Semina a Castelluccio: lunedì si comincia

Norcia: i trattori percorreranno la Sp 477 per predisporre la semina della lenticchia. Domenica l’Esercito trasporta aratri e sementi

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Hanno aspettato sei mesi dal sisma. Sei mesi di incertezze, preoccupazioni e proteste. Ma alla fine, per gli agricoltori di Castelluccio di Norcia, è arrivato il momento di ricominciare. Come annunciato nei giorni scorsi, infatti, lunedì 3 aprile si daranno appuntamento a Norcia alle 8 del mattino per poi salire tutti insieme verso il Pian grande e dare inizio alla semina della lenticchia, quella che ha reso il piccolo borgo famoso in tutto il mondo e che oggi diventa il simbolo della ripartenza della Valnerina.

NORCIA, PARTONO I MEZZI AGRICOLI – VIDEO

Il programma Già domenica, a partire dalle 13, la pesante attrezzatura necessaria – con seminatrici e trattori a cingoli – si metterà in cammino, trainata dai mezzi dell’Esercito. Un viaggio che durerà ore e che, passando per Pretare di Arquata del Tronto – la strada di circa 90 chilometri che nei mesi dopo il sisma è stata l’unica via per andare da Norcia a Castelluccio – porterà nella piana tutto l’occorrente per cominciare. Gli agricoltori, invece, a bordo dei trattori, raggiungeranno i loro campi il giorno dopo – lunedì, appunto – passando per la strada provinciale 477, quella che in poco più di 20 chilometri collega Norcia al borgo, per la cui riapertura hanno lottato a lungo. La strada senza la quale sarebbe stato praticamente impossibile cominciare la semina. Saranno due le carovane che, attraversando percorsi differenti, raggiungeranno il borgo di montagna, completamente disabitato dopo la scossa di terremoto di cinque mesi fa. I trattori, una ventina con gli aratri al seguito, saranno fatti transitare attraverso la galleria di Forca Canapine che l’Anas riaprirà proprio per permettere il passaggio dei mezzi. Portare tutti i trattori e i mezzi a Castelluccio richiederà molte ore: motivo per cui probabilmente l’attività di aratura comincerà solo martedì mattina, per poi andare avanti per qualche giorno.

L’evento simbolico Ricominciare a coltivare, per le tante aziende agricole di Castelluccio, messe in ginocchio dal sisma, è l’unico modo per ripartire. E così la semina della lenticchia sul Pian grande – che dà luogo in estate alla ‘Fiorita’ che richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo – quest’anno diventa il simbolo della rinascita di tutta la Valnerina. Proprio per questo, quella di lunedì sarà una sorta di festa: sui loro trattori, gli agricoltori isseranno le bandiere dell’Italia e dell’Europa, oltre ovviamente a quelle di Coldiretti, che ha avuto un importante ruolo di mediazione con le istituzioni. «Abbiamo lottato tutti insieme per un nostro sacrosanto diritto – hanno spiegato – sostenuti dalla comunità locale e, alla fine, anche dalle istituzioni. Non è mai stato così bello poter seminare la lenticchia, sarà una grande festa per tutti».

La strada La vittoria degli agricoltori è stata la riapertura della Sp 477, con la garanzia che ci saranno due fasce orarie (la mattina alle sette e la sera alle sette e mezzo), per attraversare con le proprie auto la strada, senza la necessità di dover attraversare tre regioni e fare cento chilometri a tratta per andare a tornare dal piccolo borgo. Molti di loro usufruiranno di questa possibilità mentre qualcuno rimarrà a dormire a Castelluccio, avendo a disposizione le due strutture ancora agibili. Il permesso straordinario di circolare sulla 477 sarà autorizzato solo per una ventina di giorni, quelli necessari alla semina della lenticchia e prima che inizino i lavori di messa in sicurezza.

Proteste e soluzioni La proteste erano cominciate due domeniche fa, con una manifestazione che aveva portato alla riapertura della galleria Forca Canapine per portare i trattori fino alla piana. Poi erano proseguite con la decisione degli agricoltori di passare due giorni e due notti al freddo accanto ai propri mezzi, a Norcia, per ottenere di poter transitare da Castelluccio a Norcia nei giorni della semina, senza dover rimanere bloccati nel borgo disabitato. Alla fine, dopo gli incontri con i rappresentanti della Regione e grazie alla mediazione di Coldiretti, la perseveranza dei coltivatori ha dato i suoi frutti e la soluzione è stata trovata.   

Prossimo obiettivo La semina, dunque, adesso sta per cominciare e la lenticchia di Castelluccio è salva. Ma il lavoro per riportare alla vita il piccolo borgo è appena iniziato. Il prossimo obiettivo è che la strada possa tornare ad essere aperta definitivamente per i primi di giugno – quando le piante fioriranno e dando vita allo spettacolo della fioritura – per fare in modo che i turisti possano ammirarlo come fanno ormai da decenni. Salvata l’agricoltura, bisogna salvare anche il turismo.

Le pecore donate a Cascia

Pecore in dono Intanto a Cascia, nella giornata di sabato, sono giunte 780 delle 1.000 pecore donate dai pastori sardi, in nome di un’antica tradizione isolana di solidarietà chiamata ‘Sa paradura’. Nei prossimi giorni arriveranno le altre. All’iniziativa hanno aderito oltre 600 pastori di circa 150 comuni della Sardegna. Gli animali sono stati caricati su due autotreni imbarcati su una nave a Olbia assieme a 500 quintali di foraggio. Il dono del maxigregge è stato possibile grazie ad un’operazione logistica di assoluta rilevanza coordinata dalla Coldiretti. Gli ovini sono stati ‘accolti’ in Umbria da Albano Agabiti e Diego Furia, rispettivamente presidente e direttore della Coldiretti regionale: «Un gesto di solidarietà – affermano – che acquisisce ancora maggiore valore se si considera che tantissimi pastori si sono privati di parte del proprio gregge nonostante la drammatica situazione di crisi che sta vivendo l’allevamento in Sardegna dove si trova il 40% delle pecore italiane».

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