Scafista-killer 42enne arrestato a Terni

L’uomo si era sposato con una ternana per evitare l’espulsione. Condannato a oltre 11 anni per la morte di 10 persone fra cui un bambino

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Deve scontare 11 anni e 8 mesi di reclusione lo scafista tunisino di 42 anni – Housam Hechiche – residente in un comune del ternano, arrestato dalla polizia di Stato di Terni nella giornata di mercoledì. L’uomo era salito agli ‘onori’ della cronaca nazionale il 4 marzo del 2015 quando, in una delle tante tragedie del mare, persero la vita per annegamento almeno dieci migranti – altri corpi non furono ritrovati – tra cui un bambino di 2 anni. Tra i 121 superstiti, molti lo indicarono come il comandante del barcone con a bordo circa 200 persone e che – ubriaco – aveva continuato a pilotare fino al Canale di Sicilia, nonostante avesse iniziato ad imbarcare acqua poche ore dopo la partenza dalla Libia. Ds qui le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio colposo.

In Italia e a Terni

Dopo un anno di carcere, scaduti i termini di custodia cautelare e in attesa del processo, era stato rimesso in libertà; nel 2016 era stato denunciato per ricettazione e nel 2018 per reati di droga. A Terni si era fatto conoscere nel luglio scorso, quando era stato arrestato dalla polizia Stradale per aver tentato di evitare un posto di blocco mentre si trovava alla guida di un’autovettura in stato di ebbrezza, causando anche un incidente. Uscito dal carcere di vocabolo Sabbione, era stato espulso ed accompagnato presso il centro di permanenza e rimpatrio di Bari dove, appena arrivato, aveva presentato richiesta di protezione internazionale, in virtù della quale, in attesa di essere convocato dalla commissione per il riconoscimento dello status di ‘rifugiato’, aveva lasciato il centro pugliese ed era tornato di nuovo a Temi.

La condanna a Siracusa e l’arresto a Terni

I suoi spostamenti ed i suoi contatti, però, sono stati monitorati dall’ufficio immigrazione della questura di Terni ed un mese fa è stato accertato che il tunisino si era sposato con una ternana, residente in un paese del circondario. Nel frattempo è emerso l’esito del giudizio emesso dalla Corte d’assise di Siracusa che lo ha ritenuto il comandante e conducente di un barcone lungo circa quindici metri in pessime condizioni, sovraccarico e privo di dispositivi di salvataggio e condotto, peraltro, in stato di ubriachezza alcolica. Il tribunale siciliano lo ha condannato ad 11 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento di 4 milioni e 400 mila euro come risarcimento del danno che, come riportato nella sentenza, «rappresenta la manifestazione istituzionale della umana pietà, espressa dal livello più alto degli organi di rappresentanza dello Stato italiano, per coloro che hanno perso la vita il 3 marzo 2015 nel mar Mediterraneo e per coloro che, pur sopravvissuti, sono stati vittima dei fatti in imputazione». Non appena ricevuto il mandato di cattura, gli agenti dell’ufficio immigrazione della questura di Terni nella giornata di mercoledì lo hanno rintracciato presso l’abitazione della moglie e lo hanno arrestato e condotto presso il carcere di Terni.

«Non ero io lo scafista»

Nella fase di merito il 42enne era stato difeso da un avvocato siciliano che non aveva impugnato in appello la sentenza della Corte d’Assise di Sicuracusa. Dopo l’arresto, invece, la difesa è stata assunta dall’avvocato Francesco Mattiangeli di Terni («valuteremo i contenuti delle carte e quindi il da farsi», afferma). In passato Housam Hechiche aveva respinto le accuse negando di essere lo ‘scafista’ e di aver pagato lui stesso per effettuare il viaggio: «E poi ero ubriaco, non ricordo nulla».

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