Sanitopoli, opposizioni ‘sfiduciano’ la Marini

Doppia mozione contro la presidente. Martedì mattina l’assemblea. L’avvocato Pepe: «Ricostruzioni lontane dalla verità»

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Due mozioni di sfiducia nei confronti della presidente della giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini. A presentarle, inviandole alla presidente del consiglio regionale Donatella Porzi, sono stati i gruppi Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, misto Umbria Next, misto Fiorini per l’Umbria ed anche, un secondo atto, i gruppi misto Ricci Presidente/Italia Civica e Movimento 5 Stelle. Le mozioni fanno seguito al clamore – ma pure agli arresti ed agli indagati – dell’inchiesta sui concorsi pubblici nell’ambito dell’azienda ospedaliera di Perugia. La Marini risulta indagata a piede libero, gli arresti – eseguiti venerdì – sono quelli dell’assessore regionale alla sanità Luca Barberini, del segretario regionale del Pd Gianpiero Bocci, del direttore generale del ‘Santa Maria della Misericordia’ Emilio Duca e del direttore amministrativo Maurizio Valorosi.

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«Incrinata l’autorevolezza dell’istituzione regionale»

«Il clima politico generatosi all’indomani dei rilievi apparsi sui giornali – si legge nella mozione – ha incrinato irreparabilmente l’autorevolezza dell’istituzione regionale per quanto concerne le decisioni da assumere in materia sanitaria. Si ritiene pertanto che la giunta regionale non sia più nelle condizioni di assicurare le proprie funzioni di governo della Regione». Nella mozione viene chiarito che «non si intende entrare nel merito delle vicende giudiziarie in quanto tale compito spetta alla magistratura». Si ricorda poi che l’azienda ospedaliera di Perugia «è la struttura ad alta specialità più grande ed importante dell’Umbria e che il 30 giugno prossimo si dovrà procedere alle nuove nomine dei vertici delle aziende sanitarie regionali». Nel secondo documento si legge invece che c’è «la necessità di una immediata nuova amministrazione regionale, con il ricorso a elezioni regionali anticipate» anche per dotare «il sistema sanitario regionale di strutture politico-direzionali in grado di assicurare efficacia ed efficienza decisionale in servizi essenziali quali quelli sanitari». Intanto il prossimo consiglio regionale è stato convocato per martedì mattina alle 9.30. All’ordine del giorno interrogazioni a risposta immediata, comunicazioni della presidenza – oggetto presumibile, l’inchiesta -, mozioni, disegni di legge e atti amministrativi.

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L’avvocato Nicola Pepe

«Verità distante dalle rappresentazioni dei giornali»

Intanto la presidente Marini – dopo che nel corso della mattinata lo ha fatto il neo assessore alla sanità Antonio Bartolini, in visita all’ospedale di Perugia – interviene attraverso il proprio legale, Nicola Pepe, con una nota relativa anche alle intercettazioni pubblicate nella giornata di lunedì dai media: «Si esprime un profondo stupore e più di qualche perplessità – afferma il legale -.  La delicatezza della vicenda, che ha interessato importanti àmbiti della sanità regionale ed alcuni suoi vertici, induce alla massima cautela ed al più assoluto rispetto non solo delle persone, a vario titolo coinvolte, ma anche dell’autorità che sta conducendo le indagini, verso cui si rinnova una piena ed incondizionata fiducia. Come dichiarato nella conferenza stampa di sabato 13 aprile, la presidente della Regione Catiuscia Marini non ha alcuna intenzione di alimentare strumentalizzazioni politiche che possano distogliere o anche solo costituire un intralcio all’accertamento della verità, assai distante dalle rappresentazioni fornite da alcuni articoli giornalistici. Assume primario interesse la necessità di garantire il massimo livello assistenziale del servizio sanitario regionale per la cui continuità sono state assunte tempestive determinazioni e saranno, in queste ore, individuate le competenze professionali più idonee a ricoprire gli incarichi di vertice. Il ruolo istituzionale rivestito impone alla presidente Marini – conclude l’avvocato Pepe – di anteporre anzitutto l’interesse pubblico all’accertamento integrale della verità, senza tuttavia rinunziare alla più ampia tutela della propria reputazione, civile e politica, in piena conformità a quei principi di rettitudine e rigore morale assoluto che hanno sempre contraddistinto il suo operato, anche di amministratrice».

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