Ricostruzione, Marini dal premier Conte

La presidente della Regione: «Serve una governance più snella per accelerarla, bene la disponibilità del Governo». Lucidi (M5s) polemizza

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«Abbiamo apprezzato la disponibilità del Governo a rendere più efficiente la ‘governance’ per la ricostruzione post sisma, anche attraverso modifiche normative, soprattutto in una fase come quella che si sta aprendo e che vedrà aumentare enormemente nel corso di questo anno, e del prossimo, il numero delle pratiche autorizzative per la ricostruzione. Questo è ciò che chiedono innanzitutto i cittadini»: così la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al termine dell’incontro con il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che si è svolto giovedì pomeriggio a Roma. Insieme a lei hanno partecipato alla riunione i presidenti di Marche, Abruzzo e Lazio, oltre al sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Vito Crimi, con delega a sisma e ricostruzione.

Il ruolo dei governatori

«In questo quadro – ha sottolineato la presidente – si inserisce anche la questione relativa alla riforma del ruolo dei presidenti di Regione in quanto sub commissari decisa con il decreto Genova e che ha cancellato l’intesa che in precedenza eravamo chiamati a dare per le ordinanze commissariali. Non era e non è una questione di ‘status’ del nostro ruolo. Riteniamo, infatti, che influisce negativamente proprio sulla ‘governance’ dell’opera di ricostruzione ed è anche la ragione alla base della fase di inerzia che si è venuta a determinare in questi ultimi mesi».

Il modello organizzativo

Nel corso dell’incontro, la presidente Marini ha sottoposto due principali richieste: una modifica del modello organizzativo, in modo da renderlo più dinamico e flessibile per poter far fronte al picco delle pratiche per la ricostruzione, e il potenziamento del personale degli uffici regionali e comunali impegnati nella gestione della ricostruzione. Riguardo al modello organizzativo «è necessario – ha detto – che sia il più prossimo possibile ai centri operativi maggiormente impegnati nella ricostruzione, a partire dal ruolo dei Comuni e dei sindaci, affinché si abbrevino e velocizzino al massimo i tempi del procedimento autorizzativo delle pratiche per la ricostruzione privata e le procedure che riguardano la ricostruzione pubblica».

Nodo personale

Quanto al personale da impegnare nella gestione della ricostruzione è «del tutto insufficiente – ha affermato ancora la presidente – perché negli uffici pubblici coinvolti abbiamo ad oggi a disposizione soltanto un quinto del personale che fu impegnato nella ricostruzione post sisma del 1997, a fronte invece di una maggiore complessità che quest’opera di ricostruzione presenta».

«Marini faccia tosta»

All’attacco, dopo l’incontro di giovedì, ci va Stefano Lucidi, senatore del Movimento 5 Stelle: «In un primo momento non volevo nemmeno crederci, poi ho riletto con calma e circoscritto i virgolettati dell’ex commissaria per il terremoto Catiuscia Marini e mi sono reso conto che invece è tutto vero. Sulla ricostruzione post-terremoto la Marini sproloquia e torna sui suoi passi: ha la faccia tosta di chiedere al premier Conte uno spostamento del modello di ricostruzione verso i centri operativi cioè verso i sindaci e verso i comuni. E il carrozzone degli Uffici speciali ricostruzione, gli Usr, chi lo ha progettato? – si chiede Lucidi – Chi lo ha proposto? Dove stavate fino a ieri? Queste dichiarazioni gridano vendetta, soprattutto alla luce del fatto che lo stesso capo dell’Usr ha dichiarato che la ricostruzione è praticamente ferma ma, nonostante tutto, è stato promosso in Regione Umbria e a fine anno sono arrivati perfino i premi dirigenziali. Per queste ragioni – conclude l’esponente del M5s – mi sono convinto a presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere una ispezione presso gli Usr per verificarne costi e benefici, verificare l’operato dei dirigenti e la possibilità della dismissione degli Uffici in favore delle strutture comunali. Tutto ciò al fine di chiudere il cerchio di un’operazione iniziata con la defenestrazione dei governatori di Regione dal loro ruolo di sub-commissari per la ricostruzione».

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