Terni, recupero aree inutilizzate: il piano

Il cosiddetto Pravi dell’amministrazione è contenuto nel Dup 2019-2023: focus su Papigno, Pentima, teatro Verdi, Tulipano, Polymer e Casa delle musiche

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di S.F.

L’amministrazione comunale di Terni lo chiama il Pravi, acronimo di Piano recupero aree e volumi inutilizzati, ed è stato inserito nel rinnovato Documento unico di programmazione 2019-2023 approvato lunedì dalla giunta e ora in attesa di scontare la discussione in consiglio: il focus va dalla zona Polymer-BaseLl a via Narni, passando per Papigno, il teatro Verdi, la ‘Casa delle musiche’ e altro ancora. Non manca un riferimento al complesso ‘Le Terrazze’, l’ex Tulipano, sul quale – a quanto pare – l’attenzione di palazzo Spada non scende.

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L’area via Narni-Polymer

Il piano: Polymer-Basell, la riqualificazione

Il piano è contenuto nei punti programmatici – Terni dynamic green smart city  – del documento da oltre 300 pagine e contiene informazioni relative alle intenzioni dell’amministrazione su alcuni aspetti della città. A partire dall’area vasta Polymer-Basell, il primo punto trattato: «Ripensamento e riqualificazione produttiva e funzionale – si legge nel Pravi – non più come luogo produttivo di una chimica di base che è ormai uscita dagli assetti produttivi del paese e del mercato avanzato, ma come ampia superficie anche con i terreni adiacenti, di circa 50 ettari, che va riorganizzata, parzialmente rivalutata, dotandola di nuovi servizi avanzati e prioritariamente di una nuova viabilità, vista l’asfissia attuale del traffico a causa della mancata realizzazione della bretella parallela a via Narni, indispensabile dopo il trasferimento in Valnerina della superstrada Terni-Rieti».

13 OTTOBRE 1976: INIZIA LA LUNGA STORIA DEL TULIPANO

L’area inferiore de ‘Le Terrazze’

L’ex Tulipano e Roma, novità in arrivo?

C’è anche un breve passaggio in merito al complesso ‘Le Terrazze’, vale a dire l’ex Tulipano. Lo scorso maggio c’è stata la quarta asta a vuoto – prezzo base 3 milioni 142 mila euro, offerta minima di 2 milioni 357 mila – e la sensazione è che una svolta sia tutt’altro che vicina. Nel Pravi però si parla del «recupero come centro congressi e struttura alberghiera a servizio dell’area metropolitana di Roma e dell’Umbria»: preludio a qualcosa di concreto dopo anni di tentativi? Da ricordare che il 28 aprile 2004 fu adottata la variante parziale delle destinazioni ammesse con il passaggio – torre principale – da turistica-residenziale a residenziale con quota direzionale, con trasformazione successiva – 2005 – da centro congresssi a centro polifunzionale. Sul tema sta lavorando l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche.

COMPLESSO ‘LE TERRAZZE’, A MAGGIO QUARTA ASTA A VUOTO

La facoltà di ingegneria

Papigno, Pentima, università e bilanciamento

Più articolato invece il discorso legato ad un’altra area della città: «Papigno/Pentima. ‘Città della scienza, della tecnologia, dell’industria culturale e creativa’, anche nell’ottica di uno stretto collegamento sinergico con le politiche di promozione turistica e turistico-sportiva territoriale, nonché in possibili simbiosi con il vicino polo universitario ingegneristico-economico di Pentima. Dopo l’insediamento a fine anni ‘90 – si legge – del corso di laurea in Economia a Collescipoli, nella logica seguita a Perugia che ha spalmato gli istituti universitari su tutto il territorio cittadino, lo stesso fu trasferito nel ristrutturato convento di S. Valentino dopo la chiusura del corso di laurea in scienze politiche. Oggi la richiesta dell’ateneo è quella di aggiungere a Pentima economia ad ingegneria, nell’intento di raggiungere una dimensione minima per consentire l’erogazione di servizi agli studenti; su questa ipotesi si inserisce l’attuale proposta  di aprire una sezione della Scuola umbria di pubblica amministrazione che serva non solo questa parte di Umbria, ma anche parte del Lazio, oltre allo sviluppo del Data Center (ex Aspasiel) di Umbria Digitale anche per bilanciare in modo corretto la presenza sul territorio regionale delle attività dell’agenzia».

