Piano Sangemini, i lavoratori ‘rilanciano’

Chiesti chiarimenti su investimenti e aspetti commerciali. Mandato ai sindacati per trattare sugli aspetti ‘sociali’. Mercoledì incontro

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L’assemblea dei lavoratori della Sangemini rilancia e chiede certezze sul piano industriale presentato dall’azienda, strettamente connesso a quello commerciale. Martedì le maestranze hanno espresso tutte le proprie perplessità sulla proposta, dando mandato ai sindacati di trattare le condizioni di un eventuale accordo.

I nodi

Nel contesto dei lavori l’assemblea ha ribadito come quanto stabilito nell’accordo 2014, di fronte alle istituzioni – Regione in testa – non sia stato sostanzialmente rispettato, in particolare per ciò che attiene gli investimenti. Un’intesa legata alle concessioni di utilizzo delle acque minerali, a garanzia dell’occupazione. «Se finora non è stato investito nulla – si chiede un lavoratore – come si fa a credere che da qui al 2021 vengano impegnati 22 milioni di euro? A ciò si aggiunge l’assenza di numeri e progetti precisi». Per mercoledì pomeriggio è in calendario un incontro in azienda con Confindustria: dall’assemblea l’ennesima richiesta di una presenza diretta della famiglia Pessina.

La Flai Cgil

«Il piano non è stato respinto – osserva Paolo Sciaboletta della Flai Cgil – perché non c’è stato un voto sui contenuti della proposta. I lavoratori hanno chiesto chiarimenti sugli investimenti, sugli aspetti commerciali e hanno conferito alle sigle un mandato per trattare sugli aspetti ‘sociali’ della vicenda, a partire dall’ipotesi cassa integrazione. Torneremo al tavolo con l’obiettivo di sgomberare il campo da dubbi e giungere ad un’intesa solida, razionale, che guardi al futuro».

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