Terni, ‘San Giovanni’ e ‘Oberdan’: sos palestre

Dirigenti, docenti e genitori a palazzo Spada per lanciare l’allarme: «Muffa, sicurezza, inagibilità, Cpi, manutenzione, occorre intervenire». Scontro tra consiglieri e ‘fuga’

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di S.F.

Qualcuno è rimasto, altri sono andati via. Assistere a litigi e ascoltare urla – seppur per non più di un paio di minuti – non era ciò che volevano e spazientiti hanno deciso di lasciare palazzo Spada: momenti di tensione lunedì mattina a Terni durante la II° commissione in merito ai problemi delle palestre – e non solo – degli istituti ‘Oberdan’ e ‘San Giovanni’. Focus in particolar modo sulle strutture della ‘Manassei’ e della‘Falcone-Borsellino’: «Un problema per la sicurezza dei bambini, urgono interventi di manutenzione». Pressing su manutenzione ordinaria, straordinaria e Cpi.

UNA DOCENTE E L’ALLARME PER PALESTRA MANASSEI. SCONTRO E FUGA

Al centro Patrizia Fioretti, dirigente Oberdan

La convocazione e il pressing

Oltre dieci i rappresentanti – ci sono i dirigenti scolastici Patrizia Fioretti per la Oberdan e Teresa Assunta Fiorillo della San Giovanni – tra persone che lavorano negli istituti coinvolti e genitori. Molteplici le tematiche tirate in ballo, tutte accomunate dal fattore sicurezza e disagi per i piccoli che usufruiscono degli spazi. La prima ad esporsi è la Fioretti: «Non avrei voluto essere qui – esordisce – perché sono anni che rivendichiamo interventi nel nostro edificio: l’amministrazione comunale conosce bene le problematiche che ci riguardano ma oggi vogliamo focalizzarci sulle palestre. Abbiamo la fortuna di averne una bella nella scuola primaria, ristrutturata circa dieci anni fa, che rispondeva pienamente alle esigenze dei bambini: nel piano ordinario – ha sottolineato – per scelta pedagogica abbiamo lasciato due ore di educazione fisica, poi purtroppo il terremoto del 2016 ha procurato una lesione alla palestra e c’è stato l’immediato intervento degli amministratori regionali/comunali di allora. Chiedemmo un finanziamento alla Regione e ci fu la risposta positiva con chiusura temporanea: sono passati tre anni e nulla è cambiato. Abbiamo continuato a mantenere le due ore perché altrimenti si tolgono delle opportunità all’istituto, sperando che l’intervento avvenisse in tempi celeri». Ma non ci si ferma qui, anzi.

Teresa Assunta Fiorillo, dirigente San Giovanni

La ‘Manassei’ e il disagio

Ciò che avviene di conseguenza lo sottolinea sempre la Fioretti:« Durante il periodo invernale si utilizza la palestra della scuola secondaria di primo grado‘ Manassei’ confidando in una sua ristrutturazione perché c’è un problema enorme legato alle barriere architettoniche: tutti i ragazzi con disabilità non possono scendere perché l’accesso è dato da due rampe di scale, una interna ed una esterna. Poi ci sono infiltrazioni d’acqua e il pavimento è sconnesso, necessità di un intervento manutentivo importante. La sicurezza dei bambini, in totale sono circa 450, ci sta a cuore. Per fortuna c’è una pompa che assorbe le acque reflue e questo l’amministrazione lo ha fatto, va detto. In definitiva molti piccoli usufruiscono di una palestra in questo stato. E ricordo che i 250 della primaria, in inverno, devono attraversare il cortile e arrivare dall’altro lato: sì, non è un dramma, però non è il massimo. Abbiamo già partecipato a tanti progetti e noi abbiamo l’ambizione di migliorare il nostro istituto ed essere innovativi. Vorremmo essere in strutture altamente qualificate: se il quartiere di borgo Bovio avrà una scuola secondaria ci sarà una grande festa penso perché sono trent’anni che attendiamo». Il presidente del consiglio d’istituto della ‘Oberdan’ è Emanuele Asciutti, la leader del consiglio di circolo della DD ‘San Giovanni’ è Marina Cimini.

