioni del sindaco Leopoldo Di Girolamo, rendendosi necessario l’intervento di un commissario in grado di ripristinare a Terni una situazione di legalità e di traghettare la città fino alle prossime elezioni. Vista la delicata situazione, non ultimo lo scioglimento del consiglio comunale del 21 dicembre per l’assenza dell’assessore al bilancio, si ritiene che l’unica soluzione possibile per ripristinare una normalità operativa siano le immediate dimissioni del sindaco Di Girolamo, non essendoci più le condizioni per gestire la grave crisi del Comune di Terni. Invitiamo pertanto il sindaco a dare le dimissioni nel più breve tempo possibile, nei tempi per dare la possibilità alla città di andare al voto quanto prima, entro il mese di maggio 2018».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli