Rogo ThyssenKrupp: «Fare giustizia»

Terni, Usb e Fiom di Ast: «Lo chiediamo per quei sette nostri colleghi che dieci anni fa a Torino morirono sul lavoro». Il sindaco: «Ferita indelebile»

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«Dieci anni fa, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, presso la linea 5 dello stabilimento TK-AST di Torino si sviluppò un incendio che strappò alla vita sette nostri colleghi». Lo dice, in una nota, la Usb di Ast Terni.

MARCO PUCCI E DANIELE MORONI SONO IN CARCERE

La rabbia  «Le chiamavano e le chiamano “morti bianche”, ma di bianco quelle morti non hanno davvero niente. Sono figlie dell’arroganza del padrone che, considerata l’ormai certa e imminente chiusura dello stabilimento, decise di non investire più sulla sicurezza. A distanza di dieci anni la giustizia italiana ha confermato le condanne ai sei imputati, ma i due dirigenti tedeschi (Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz) sono ancora liberi, e vivranno anche questo anniversario nelle loro case in Germania. Lo troviamo inaccettabile, chiediamo che queste persone scontino la loro pena, chiediamo che i nostri sette colleghi e le loro famiglie trovino finalmente giustizia. Abbiamo pianto troppo, troppe lacrime versate per chi è morto sul lavoro! È ora di dire basta!».

HARALD ESPENHAHN E GERALD PRIEGNITZ SONO LIBERI

La Fiom Cgil Sull’argomento prende posizione anche la Rsu Fiom di Ast, che «a nome di tutti i lavoratori del sito, a dieci anni dal rogo alla ThyssenKrupp di Torino, ricorda con profonda commozione i sette colleghi morti in quella maledetta notte. Non ci stancheremmo mai di ribadire che quella tragedia ha segnato in Italia una delle pagine più tristi per il mondo del lavoro. Chiediamo che venga fatta fino in fondo giustizia, richiamando tutti i colpevoli alle proprie responsabilità. Purtroppo, registriamo ancora ad oggi nel nostro Paese troppe morti sul lavoro. Il nostro dovere è e sarà quello di continuare ad impegnarci affinché le aziende migliorino le condizioni di lavoro ed investano sulla sicurezza».

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo dice che «quanto accaduto il 6 dicembre del 2007, con un incidente devastante, che ha portato alla morte atroce di 7 operai, rimane nel vissuto di tutto coloro che considerano il lavoro come elemento fondante della società e Terni conosce benissimo questa centralità. Faccio mie le parole del presidente Mattarella, che ha parlato di ferita indelebile e che ha portato la vicinanza di una nazione alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti del rogo. Sottolineo il bisogno di giustizia, che deve essere equanime ed esteso a tutti coloro che sono stati ritenuti responsabili di quanto accaduto».

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