Ristorazione, imprese Umbria: 2018 negativo

Elaborazione Fipe su dati Infocamere: 138 iscrizioni e 338 cessazioni d’attività. Tasso di natalità basso, giù quello d’imprenditorialità del 4,3%

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Iscrizioni a quot 138 – società di capitale, società di persone, individuali o altre forme – a fronte di ben 338 cessazioni nel corso del 2018. Questo il dato per l’Umbria relativo alle imprese di ristorazione nel 2018: a fotografare la situazione italiana – regione per regione – è l’elaborazione della Federazione italiana pubblici esercizi su dati Infocamere: l’Umbria è sopra la media nazionale per quanto riguarda il calo del tasso di imprenditorialità.

Perugia e Terni

Il dato italiano parla di 3,7 imprese perse ogni 100 attive. L’Umbria invece chiude a quota 4,3 una delle regioni con il numero più elevato: in provincia di Perugia si sono registrate 106 iscrizioni e 254 cessazioni, mentre in quella di Terni il rapporto è di 32 a 84. Andando nello specifico la tabella Fipe indica che nella categoria ‘ristoranti e attività di ristorazione mobile’ ci sono state 79 nuove iscrizioni e 205 imprese che hanno terminato l’attività.

Bar e caffé

A seguire bar e caffé. Crollo anche in questo caso: 57 iscrizioni e 130 cessazioni (38-94 nella provincia perugina e 19-36 in quella ternana). Segno negativo anche per la categoria ‘mense e catering’: 2 nuove attività e 3 stop.

I tassi

Da qui il calcolo dei vari tassi. Come detto quello di imprenditorialità (imprese iscritte-imprese cessate/imprese attivr) è del -4,3%, poi c’è quello di mortalità pari al 6,4% (imprese cessate/imprese attive, media italiana dell’8,1%) e, infine, quello di natalità, ovvero il rapporto tra le nuove iscritte e quelle attive: in quest’ultimo caso è del 2,8% contro il dato nazionale del 4,1%.

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