Salute e lavoro, Ast e Unipg in campo

Terni, al via una collaborazione triennale per monitorare gli effetti dell’esposizione ai metalli dei lavoratori dell’acciaieria

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Sviluppare all’interno di Acciai speciali Terni attività volte a coniugare in maniera efficace la promozione della salute e la ricerca scientifica collegata alla prevenzione delle malattie correlate al lavoro: questi gli obiettivi della convenzione sottoscritta tra l’azienda di viale Brin e l’Università degli Studi di Perugia che, in un arco temporale di tre anni, permetterà di attivare un posto di ricercatore a tempo determinato in collaborazione con il dipartimento di medicina dell’ateneo. La presentazione del progetto venerdì mattina nella biblioteca del Clt da parte dell’ingegner Massimo Calderini, direttore di stabilimento di Ast, del dottor Andrea Silvestrelli, medico aziendale e, per conto dell’Università, del magnifico rettore Franco Moriconi e del professore Giacomo Muzi, direttore dell’istituto e della scuola di specializzazione di medicina del lavoro.

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A cosa serve il progetto

Valutazione dell’esposizione cumulativa (professionale e non) ai metalli del lavoratori, valutazione dell’effetto di fattori di rischio (anche in questo caso professionali e non) sull’apparato respiratorio degli stessi dipendenti e infine valutazione degli stili di vita e attuazione di interventi di promozione della salute sono i tre piani sui quali si svilupperà l’attività di ricerca, che mira a raccogliere quasi 700 campionamenti biologici. «Questo progetto – ha spiegato Calderini – rafforza la collaborazione con l’Università di Perugia, avviata già 10 anni fa e mira ad investire sulla raccolta di dati di ricerca al fine di identificare tutti i parametri che, insieme agli stili di vita, possono incidere sulla salute dei lavoratori. Confidiamo, una volta raccolti i dati, di orientare i nostri sforzi nella direzione giusta». Per Moriconi «la convenzione è molto importante perché vede l’università agire in prima persona per tutelare la salute dei lavoratori».

I precedenti

Già nel 2015 è stata redatta una tesi di laurea in medicina riguardante uno studio pilota su circa 50 lavoratori dell’Ast inerente la valutazione dei loro stili di vita: è stato rilevato che la prevalenza di stili di vita non salutari (come fumo di sigaretta, dieta ricca di cibi carnei e grassi, scarsa attività fisica) era elevata. Tra il 2015 e il 2016 è stato anche effettuato un monitoraggio biologico su 604 lavoratori, dal quale è emerso che le concentrazioni di cromo urinario dei lavoratori sono ampiamente inferiori all’indice biologico di esposizione e sia le concentrazioni di cromo che di nichel urinari sono distribuite in modo simile a quelle rilevate in popolazioni di riferimento, non esposte professionalmente ai metalli.

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