L’intervento della docente Oberdan di fronte al sindaco

L’inverno e la campanella

Il quadro è grigio insomma. Ci pensa Antonella Brugnetta, docente della primaria ad aggiungere altri elementi negativi: «Ogni volta che facciamo educazione motoria i bambini li facciamo vestire con cappotto e sciarpe, attraversiamo il cortile, la strada ed entriamo nella palestra del ‘Manassei’». Si prosegue con chi in quella zona ci lavora spesso, vale a dire la Torreggiani (unica insegnante della secondaria di I° grado alla ‘Manassei’): «Mi sta molto a cuore la mancanza di una campanella, siamo nel seminterrato e se c’è un allarme non abbiamo alcun segnale, è già successo in occasione del terremoto di esserci accorti in ritardo dell’evacuazione. Questo è un problema serio perché riguarda la sicurezza». Si aggiungono le voci di alcuni genitori presenti in aula: «Ci interessa lasciare i bambini in un luogo sicuro e non aspettiamo che avvenga una disgrazia. Chiediamo solo di poter stare tranquilli e che si faccia la manutenzione: mettiamoci una mano sulla coscienza perché ci sono anche dei ragazzi con disabilità. Tutti sono costretti a stare in un ambiente malsano, c’è anche la muffa».

La commissione

La Falcone-Borsellino e la palestra: «Non ho consentito accesso. Cpi scaduti»

I consiglieri di minoranza nel contempo entrano in tackle – particolarmente attivo Alessandro Gentiletti di Senso Civico – sull’assenza degli assessori convocati per l’appuntamento, Enrico Melasecche (sarà regolarmente in loco per lo svelamento video del palasport) e Valeria Alessandrini (ci sarà un seguito e il sindaco sarà ‘costretto’ a presentarsi a rappresentare la giunta). Poi tocca alla Fiorillo: «Sono qui dal 2016 – ha esordito la dirigente della DD ‘San Giovanni’ – e i plessi scolastici sono dieci che necessitano di manutenzione ordinaria/straordinaria. Li ho trovati con infiltrazioni e bagni non funzionanti, occorre un intervento alquanto corposo: alla XX Settembre qualcosa è stato fatto ma non basta. I bambini hanno diritto a stare in un ambiente sano. Lo scorso marzo ci fu una riunione per parlare proprio di questo e fu redatto un documento: da allora non c’è stato alcun riscontro da parte dell’amministrazione. Si possono sapere le tempistiche? In particolar modo c’è la palestra della ‘Falcone-Borsellino’: c’è stata la tinteggiatura e l’acquisto di attrezzature grazie alla fondazione Carit. Non ho consentito l’accesso quest’anno perché per quel che mi riguarda non è sicura in quanto il soffitto ‘percola’ dappertutto e c’è muffa. Non si può trovare un’alternativa in attesa dei lavori? E qual è la situazione dei Cpi (Certificati prevenzione incendi), sono tutti scaduti».

La Falcone-Borsellino

Le spiegazioni: «Tempi lunghi»

Fin qui ci siamo. Chi c’è dunque a dare dettagli sullo stato dell’arte? Gli assessori non ci sono e allora viene fermata la commissione per capire come muoversi. La presidente Rita Pepegna rientra con il sindaco Leonardo Latini che, prima di dire la sua, lascia spazio al funzionario opere pubbliche Stefano Fredduzzi: «Per la palestra principale della Oberdan la pratica è ferma in Regione perché ci assegnarono 300 mila euro di finanziamenti. Ci chiesero quindi di fare una valutazione per capire se fossero sufficienti, il collega ha seguito le linee guide ed è venuto fuori un importo da 680-700 mila euro. La Regione ha detto stop a quel punto, siamo in attesa del loro ok. Capitolo Manassei: nel piano triennale sono previsti 225 mila euro per i lavori di adeguamento (50 mila della Regione e il resto da finanziare), è per l’anno 2020 e ci manca il progetto esecutivo da fare. Per le manutenzioni ordinarie il collega sta facendo ciò che può fare». Infine la Falcone-Borsellino: «Due finanziamenti e un contributo per complessivi 300 mila euro. Riguarda la sistemazione, l’adeguamento e l’ammodernamento, oltre ai Cpi. Sono vincolati al bilancio e per ora non si possono utilizzare, appena avremo la disponibilità si faranno le gare. Tempi? Lunghissimi, purtroppo».

