Protesta terremotati a Roma: «Siamo soli»

Anche persone dall’Umbria per la manifestazione: «Subito la ricostruzione, non è cambiato nulla. Basta passerelle, è ora di agire»

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«Vogliamo subito la ricostruzione perché il tempo si è fermato nel ‘cratere’ e nulla è cambiato». Questa la richiesta a gran voce esposta dai terremotati di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo sabato a piazza Montecitorio, dove si sono radunati in circa 500 per manifestare. «Quelli che sono cambiati sono i governi. Tre governi, tre commissari, un sottosegretario e promesse non mantenute: visite, esami, parole mentre la ferita resta aperta. Siamo come ci avete lasciati: soli».

La ‘latitanza’ di Farabollini

I terremotati hanno anche denunciato a gran voce la «latitanza del commissario straordinario Piero Farabollini e la silente vergogna governativa» del sottosegretario Vito Crimi. «Hanno incrementato il ‘cratere’, da 41 comuni sono diventati 150 con una dispersione di denaro soltanto per avere dei voti. Ma che ci facciamo dei cinema, dei centri di aggregazione se non si ricostruisce. Voglio un decreto ad hoc, invece ci hanno inserito in quello di Genova e di Ischia», le parole di un uomo di Amatrice. In uno striscione sono stati esposti «i responsabili», dove figurano Borrelli, Di Maio, Salvini, Renzi e Zingaretti: «Non ci rappresentante. Vergogna, il tempo è scaduto. Siamo arrivati al paradosso che non tolgono le zone rosse per evitare di innescare il processo di ricostruzione».

«Basta passerelle»

Chi vive nell’area colpita dal terremoto vorrebbe una ricostruzione sociale ed economica con misure specifiche: una zona franca di medio-lungo periodo, incentivi alle imprese artigiane e azioni mirate al rilancio delle attività di agricoltura, allevamento e filiera agroalimentare. Per farlo tuttavia «occorre che siano garantiti lavoro e reddito alle popolazioni terremotate, oggi sfollate. Pertanto è necessario garantire un reddito trasformando il contributo di autonoma sistemazione in modo da evitare il rischio di spopolamento e allontanamento dal territorio insito nel cosiddetto reddito di cittadinanza». Messaggio conclusivo degli organizzatori del coordinamento dei comitati terremoto centro Italia: «Il tempo è scaduto. Basta passerelle di politici, è ora di agire».

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