Due missive. Sono quelle inviate negli anni scorsi – l’ultima nel 2016 ma lo si apprende solo oggi – dall’Interporto Centro Italia di Orte (Viterbo), di concerto con un’impresa ternana, alla Regione Umbria per valutare una possibile sinergia fra la struttura logistica laziale e la ‘famigerata’ piastra logistica di Terni e Narni, ad oggi mai entrata in funzione nonostante un investimento milionario e di cui si fatica ad intravvedere il futuro.
Le domande
A quelle lettere – si apprende -, inviate quando in carica c’era la prima giunta-Marini, la prima, ed all’inizio del mandato-bis, la seconda, non è mai giunta risposta. Il tempo trascorso non è poco, ovviamente, e probabilmente quell’interesse per una collaborazione è scemato anche a fronte dei lavori mai completati a Terni e di aspetti strutturali – come la scarsa lunghezza dei binari – che potrebbero aver contribuito in tal senso. Restano i dubbi e le domande sul perché, però, al tempo, non si sia mai dato seguito alla richiesta di contatto avanzata dalla struttura di Orte e dall’impresa ternana. Forse oggi, se le cose fossero andate diversamente, avremmo potuto parlare della piastra logistica di Maratta – nonostante le sue dimensioni contenute – come polo-satellite dell’interporto di Orte. Comunque un ‘contenitore’ logistico attivo e funzionante, non la cattedrale nel deserto che oggi, purtroppo, è.