Sangemini tira dritto, sindacati imbufaliti

Le organizzazioni sindacali: «Sciopero di due ore venerdì a fine turno, prosegue stato di agitazione»

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«Sottolineiamo ancora una volta con sdegno l’atteggiamento provocatorio della direzione aziendale dei siti di Sangemini e Amerino, che prende come pretesto la rottura del tavolo delle trattative, avvenuta mercoledì, per agire in modo unilaterale avviando l’apertura della procedura della cassa integrazione straordinaria». Questa la nota firmata giovedì firmata da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e rsu.

«L’AZIENDA TORNI AL TAVOLO»

La rottura e le provocazioni

Le organizzazioni sindacali ricordano che «a rompere il tavolo non è stato il sindacato, ma bensi l’azienda, dando una totale chiusura ad entrare nel merito del piano sociale e della trattativa sull’utilizzo e la scelta dell’ammortizzatore sociale conservativo. Siamo stanchi delle continue provocazioni, i lavoratori della Sangemini non possono pagare il piano di sviluppo e i mancati investimenti previsti nel precedente accordo, avvenuto al momento dell’acquisizione del Gruppo Norda nel 2014. Chiediamo alla famiglia Pessina le motivazioni per le quali solo i lavoratori della Sangemini dovrebbero pagare il prezzo degli investimenti che si andrebbero a fare… e e gli sbagli aziendali, di questi anni chi li paga?».

L’ABBANDONO DEL TAVOLO DA PARTE DELL’AZIENDA

Lo sciopero

Cisl, Cgil, Uil e rsu specificano inoltre che «il marchio Sangemini ha portato forza e valore aggiunto all’intero gruppo. Per tali ragioni in attesa dell’incontro in Regione, gia da noi richiesto, le organizzazioni sindacali e la rsu proclamano per la giornata di venerdì due ore di sciopero a fine turno e la prosecuzione dello stato di agitazione. Serve un grande senso di responsabilità da parte dell’azienda, affinché – chiudono – vi sia una ripresa delle trattative e un percorso condiviso, altrimenti gli sforzi fatti in questi anni dai lavoratori saranno vanificati».

«La parola data non vale?»

Amarezza anche fra i lavoratori, alcuni di loro commentano così: «Prendiamo atto che non per tutti la parola data è un valore, in particolare quando viene data davanti ai lavoratori, riuniti dall’azienda in assemblea, garantendo la modifica degli accordi del 2014 riguardo al personale. Lo stesso accordo che ora viene preso in considerazione per giustificare l’apertura della cassa integrazione straordinaria che apre scenari oscuri per i lavoratori della Sangemini».

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