Sanitopoli umbra, ora si parla pure di soldi

L’imprenditore Fanelli dice a Duca di aver dovuto pagare per poter conferire con l’assessore Barberini. Eppure non è servito a difendere i suoi interessi

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Una nuova intercettazione, un nuovo fronte, un nuovo coinvolgimento.  E una novità rilevante: finora le raccomandazioni (sempre presunte, fino a sentenza contraria, lo ricordiamo) si limitavano ad uno scambio di favori, di varia natura. Ora entrano in campo i soldi. 

INCHIESTA SANITOPOLI UMBRA – L’ARCHIVIO

L’intercettazione

Lo rivela il Corriere dell’Umbria, pubblicando alcune intercettazione a carico dell’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia, Emilio Duca (a proposito, lunedì cominceranno a lavorare i due nuovi direttori scelti dal commissario Onnis), da cui emerge che Brando Fanelli (indagato per corruzione) si lamentasse del fatto che non era mai stato ricevuto dall’assessore alla sanità Luca Barberini e addirittura Umbria Salute aveva disdetto un contratto con la sua azienda nonostante – e qui sta la notizia – avesse in più occasioni elargito denaro ad un uomo di fiducia dello stesso Barberini. 

Il virgolettato

«Prima di parlarci ho dovuto pagare una persona, non dico quanto, per chiedere di poter presentare il software Factotum che avete qui e che avete all’ospedale di Terni all’Asla di Fiaschini; l’assessore mi disse che mi avrebbe fatto fare la presentazione e invece niente, non sono potuto andare a parlare con Fiaschini e contemporaneamente l’azienda mi ha disdetto poco tempo dopo il software».

Ricorso contro la scarcerazione

Sarebbe proprio questa intercettazione – secondo la ricostruzione del Corriere – ad aver convinto i magistrati titolari dell’inchiesta, il procuratore Luigi De Ficchy e i due sostituti Paolo Abbritti e Mario Formisano, ad iscrivere sia l’assessore che l’imprenditore nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione. Ricordiamo che Luca Barberini è stato scarcerato dal tribunale del riesame, provvedimento che non è andato giù alla procura, che infatti ha fatto ricorso, chiedendo che venga ripristinata la misura degli arresti domiciliari. L’istanza verrà ridiscussa il 21 maggio.

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