Il cortile interno della Oberdan

Tocca al sindaco: «Istanze legittime, ma situazione particolare»

Subito dopo è Latini stesso a parlare – Gentiletti lo ringrazierà per essersi presentato, continuando a criticare il forfait degli assessori tirati in ballo – dell’argomento: «Sono accorso nonostante non avessi avuto notizie in merito. Posso dire che l’assessore di riferimento ha già segnalato le problematiche, sono problemi che si protraggono da nni: purtroppo la Regione ha avuto qualche problema negli ultimi mesi sull’ammontare del finanziamento e speriamo risolvano. Gli altri interventi li possiamo mettere nel piano delle opere pubbliche e lì ci scontriamo con la possibilità dei mutui. Fondi già acquisiti non spesi? Una normativa ci impedisce di metterli tutti a regime a causa del dissesto finanziario, ci sono dei vincoli sugli avanzi. Questa delle scuole è una delle tante emergenze, l’attenzione c’è ma siamo calati in una situazione particolare anche a causa della situazione del personale, al minimo storico. Cercheremo di portare avanti le progettualità, le vostre istanze sono legittime. Conosco la drammaticità di alcune di loro, ne ho consapevolezza perché c’è la sicurezza dei bambini in ballo. Gli uffici stanno facendo il possibile», conclude.

La Oberdan

«Ok, e nel frattempo?»

Una volta ascoltate le argomentazioni del funzionario e del sindaco, sono due mamme a chiedere lumi: «Ok, nel 2020 forse si muove qualcosa da ciò che ho capito. Ma nel frattempo cosa facciamo? C’è qualche alternativa possibile?». La seconda invece ha pungolato – palestra Manassei – sulla «muffa che si trova sulle pareti che sostengono i pilastri di cemento, sono infiltrati dall’acqua e quando piove non possono accedere i bambini. Si può proseguire così per un altro anno?».

Il sindaco ascolta le lamentele di una mamma

La bagarre e la ‘fuga’: «No strumentalizzazioni»

Gli animi si scaldano sul finire di commissione (poi arriverà anche il vicesindaco Andrea Giuli in sostituzione di Latini). La scintilla nasce da una frase della Pepegna: «Non sapevamo cosa ci fosse richiesto, ma solo del problema palestre», replica ai consiglieri che vorrebbero risposte e non mere informazioni. Scatta Francesco Filipponi (Pd): «Non è vero, c’è una lettera protocollata». All’inizio sembra che si chiuda così e invece irrompe Paolo Cicchini (Lega, nel frattempo anche Gentiletti si scalda): «Basta», l’invito dell’esponente del Carroccio ai colleghi di minoranza. «Ma basta de che», replica Filipponi. Seguono un paio di minuti di urla e accuse sotto lo sguardo perplesso di dirigenti e docenti: spazientite, prendono e se ne vanno. «Niente strumentalizzazioni in questo modo, il compito deve essere tutelare la scuola». La presidente di commissione annuncia un aggiornamento e Latini, prima di andar via, cerca di riportare l’ordine: «Quest’aula non diventi un’arena, è luogo istituzionale. E non credo si possa dire che questa maggioranza non affronti i problemi, è falso, anche da parte di chi è in campagna elettorale (si riferisce a Melasecche ed Alessadrini): il contradditorio tecnico non si fa con i soggetti che sono stati ascoltati oggi, è chiaro. Le difficoltà non le abbiamo creato noi, lo ricordo – l’attacco ai consiglieri di minoranza – chi alza la voce a sproposito, non c’è necessità di dividersi per risolvere i guai». Nel frattempo però chi ha lanciato l’allarme – la Fioretti – era già andata via, stufa delle urla.

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