Salvini a Terni: «Non siamo una colonia»

Caos istituzionale, Conte ha rimesso il mandato: il leader del ‘Carroccio’ in città dopo l’appuntamento con Mattarella attacca il Colle e spinge Latini. «Un sindaco ‘pulito’»

Condividi questo articolo su

Leonardo Latini e Matteo Salvini

In un primo momento sembrava non dovesse proprio presentarsi, perché a Roma si è scatenato – post ‘diktat’ dello stesso leader del Carroccio e di Luigi Di Maio del M5S – il caos istituzionale. E invece Matteo Salvini è giunto in città alle 19 (poco dopo il ‘premier’ incaricato Giuseppe Conte rimetterà il mandato): «Abbiamo lavorato – ha esordito nel duro discorso contro il Colle – per settimane giorno e notte per trovare accordo sul programma e prima ho parlato con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non si può mettere un ministro che non sta simpatico a Berlino ed è sgradito ai poteri forti? Vuol dire che è quello giusto. Se ci deve essere una ‘minaccia’, il governo con la Lega non parte. Mai andremo al governo con la sinistra e il Pd, che hanno rovinato l’Italia e l’Umbria». Brutta aria. In secondo piano tutti i discorsi sull’aspetto locale, inevitabile.

URAGANO SALVINI A TERNI: ATTACCO AL COLLE E SUPPORTO PER LATINI, IL VIDEO IN PIAZZA TACITO

Il passaggio in viale della Stazione

Candiani e Caparvi Dopo Di Maio venerdì sera, domenica tocca a Salvini giungere in città per dare un’ulteriore spinta alla candidatura a sindaco di Leonardo Latini: il ‘tour’ del 43enne avvocato e del numero uno della Lega è previsto che parta da piazza Tacito dopo un breve passaggio al congresso della Lega al Michelangelo. Il primo a prendere la parola è stato il segretario uscente Stefano Candiani, quindi il candidato Virginio Caparvi: «Eravamo – ha detto – il partito dello 0 virgola e ora siamo qui, consapevoli delle grande sfida di libertà per l’Umbria e gli umbri. Tutti uniti per un solo obiettivo: non dovremo solo vincere in Umbria, ma governare. L’Umbria è degli umbri».

Salvini, il ‘tour’ e Latini Una volta concluso il comizio al Michelangelo, Salvini ha percorso viale della Stazione e si è fermato in piazza Tacito, dove ha arringato i cittadini presenti: «Finalmente dopo decenni, il 10 giugno, scegliete un sindaco ‘pulito’ per la città. A livello nazionale, purtroppo, vi devo dire che abbiamo lavorato giorno e notte per tre settimane su un contratto che avesse al centro il bene degli italiani: poi domenica qualcuno ci ha spiegato che non dipende solo dagli italiani, ma anche dall’estero. Non ci sto a un paese di servi e di schiavi, non siamo una colonia né di francesi né di tedeschi».

Il caos nazionale: «Mai schiavi e servi» «Siamo un paese a sovranità limitata – ha attaccato – e non libero, mi sto convincendo di questo nelle ultime ore. La Lega ha già rinunciato a molte cose, alla dignità non rinuncio. Abbiamo messo tutto quello che avevamo, se qualcuno si prenderà la responsabilità di non far nascere un governo pronto a lavorare lo vada a spiegare a 60 milioni di italiani. Io non lo posso fare. Mai servi e schiavi. O si può lavorare bene o, se siamo in democrazia, non resta che restituire la parola agli italiani. Se ci sono ministri che vanno ai tavoli europei e che difendono interessi e salute degli italiani parte il governo, se parte condizionato dalle ‘minacce’ dell’Europa il governo non parte. Ringrazio Stefano Candiani, si è fatto migliaia di chilometri in giro per l’Umbria: l’esempio del parlamentare e militante della Lega. In Umbria siamo diventati l’incubo della Marini, facciamo un applauso alla governatrice». Alle 20 arriva l’annuncio: Conte ha rimesso l’incarico affidatogli il 23 maggio.

Sergio Mattarella

Il messaggio di Mattarella: «Non ho mai ostacolato» «Dopo aver sperimentato – ha spiegato il presidente della Repubblica – nei primi due mesi, senza esito, tutte le possibili soluzioni. Si è manifestata una maggioranza parlamentare tra il M5S e la Lega che, pur contrapposti, hanno raggiunto l’intesa dopo ampio lavoro programmatico: ne ho agevolato in ogni modo il tentativo di dar vita al governo e ho atteso. Pur consapevole che questo mi avrebbe attirato osservazioni critiche. Ho accolto la proposta d’incarico del presidente del Consiglio superando ogni possibilità. Ne ho accompagnato con piena attenzione il lavoro per formare il governo; nessuno può sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo, definito del cambiamento. Al contrario, ho accompagnato con grande attenzione questo tentativo; avevo fatto presente, senza ricevere obiezioni, che per alcuni ministeri avrei esercitato un’attenzione particolarmente alta sulle scelte. Nel pomeriggio Conte, che apprezzo, mi ha presentato le sue proposte che devo firmare e mi assumo la responsabilità istituzionale. Il mio ruolo non può subire imposizioni e ho condiviso tutte le proposte tranne quella per il ministro dell’economia: la sua nomina costituisce sempre un immediato messaggio di fiducia o di allarme per il mondo economico. Ho chiesto un autorevole esponente politico della maggioranza per quel ruolo, non visto come sostenitore di una linea che potrebbe provocare la fuoriuscita dell’Italia dall’euro: devo essere attento alla tutela del risparmio degli italiani. Inaccettabili e grotteschi giudizi sull’Italia sono da respingere». Giornata movimentata tra Terni e Roma. E proseguita con il passaggio di Salvini a Spoleto.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli