Sentenza Raggi, Sappe: «Vile aggressione»

Terni, il segretario del sindacato di polizia penitenziaria sulle tensioni all’esterno della corte di appello di Perugia: «Messo a rischio l’ordine pubblico»

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di Fabrizio Bonino
Segretario nazionale Sindacato autonomo polizia penitenziaria – Sappe

La segreteria regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria intende complimentarsi con il personale appartenente al Nucleo Traduzioni della casa di reclusione di Spoleto per la professionalità dimostrata nel respingere, senza supporto alcuno, un vile atto di aggressione perpetrato il lo scorso 26 settembre all’esterno della Corte di appello di Perugia ad opera di taluni soggetti sconosciuti, di cui si auspica un’immediata identificazione anche a mezzo delle immagini videoregistrate dalle telecamere presenti.

Amine Aassoul

Amine Aassoul

Solo la prontezza di riflessi e le capacità professionali del personale di polizia penitenziaria impiegato, hanno impedito che l’episodio sfociasse in un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico e che il detenuto oggetto del tentativo di aggressione (Amine Aaassoul, l’omicida di David Raggi, ndR) fosse raggiunto dai colpi sferrati dagli aggressori, che hanno anche persistito colpendo e danneggiando il mezzo impiegato per il servizio.

Dell’accaduto è stata prontamente notiziata l’autorità giudiziaria competente per l’accertamento di ogni profilo di responsabilità. Ai colleghi impiegati di scorta, oltre alla solidarietà e alla vicinanza per l’aggressione subita, va il plauso del sindacato per aver ‘comunque’ tutelato l’incolumità del detenuto (benché condannato a 30 anni di reclusione) e per aver impedito che l’aggressione assumesse conseguenze ben peggiori di ordine pubblico nel cuore del capoluogo umbro.

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