Piattaforma logistica, tradizione rispettata

ThyssenKrupp, l’Umbria e Terni: ciascuno ha confermato le proprie attitudini. E i patrioti partiti da Maratta si rivolterebbero nella tomba – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Sembrava impossibile ormai. Invece qualcosa si muove alla zona industriale di Pescecotto attorno alla piattaforma logistica. Poco per fortuna, perché stanno al momento allacciando il collegamento con la Roma-Ancona. Iniziativa di Ferrovie Italiane.

Niente non è. Qualcuno lo ricorderà: quella piattaforma, la sua realizzazione ed entrata in funzione, fu uno dei punti dell’accordo con la ThyssenKrupp con cui, nel 2005, si chiuse la lunga, dura, quasi storica vertenza sul magnetico. Un accordo che comportava una serie di impegni da parte dei tedeschi (investimenti, polo di eccellenza dell’inox, centro di finitura ecc.) e del Governo e Istituzioni regionali e locali che dovevano soprattutto favorire il ‘movimento merci’ dell’Ast (allora trattino TK), il collegamento al mare, ossia ai porti… Ovvio che la piattaforma logistica fosse fondamentale.

I tedeschi misero in campo la teutonica efficienza e fecero molto della parte loro (investimenti e centro finitura, per primo).

Per la piattaforma logistica, invece, c’è ancora da aspettare, perché per ora è solo un bel monumento all’inefficienza, a poche centinaia di metri dallo storico casale (in completo abbandono) da cui partirono, a suo tempo, i patrioti risorgimentali che volevano una ‘Italia nuova, moderna, efficiente’. Quei patrioti partiti da lì vicino si rivoltano nella tomba.

C’è voluto meno tempo perché Thyssen e Krupp, due centenari colossi mondiali dell’acciaio, dessero un calcio ad una storia e tradizione secolari rispetto a quello necessario per far funzionare una piattaforma di smistamento merci.

Ad Essen e Duisburg si sono dati ad ascensori ed auto motive; in Italia, a Terni, in Umbria s’è invece consolidata quella che – nel nostro piccolo – è anch’essa ormai una lunga tradizione: quella dell’inconcludenza.

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