‘Quantum Experience’ si presenta a Terni

Il progetto artistico con Silvia Piconi, a cura di Gianluca Marziani, in cui si fonde un corpo dinamico a una scultura statica

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Per Silvia Piconi il progetto Quantum Experience #2 parte con l’intento di riqualificare e rivalutare il tessuto urbano, in particolare, focalizza l’attenzione sullo studio di alcune delle sculture allestite nel corso degli ultimi decenni a Terni. «La storia della città e della sua comunità è cresciuta e si è sviluppata attorno alla cultura dell’acciaio che oggi, da mezzo di evoluzione e sostentamento economico, resta il punto obbligato e irrinunciabile da cui ripartire per dare forma ed ipotesi ad un futuro che sarà inevitabilmente diverso».

Gli spazi

Silvia Piconi sottolineata la scelta degli spazi, «sempre connotati da un valore specifico, ma anche il modo plastico in cui l’artista si fa scultura e si armonizza con l’opera prescelta, dando una consapevolezza al gesto aerobico, trovando una narrazione dentro il paesaggio, somatizzando su di sé la memoria dei luoghi». A Quantum Experience #2 è un «contenitore progettuale itinerante, un arcipelago di idee che unisce le isole delle singole mostre – sostiene il curatore Gianluca Marziani – l’ossigeno è la perfetta metafora per definire il modus operandi di Silvia. L’inspirazione riguarda l’ideazione, l’elaborazione e la costruzione dell’opera; l’espirazione riguarda, invece, l’inserimento dell’opera in un circuito espositivo, un’offerta di fruizione che rivela il pensiero, l’intimità e le emozioni al mondo esterno».

L’energia

In questo senso, spiega Silvia, «il lavoro e la ricerca artistica avviene ad un livello di attenzione fluttuante indotto da tecniche ipnotiche, dove si può raggiungere uno stato di profondo rilassamento, all’interno di una visione di realtà quantica, ovvero ‘energia’. Alleggerendo le tensioni mentali, possiamo avvicinarci al caos psico-emotivo interno in maniera più istintuale ed inconsapevole. Ciò permette alla mente cosciente di avere un dialogo diretto e profondo con il livello mentale in ombra, l’inconscio, che viene estrapolato e proiettato all’esterno in maniera più chiara grazie all’atto manuale-corporeo del movimento, attraverso i segni-simboli».

La storia della città reinterpretata con segni grafici

L’artista si confronta con il passato storico della sua terra ed elabora, attraverso un processo emotivo e corporeo, il suo messaggio espressivo. «La storia della città viene reinterpretata con segni grafici, simboli, performance corporee, realizzati in stati di autoipnosi a diretto contatto con le sculture: lo scopo è quello di rendere visibile l’invisibile in termini di realtà quantica energetica e di dare voce al reale». Il lavoro sperimentale ed artistico che Silvia Piconi dedica alla ricostruzione e valorizzazione della fitta trama di memorie storiche ed umane che hanno segnato la Terni dell’acciaio, arriva a «dialogare anche con alcune delle sculture presenti nel magico parco di De Felice a Torreorsina, poco distante. Un altro pezzo del patrimonio storico artistico e sociale lasciato alla comunità dai suoi uomini migliori che l’artista vuole contribuire a riportare a nuova e diversa luce. Il corpo si fa dunque medium per dare segno all’ambiente».

L’inaugurazione dell’evento e le tappe

L’evento verrà inaugurato il 1° dicembre nello spazio industriale della Canalicchio per poi raggiungere il museo di Scheggino, palazzo Collicola di Spoleto e concludere il suo percorso, il prossimo autunno, alla fondazione Carit di Terni.

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