Esuberi alla Sangemini, l’azienda frena

Prima l’annuncio ai sindacati della ‘cassa’, poi l’incontro in Regione: la riorganizzazione del lavoro dopo il vero piano industriale

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Gli spettri che aleggiavano da settimane sulla Sangemini sono stati confermati: lunedì mattina, nel corso dell’incontro convocato in fabbrica con sindacati e Rsu, l’azienda ha annunciato l’intenzione di procedere a 26 esuberi, che verrebbero gestiti, al momento, attraverso l’attivazione della cassa integrazione straordinaria. Ipotesi che però deve fare i conti con il muro delle stesse organizzazioni sindacali, oltre che delle istituzioni, che hanno posto delle condizioni: prima il piano industriale e poi l’eventuale riorganizzazione del lavoro

I dettagli

Un esito, quello della ‘cassa’, che era temuto dai rappresentanti dei lavoratori dopo le voci che erano già circolate ufficiosamente all’interno dello stabilimento delle acque minerali, voci ora messe nero su bianco dal nuovo direttore del personale, Arturo Ferrucci. Ma durante l’incontro di lunedì mattina l’azienda – che era rappresentata anche dal direttore dell’area tecnica Cattaneo e dal responsabile dell’area commerciale – ha illustrato anche diversi numeri su obiettivi e piani: nel 2018 sono stati prodotti 112 milioni di pezzi, che dovrebbero arrivare a 170 mila euro la fine dell’anno (target ritenuto poco credibile dai sindacati visto l’arrivo dell’autunno, quando il consumo di acqua è notoriamente minore). La Sangemini ha anche assicurato, tra il 2019 e il 2020, investimenti nella linea vetro e rimodernamento delle altre, anche per arrivare all’auspicata diversificazione nel settore beverage.

Girandola di incontri

L’annuncio dato dall’azienda è stato subito comunicato ai lavoratori nel corso di un’assemblea, dai toni accessi, che si è svolta al termine della lunga riunione mattutina. Ma nel pomeriggio l’azienda è stata di fatto costretta a fare dietro front rispetto sia all’ipotesi di esuberi che della cassa integrazione, nel corso del tavolo già precedentemente convocato dagli assessori regionali Paparelli e Cecchini a palazzo Donini, al quale hanno preso parte anche i tre sindaci dei Comuni coinvolti. «Nessuno deve uscire dall’azienda se non per scelte volontarie» è stato sottolineato da istituzioni e sindacati, che hanno ricordato che l’accordo per le concessioni siglato dalla Sangemini con la Regione non prevede ridimensionamenti di organico e si chiedono «che fabbrica sarà da qui al 2024, data richiamata nell’accordo del 2014».

Il percorso

«Da parte nostra ci sarà massima disponibilità nel mettere in campo tutti gli strumenti possibili per ridurre al massimo i disagi dei lavoratori, ma prima di parlare della gestione del personale deve essere chiusa la prima fase, cioè quella del confronto approfondito e serio tra azienda e sindacati sul piano industriale» sottolinea l’assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli. Mercoledì, intanto, dalle 13 alle 15 si terrà una nuova assemblea in fabbrica.

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