Umbria, una settimana per l’ultimo consiglio

Entro il 30 maggio nuovo passaggio in assemblea, per formalizzare le dimissioni e votare il taglio ai vitalizi. Il retroscena sul voto della Marini

Condividi questo articolo su

Serve un altro passaggio in consiglio, ma stavolta sarà meramente tecnico, per recepire (non discutere, tantomeno votare) la lettera Pec con cui Catiuscia Marini ha comunicato alla presidente Donatella Porzi (e quindi all’assemblea) la volontà di dimettersi.

Taglio ai vitalizi

La riunione sarà convocata al più tardi il 30 maggio, giorno in cui scade il termine per aderire alla riduzione dei vitalizi imposta dal governo, a meno di non voler perdere un bel po’ dei previsti ‘trasferimenti’ statali. Quindi, alla fine, è andata come voleva la maggioranza: le dimissioni sono state formalizzate dopo il voto del 26 maggio, con buona pace di chi – come Giubilei ad esempio – chiedeva una rapida soluzione della vicenda.

Campagna elettorale

Le prossime elezioni si terranno a questo punto nella finestra autunnale di ottobre mentre il consiglio regionale dovrebbe rimanere in carica solo per espletare gli adempimenti tecnici di rito e gli atti non prorogabili. Sarà comunque una campagna elettorale lunghissima (per certi versi già cominciata da un mese, dopo le dimissioni) che porterà la regione alle urne in un clima infuocato.

Il retroscena sul voto della Marini

Intanto, dai resoconti dei giornali emerge una rivelazione di non poco conto su quegli attimi cruciali che hanno preceduto la votazione. Prima che la Marini partecipasse al voto – era stato detto – c’era stato un parere all’ufficio di presidenza. Tutti avevano dato per scontato che il parere fosse stato positivo (tant’è vero che poi la Marini ha effettivamente votato). E invece emerge ora che in realtà il parere era stato negativo: nel caso di voto su una persona che fa parte di un ‘collegio’, il diretto interessato deve astenersi. Un aspetto che aggiunge un velo di mistero ad una vicenda già di per sé assurda.

Intanto per Barberini…

La procura di Perugia ha chiesto al tribunale del Riesame il ripristino della misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini indagato nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati in ospedale. Secondo i pm l’indagato, l’ex assessore, non essendosi dimesso dalla carica di consigliere, è ancora dentro alla gestione della cosa pubblica. Nel corso dell’udienza, i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano hanno anche chiesto al collegio di riconoscere l’ipotesi di associazione per delinquere nei confronti di nove persone fra manager e dirigenti medici, reato cassato dal gip Valerio D’Andria nell’ordinanza che il 12 aprile ha portato agli arresti domiciliari anche l’ex dg dell’ospedale perugino Emilio Duca, l’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi e l’ex segretario del Pd umbro Gianpiero Bocci.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli