Rifiuti dal Lazio: «Nessuna emergenza»

L’Osservatorio Le Crete di Orvieto torna a contrastare l’accordo che prevede nuovi rifiuti del viterbese. Nuovi ‘fumi’ all’orizzonte

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Non solo la pattumiera dell’Umbria, ma anche quella del resto d’Italia. Continuano a contrastare l’accordo, siglato tra regione Umbria e Lazio dopo l’incendio alla discarica di Viterbo, i comitati ambientalisti e il tavolo dell’Osservatorio Le Crete di Orvieto che, a breve, inizierà a ricevere temporaneamente i rifiuti provenienti da Civitavecchia, Rieti e la stessa Viterbo.

Una protesta per la discarica di Orvieto

Troppi dubbi «Lo schema di accordo – affermano i consiglieri Cristina Calcagni, Roberta Tardani e Andrea Sacripanti, assieme a Ciro Zeno – è l’ennesima dimostrazione che questa nostra discarica continuerà ad essere utilizzata per gestire urgenze provenienti da ogni dove. Uno schema questo che ci fa nutrire perplessità e dubbi enormi soprattutto per le incongruenze tecniche che in esso si annidano». Il ragionamento del tavolo parte dal presupposto che la regione Lazio, in assenza di una vera e propria emergenza rifiuti, ha chiesto di poter conferire e lavorare nella discarica Le Crete di Orvieto circa 18000 tonnellate dei propri rifiuti non differenziati.

Ruolo provincia «La Regione, senza approfondire ed In maniera sovrana e gerarca decide noncurante del pensiero della comunità orvietana, e questo alla luce del silenzio delle istituzioni locali e del nostro primo cittadino, il quale per tutta risposta cosa fa?  Nulla. Non si oppone politicamente, non prende una posizione contraria al diktat regionale, non partecipa alla comunità orvietana quanto sta accadendo». Non solo, secondo gli esponenti dell’Osservatorio, l’atto in sé presenterebbe delle incongruenze. «La prima è relativa al fatto che la provincia dovrebbe controllare tutto il processo dei rifiuti laziali che entreranno nella discarica orvietana, quando poi la delega sui rifiuti non è di competenza provinciale ma regionale, fra l’altro una provincia di Terni in fallimento economico e che se avesse avuto delega sui rifiuti avrebbe dovuto partecipare attivamente all’accordo».

I fumi che fuoriescono dalla discarica

‘Nessuna emergenza’ «Secondo punto – prosegue la riflessione – ma non meno importante, è il passaggio dai 60 giorni, che inizialmente era il tempo necessario alla lavorazione delle 18000 tonnellate di rifiuti, agli 80 inseriti nell’accordo. La legge 182 secondo noi viene erroneamente interpretata dalla Regione, in quanto il principio di solidarietà alla regione Lazio non sussiste dato che la stessa non è in emergenza rifiuti, pertanto è suo dovere smaltire questi rifiuti negli altri impianti presenti nei propri territori, e non in Umbria e non soprattutto ad Orvieto».

Fumi e vapori Ma intanto, mentre ancora restano ignote anche le cause dell’incendio che, circa un mese fa, è scoppiato in piena notte anche a Le Crete, ancora oggi capita di veder fuoriuscire il fumo dalla discarica, in pieno giorno. E’ accaduto anche mercoledì mattina, come tante altre volte e, secondo il verbale redatto dai carabinieri forestali, quello sarebbe semplicemente vapore. «Rimaniamo convinti che il sindaco ed il suo partito aldilà dei proclami e conferenze stampa da ‘bar’ debbano rappresentare il nostro territorio coerentemente con ciò che dicono nelle stesse conferenze e coerentemente con il desiderata dei cittadini orvietani, i quali si sono già espressi dichiarando a gran voce che la discarica ad Orvieto non la vogliono più, altrimenti si dimettano in blocco».

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