Sanità a Terni: «Zero risposte ai problemi»

Lega e Tribunale dei diritti del malato attaccano il sistema-salute dalla Regione alla Usl, fino all’ospedale: «Territorio sempre penalizzato»

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di Lega Terni e Tribunale dei diritti del malato

Circa un mese e mezzo fa presso il Comune di Terni si è tenuto un incontro con l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini per evidenziare gli aspetti urgenti inerenti alle problematiche della sanità locale. Tali problematiche sono state sollevate inizialmente attraverso degli atti di indirizzo presentati dal consigliere Sergio Armillei e firmati dai consiglieri della Lega, votati all’unanimità da tutta la 2° commissione e poi sempre all’unanimità in consiglio comunale anche dalla minoranza.

In seguito, alla presenza delle rappresentanze dei sindacati di categoria, del Tribunale dei diritti del malato nella persona del presidente e dell’Ordine dei medici, si è svolto un incontro con l’assessore Barberini dove si è ribadita la necessità di affrontare le tematiche più urgenti come la bozza del programma sanitario regionale, le problematiche riguardante i posti vacanti di primario, la ‘Città della salute’, la carenza di personale medico e infermieristico e in particolare del servizio di riabilitazione, la cronica carenza di posti letto.

A tutt’oggi, nonostante le ulteriori sollecitazioni fatte nel tempo da parte delle suddette rappresentanze, ancora non si sono avute risposte definitive a nessuno degli argomenti posti. Riguardo al programma sanitario regionale si aveva proposto un incontro per rivedere la bozza che a parere unanime appariva penalizzante per la sanità ternana in particolare per l’alta specialità dato il tipo di organizzazione che il Psr prevede con accorpamenti di reparti e interaziendalizzazioni con direzione a Perugia e criteri meramente quantitativi delle prestazioni. Alla promessa di coinvolgimento dell’amministrazione comunale, delle rappresentanze sindacali e associative a un tavolo di confronto, non si è avuto attualmente nessun riscontro.

A fronte di moltiplicazioni di primari presso l’azienda ospedaliera, nella medesima specialità, si registrano ancora oggi, dopo due anni di rinvii, la mancata copertura dei posti di primario per la direzione di alcuni reparti, due fra tutti, l’ortopedia e la neurochirurgia.
La ‘Città della salute’, opera che da anni aspetta di essere avviata nonostante le procedure per la realizzazione siano da tempo state espletate, ancora non ha un percorso ben definito per la cantierizzazione.

Insistiamo nel denunciare la cronica carenza di personale medico, infermieristico e in particolare del servizio di riabilitazione che a fronte di una graduatoria esistente, di concorso espletato a dicembre dalla Usl, a cui la direzione dell’azienda ospedaliera avrebbe potuto attingere per far fronte al pressante problema della carenza di operatori, invece di aspettare mesi per l’espletamento dei concorsi interni. Attualmente la soluzione della direzione è stata, per sopperire al problema, quella di sottrarre operatori da un servizio di altissima importanza come la riabilitazione dei gravi cerebrolesi e spostarli ai reparti interni, creando disfunzioni, rimanendo insufficienti in entrambi i casi per il numero di prestazioni richieste. La conseguenza ancora oggi è di interruzioni in alcuni casi delle prestazioni e gravi limitazioni in altri.

Inoltre la cronica mancanza di anestesisti, di personale medico, infermieristico e di posti letto, sta creando ulteriori allungamenti delle tempistiche di attesa per gli interventi chirurgici programmati in tutte le branche che in alcuni casi vanno oltre l’anno, creando disagi enormi ai pazienti che quindi sono costretti a rivolgersi alle strutture private.

I posti letto, sempre in diminuzione di anno in anno, hanno causato come conseguenza la oramai aberrante consuetudine dei cosiddetti ‘posti corridoio’, dove i pazienti in queste condizioni sono costretti a stazionare in letti posti nei corridoi dei reparti, senza prese di ossigeno, di aspirazione e al pubblico oltraggio della mancanza della minima privacy.

Anche le strutture esterne nel territorio, dedicate ai ricoveri post acuzie per la riabilitazione, sono totalmente inadeguate, causando per la cronica mancanza di posti, inutili allungamenti delle degenze nell’azienda ospedaliera dei pazienti in attesa di trasferimento presso le strutture esterne, che oltre a essere superflui sono anche economicamente svantaggiosi.

I turni lavorativi a causa della cronica mancanza di personale, sono tali da non permettere spesso i turni di riposo compensativi, in palese contrasto alla direttiva europea, legge 161 del 2014, con pesanti conseguenze per i lavoratori a causa dell’affaticamento che può generare preoccupanti cali di attenzione in un lavoro delicato come quello degli operatori sanitari.

Per ultimo si vuole ricordare che mentre si sono effettuate, nel tempo, ripetute richieste di riportare la sede naturale della Usl 2 a Terni, cadute nell’oblio, a Foligno si inaugurava la nuova sede della stessa. L’assoluta mancanza di risposte in merito a situazioni emergenziali come quelle esposte, denota quanto la Regione, la Usl 2 e l’azienda ospedaliera ospedaliera tengano in poco conto la salute dei cittadini ternani già esposti a situazioni ambientali a rischio, considerandoli non meritevoli delle dovute attenzioni.

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