Ricostruzione: «Giù le mani dalla Basilica»

In attesa che la Soprintendenza indica la gara da 1 milione per la rimozione delle macerie, la città si divide. Ma manca ancora il progetto

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E’ il simbolo di una ricostruzione a rilento, della burocrazia che ostacolo il ritorno alla normalità a un anno e mezzo dal sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia. A Norcia è arrivato Phili Hogan: «Sono qui a testimoniare e confermare l’impegno della Commissione europea per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto e per favorire la rinascita di questo territorio, soprattutto sostenendo le imprese agricole e l’occupazione giovanile», le parole del commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale .

Phil Hogan a Norcia

La ricostruzione Quella della Basilica di San Benedetto a Norcia è una ferita che fa fatica a rimarginarsi. Mentre il ministero peri Beni culturali ha indetto un bando di gara internazionale che decreterà la miglior proposta per la ricostruzione del simbolo di Norcia a livello europeo, una commissione straordinaria dovrà invece controllare e fissare limiti e paletti. Ma prima che qualcuno metta mano alla Basilica c’è ancora da rimuovere le macerie e finire di mettere in sicurezza le parti che sono rimaste in piedi.

IL TERREMOTO IN UMBRIA – ARCHIVIO UMBRIAON

Il progetto Tempi certi, dunque, per un avvio della ricostruzione, non ce ne sono. E’ il biasimo del sindaco di Norcia Nicola Alemanno è che finché non ci sarà una sistemazione delle macerie accumulate non ci si potrà neanche rendere conto dello stato delle cose. Le polemiche, intanto, non si sono mai placate in questo anno e mezzo e proprio il sindaco, investito da tutte, deve anche cercare di mediare tra le varie posizioni che sono emerse. Sulla piattaforma change.org, infatti, la Proloco di Norcia ha avviato una raccolta firme – si sono segnati più di 2 mila cittadini – dal titolo piuttosto eloquente ‘Giù le mani dalla basilica di Norcia’.

La petizione «Vogliamo che la Basilica venga ricostruita com’era, nel pieno rispetto della tradizione e della bellezza di Norcia – spiegano – rifiutiamo ogni proposta volta a sconvolgere l’aspetto e lo stile della città, con soluzioni moderne incomprensibili e soprattutto non volute dalla popolazione. La Basilica è un simbolo che va custodito gelosamente».

Rimozione macerie Al bando, dunque, secondo la Proloco, acciaio e modernità mentre è lo stesso sindaco a dover calmare gli animi. «Al momento non c’è nessun progetto su cui ragionare – ha spiegato all’agenzia Agcult – e non possiamo neanche sapere se dal recupero delle macerie riemergeranno tutti i materiali per immaginare una ricostruzione filologica e che quindi tenderà a riutilizzare lo stesso materiale proveniente dal crollo. Se ci fosse una possibilità di ricostruzione filologica si partirà da un tema, ma in caso contrario se ne aprirà un altro perché ci sono molte possibilità di poter sostituire il materiale che manca». L’unico, vero, problema, è quello di rimuovere le macerie.

La gara E qui la palla passa alla Soprintendenza che dovrebbe indire, secondo il sindaco, una gara da un milione di euro per la rimozione delle macerie. Bisogna, però, fare sempre i conti con la burocrazia: «Al momento le strutture pubbliche non sono in grado di fare questa gara e noi siamo fermi. Si procede troppo a rilento, stiamo accumulando un ritardo terribile».

La commissione Intanto, tra i prossimi appuntamenti, dopo la visita del commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, il sindaco proverà in tutti i modi a presentare la commissione che dovrà supervisionare la ricostruzione della Basilica proprio a Norcia. Non sono stati pochi, infatti, i mal di pancia, seguiti alla firma del protocollo d’intesa per il restauro della Basilica firmato a Milano, poche settimane fa, da Regione, Mibact, Comune e Arcidiocesi di Norcia. Per questo, secondo Alemanno, è importante riportare le decisioni vicino alla gente, in piazza, all’aperto.

LA VISITA DI PHIL HOGAN

Il commissario europeo Ma non ci sono solo le macerie e i beni culturali. Lunedì, infatti, è giunto in Valnerina il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan che ha affermato: «Lavoriamo perché la Bei-Banca europea degli investimenti possa mettere a disposizione fondi a favore degli agricoltori delle zone colpite dal sisma così che possano rimanere in queste terre e creare nuova occupazione giovanile». Ha inoltre riferito di aver contattato telefonicamente il vice presidente della Bei, Andrew Mc Dowel, sollecitando un intervento in queste aree «in collaborazione con le Regioni e il Governo nazionale». I fondi per l’agricoltura Oltre allo stanziamento di 1,2 miliardi di euro già messo in campo attraverso il Fondo di solidarietà della Commissione europea, il commissario ha ricordato che l’Ue ha stanziato aiuti aggiuntivi per 44 milioni di euro e che sono già disponibili 132 milioni di euro a favore del Psr-Programna di sviluppo rurale. Hogan ha sottolineato che i «fondi strutturali per le zone terremotate sono finanziati al 95% dalla Ue, quando invece, normalmente, sono al 50%». Il commissario, accolto dal sindaco Nicola Alemanno, dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e dall’assessore regionale alle politiche agricole, Fernanda Cecchini, ha prima visitato il centro storico della città, soffermandosi davanti alla Basilica di San Benedetto. Poi ha fatto visita ad alcune aziende agricole del territorio per vedere da vicino i lavori eseguiti grazie ai fondi del Prs. Il commissario si è detto molto soddisfatto: «farò il possibile – ha detto – perché la Commissione possa sostenere ancora con più forza la rinascita di queste imprese».
Le aziende Nel corso della visita ha avuto modo anche di degustare alcuni prodotti tipici come salumi e formaggi. Il sindaco Alemanno e la governatrice Marini hanno spiegato l’importanza della visita di Hogan evidenziando come «il settore dell’agricoltura sia trainante per la Valnerina e per l’Umbria».

Coldiretti Umbria «La presenza in Umbria – la nota – del commissario Hogan, importante in un’ottica di rilancio delle zone terremotate, è anche l’occasione per ribadire come l’agricoltura, da settore centrale per l’Unione Europea qual è, non possa pagare il conto della Brexit. Così Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria, in riferimento alla proposta della commissione Ue sul primo bilancio pluriennale dopo l’uscita della Gran Bretagna, che prevede un’importante riduzione per le spese di politica agricola Comune (Pac). Tagliare i fondi all’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione – spiega Agabiti, oggi a Norcia per la visita del Commissario europeo per l’Agricoltura Hogan – significherebbe minare le fondamenta della stessa Ue. Una scelta insostenibile non solo per le imprese, ma anche per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante che essa svolge per l’ambiente, il territorio e salute, secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea. Per il futuro della politica agricola Comune (Pac) occorre rafforzare le misure che escludono la ‘rendita’ e premiare chi vive di agricoltura – conclude Agabiti – valorizzando la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato».

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