«Piccole imprese assalite dalle tasse»

La Cna Umbria fa il punto e analizza perché le realtà imprenditoriali faticano a crescere: «Inefficienze della PA, difficoltà di accesso al credito. Invece ci additano come ‘evasori seriali’»

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di G.N.

Ammonta a circa 109 miliardi di euro il valore del sommerso registrato in Italia, secondo quanto riferito da una indagine realizzata da Cna, insieme al centro studi Sintesi, e illustrata venerdì mattina a Perugia dal direttore regionale di Cna, Roberto Giannangeli.

Le zavorre delle imprese

«A costituire delle autentiche zavorre che impediscono la crescita delle imprese – ha detto – ci sono innanzitutto una pressione fiscale che continua a essere molto elevata, la difficoltà di accesso al credito, le inefficienze nei servizi pubblici e i tempi di pagamento troppo lunghi del pubblico e delle imprese private e il sommerso».

Il total tax rate

Il direttore di Cna Umbria ha evidenziato il valore del «total tax rate che si aggira, da tempo, attorno al 60%: in questi anni, abbiamo assistito a una redistribuzione del carico fiscale tra i diversi tipi di imprese, con un peggioramento netto per quelle più piccole. Al contrario, le tasse sono diminuite per le imprese più strutturate, soprattutto grazie all’eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile dell’Irap. Lo stesso dicasi della riduzione del credito: qui, però, sono state penalizzate tutte le tipologie di imprese».

La struttura del sistema imprenditoriale italiano

«Il 65% delle imprese non ha dipendenti, cioè due imprese su tre, e tra i quasi 2,8 milioni di liberi professionisti e lavoratori autonomi, questa quota arriva al 78%. L’artigianato genera il 10% del valore aggiunto, con oltre 1 milione e 299 mila imprese artigiane, più di 3 milioni di addetti»

Le inefficienze della pubblica amministrazione

«Riguardano tutti – ha aggiunto Giannangeli – sia che si parli di costi occulti dovuti al peso della burocrazia, sia che si tratti di ritardi nei tempi di pagamento verso i fornitori, dove si registra un lievissimo miglioramento che però non risparmia all’Italia un pessimo posizionamento nella classifica europea, soprattutto in confronto alla Germania. In sostanza, tra l’elevata tassazione che prosciuga il capitale delle piccole imprese e impedisce nuovi investimenti, fra le banche che non concedono prestiti, fra servizi della pubblica amministrazione tra i meno efficienti in Europa, le imprese devono affrontare il lavoro di ogni giorno con delle zavorre pesantissime che rendono faticosa la sopravvivenza, figuriamoci la crescita. Eppure – denuncia il direttore di Cna – anche se tutti conoscono i dati, si torna ciclicamente ad additare le imprese più piccole quali responsabili principali dell’evasione fiscale, individuata da una certa politica come l’unico problema dell’Italia».

Il sommerso, 109 miliardi di euro

La ricerca di Cna Umbria affronta anche il tema del sommerso che in Italia fa registrare «valori sopra la media europea, si diffonde maggiormente nei servizi e ammonta a circa 109 miliardi di euro, di cui il 51% imputabili a dichiarazioni per difetto. «Un fenomeno importante, che va combattuto, sapendo però che nessuna delle stime ufficiali prende in esame il tipo di evasione secondo noi più dannoso, che è quello dell’abusivismo e della contraffazione».

Dal governo ulteriori inasprimenti

«Intanto – ha aggiunto Massimiliano Polimanti, responsabile dell’area fisco di Cna Umbria – con il decreto fiscale recentemente approvato e con la legge Finanziaria per il 2020, si prospetta un ulteriore inasprimento del carico fiscale. I redditi d’impresa spesso sono solo sulla carta, perché quando le imprese non vengono pagate per i lavori svolti, oppure quando i tempi di pagamento si dilatano, le imprese sono costrette anche a prendere finanziamenti per pagare le tasse».

La sfida della crescita, un obiettivo da perseguire

Nonostante le difficoltà tutte le imprese, a detta di Cna Umbria, hanno accettato la sfida della crescita dimensionale. «È un tema sul quale come associazione stiamo lavorando molto – ha sostenuto Giannangeli – anche con seminari gratuiti e approfondimenti vari dedicati alle imprese, ma dobbiamo essere consapevoli che i risultati potranno venire solo rimuovendo gli ostacoli. In Italia c’è bisogno di riforme urgenti sui principali temi toccati dall’indagine, che vanno fatte soprattutto simultaneamente: la riforma della PA, la riduzione delle tasse sul reddito d’impresa e da lavoro e la lotta all’evasione, a partire dall’abusivismo. Poi andrebbero rivisti gli strumenti per facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese, cominciando dal funzionamento del Fondo centrale di garanzia e dalla reintroduzione della cosiddetta lettera ‘R’, per arrivare a una regolamentazione chiara dei tempi di pagamento. Invece – ha concluso il direttore – si continuano ad aumentare solo le tasse».

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