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L’interno del teatro Verdi

Il ‘buco’ teatro Verdi

Inevitabile – la fontana di piazza Tacito viene citata altrove – tirare in ballo il recupero del teatro Verdi: «Accertato il vincolo posto dalla soprintendenza, non solo sulla parte originale ottocentesca ma anche sulla ricostruzione post bellica, esperiti tutti i tentativi per una reinterpretazione dello stesso –  a differenza delle amministrazioni precedenti che hanno seguito idee progettuali anche contrastanti tra di loro e soprattutto tutte invalidate prima dal responso della Regione sulla vulnerabilità sismica, poi dal no della soprintendenza che ha vietato il rifacimento tecnologicamente avanzato della sala spettatori – l’amministrazione sta lavorando, per la prima volta dalla chiusura del teatro, ad una ipotesi di progetto architettonico complessivo che coniughi i vincoli strutturali citati con un riutilizzo funzionale ed esteticamente interessante di tutti i volumi». Si attendono passi concreti sul tema al netto dei colloqui con Marica Mercalli.

LA CASA DELLE MUSICHE E IL SOPRALLUOGO DI FINE 2017

La Casa delle musiche

Museo Armi, Casa delle musiche e Officine Bosco

Si prosegue – siamo sempre in ambito Pravi – con il completamento «del Museo delle Armi all’interno della struttura acquistata dal Comune a fine anni ‘90, oggetto di un primo intervento strutturale di consolidamento ma da circa quindici anni ancora in attesa di poter ricevere la raccolta tecnica ancora oggi conservata all’interno dello Smal». Altra zona da riqualificare/rilanciare si trova a borgo Bovio: «Utilizzo della Casa delle musiche ad iniziativa dei settori cultura e politiche giovanili». Per quel che concerne l’ex Cmm l’obiettivo è il «recupero alla originaria funzione di centro per produzioni cinematografiche ad iniziativa dell’assessorato alla cultura».

Il piano periferie

Nel corso dell’ultimo anno c’è stata battaglia politica sul Piano periferie. Questo il resoconto inserito nel Dup: «Diciassette idee progettuali, riguardanti brani di città vitali da valorizzare e recuperare, come percorsi ciclopedonali che contribuiranno a fare di Terni una città pulsante. Il Comune è in fase di attuazione, di cui alla delibera di giunta 228 del 25 agosto 2016 e successive modifiche e convenzione tra presidenza del consiglio dei ministri e Comune di Terni del 28 febbraio 2019, quale modifica della convenzione già sottoscritta a dicembre 2017. Strategia di riqualificazione della periferia Est riguardante l’ampia fascia che va dall’ambito della stazione al Lungonera attraverso un insieme coordinato di interventi comprendente opere pubbliche, azioni afferenti i temi socio culturali, interventi privati, per un importo complessivo di  13 milioni 833 mila euro, di cui 10 milioni 343 mila euro a valere dei fondi statali assegnati, 723 mila euro di cofinanziamento pubblico e 2 milioni 765 mila euro di cofinanziamento privato. Il progetto comprende il recupero delle aree stazione e Cmm, di largo Cairoli, del parco Rosselli, di una parte del lanificio Gruber, interventi sulle connessioni ciclo perdonali e interquartiere, quattro azioni afferenti ai temi socio culturali, quattro tra studi di fattibilità e azioni inerenti il marketing e l’innovazione, quattro interventi in capo a soggetti privati. L’attuazione del progetto avverrà con la gradualità propria della complessità del processo, ma anche in relazione alle problematiche inerenti il dissesto dell’ente e le modifiche introdotte dalla nuova convenzione». L’ultima parte del Pravi viene infine dedicata al piano di edilizia cimiteriale e l’emergenza da superare.

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