Piediluco e una ‘sberla’ salutare. Per tutti

Terni delusa ma non era neppure candidata. Chi si è riempito la bocca e chi ha taciuto sapendo. Dire addio agli slogan e lavorare sodo

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di F.T.

Così mercoledì è svanito il sogno ternano di poter ospitare una manifestazione internazionale di canottaggio, mondiali giovanili o europei che fossero. Ci ha pensato la Federazione internazionale a riportare tutti alla realtà. Realtà che non ha mai visto – e non vedrà almeno fino al 2024 – Terni e Piediluco in gara per accaparrarsi la prestigiosa occasione, perché semplicemente (sic) la candidatura non è stata mai avanzata.

Non si tratta di un banale errore o una dimenticanza. Piediluco non ha, allo stato, i requisiti per poter ambire ad un obiettivo così alto. Non è escluso che possa riuscirci un giorno, chissà. Ma ci ha dovuto pensare la Fisa a dirlo, indirettamente, alla città. O meglio, a coloro che credevano che tutto ciò fosse possibile, ora. Ed a chi ha alimentato il sogno per un’equa mistura di colpa e ignoranza. Poi c’è il dolo di chi invece sapeva e ha sempre, più o meno, taciuto. Persino – ecco l’aggravante – sbandierando e annunciando che l’obiettivo era a portata di mano.

Certi spot e certi slogan hanno le gambe corte, più di alcuni sogni che magari con il tempo, a furia di sveglie che suonano, conservano – almeno in linea teorica – dei margini, degli spazi per diventare veri. Ecco, vediamo di non chiudere anche quelli. Ma serve un cambio di rotta vero. Oltre gli annunci di comodo, le speranze vendute a buon mercato, gli slanci da piazzisti (se non ciarlatani) da mercatino.

Buttare acqua sporca e bimbo non ha senso, perché Piediluco e sport sono un binomio ancora stretto e per molti versi inscindibile. Si parta da qui per scrivere un nuovo futuro che guardi al turismo, alla ricettività, ai territori limitrofi da mettere a sistema in un progetto condiviso. Il treno-mondiale è passato e Terni non aveva neppure il biglietto. Consapevolezza amara ma anche punto di partenza per decidere quale strada prendere.

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