Sangemini, l’azienda dà buca a tutti

Delusione e rabbia fra sindacati e lavoratori per la mancata presentazione del piano di sviluppo dell’azienda delle acque minerali

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Il piano di sviluppo doveva essere presentato mercoledì mattina alle 11 dalla proprietà – o chi per loro – della Sangemini. Ma in Confindustria, sede dell’incontro, per l’azienda delle acque minerali non si è presentato nessuno. Così associazione degli industriali, sindacati di categoria (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil) e rsu se ne sono andati senza aver potuto ascoltare idee e progetti – in parte temuti – relativi al futuro dello stabilimento. Delusi e arrabbiati anche i lavoratori – una quarantina – che dalle 10 avevano dato vita ad un presidio fuori dagli uffici di via Garofoli.

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Paure

«Ora diranno che è colpa nostra perché avevano minacciato che, con il presidio, non sarebbero venuti. Ma sarebbe un pretesto bello e buono. Piuttosto pensiamo che il piano di rilancio non esista, iniziamo a temerlo davvero». Le voci fatte circolare nei giorni scorsi avevano portato ad ipotizzare la cassa integrazione per circa 30 unità della Sangemini. Altra ‘mazzata’ dopo il fallimento del 2014 a cui aveva fatto seguito l’ingresso, pieno di speranze e con un’intesa siglata in Regione, della famiglia Pessina (Norda, Gaudianello). Oggi la situazione è di nuovo complicata. Molto.

Assemblea permanente

I lavoratori – sentiti dalle sigle fuori dai cancelli di Confindustria – hanno deciso per l’assemblea permanente, oltre che per la prosecuzione dello sciopero per mercoledì. L’azienda – contattata da Confindustria – si è detta disponibile, su precisa richiesta dei sindacati, ad incontrare sigle e rsu la mattina del 24 settembre presso la sede centrale di San Gemini. Successivamente, nel pomeriggio, si terrà l’incontro già fissato in Regione.

«Clima pesante»

«Se il clima è teso – affermano Flai, Fai e Uila in una nota – non è certo per colpa dei lavoratori che vogliono solo conoscere il loro futuro. La responsabilità dell’atmosfera pesante è eventualmente dell’azienda che da tempo fa girare voci preoccupanti all’interno degli stabilimenti, come quella di spedire un terzo dei dipendenti in cassa integrazione, invece di far conoscere i propri eventuali piani di sviluppo». Dai lavoratori, anche mercoledì mattina, è giunto l’invito al prefetto di Terni ad occuparsi direttamente dell’annosa vicenda, interpellando direttamente la famiglia Pessina.

Parla Grimani

Leonardo Grimani

«Ho appreso notizia – le parole del sindaco di San Gemini e senatore del Pd – dell’assenza della proprietà di Acque Minerali d’Italia all’incontro promosso presso la sede di Confindustria Terni sul tema del nuovo piano industriale riguardante il futuro dello stabilimento di San Gemini. Ritengo che questa assenza non aiuti a rassenerare il clima e non abbia consentito ai sindacati di esercitare il ruolo di rappresentanti dei lavoratori. Non può reggere la giustificazione relativa al fatto che i lavoratori erano presenti con un presidio. Le maestranze esercitavano il  diritto sacrosanto di manifestare e ciò non avrebbe determinato alcun problema al regolare svolgimento della riunione conoscendo il livello di civiltà e responsabilita dei lavoratori dello stabilimento di San Gemini. Nella riunione convocata in Regione per il 24 settembre sarà auspicabile chiarire le modalità di relazione tra azienda, sindacati, lavoratori e istituzioni».

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