Mercato Perugia: ecco le verità di Goretti

Il direttore dell’area tecnica in conferenza annuncia Rosi e poi svela i retroscena su mancati acquisti e mancate cessioni. L’attacco a Monaco e il ricordo di Leo

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Attesa per svariati motivi la conferenza stampa del direttore dell’area tecnica Roberto Goretti, non ha deluso le aspettative. Fra i temi caldi quello legato al terzino ex Roma e Genoa Aleandro Rosi, a cui era legata una lunga telenovela che va avanti da novembre. Telenovela che è appena finita: «Rosi ha firmato – ha annunciato Goretti – farà le visite mediche dopodiché lo ufficializzeremo».

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Arriva Rosi:  «I tifosi devono capirlo»

«Capisco perfettamente i suoi tentennamenti – dice Goretti a proposito di Rosi, viste le perplessità di una parte della piazza dopo le lungaggini della trattativa – perché non è facile scendere in serie B dopo aver giocato per dieci anni in serie A; il discorso non era economico ma di categoria, di prestigio, tant’è vero che lui in serie A avrebbe guadagnato meno di quanto prenderà qui a Perugia, io lo capisco e spero che lo capiscano anche i tifosi. Lui ci aveva detto che in serie B avrebbe scelto solo Perugia e così ha fatto. I tifosi devono capirlo, sono sicuro che lui con il suo entusiasmo li conquisterà». Per stessa ammissione di Goretti, a Rosi serviranno una trentina di giorni per rimettersi al pari con i compagni e poter essere considerato abile e arruolabile.

«Non sono del tutto soddisfatto»

«Umar Sadiq ci piaceva da due anni e per fortuna siamo riusciti a prenderlo subito, considerando che Bianchimano ci aveva chiesto di andare a giocare. Abbiamo scelto di prendere due difensori e due centrocampisti che potessero essere utili sia per quest’anno che per il prossimo, al di là della categoria. Abbiamo centrato tre obiettivi su 4, quindi non sono soddisfatto». Il nodo è sempre lo stesso: il terzino sinistro. «Ero un po’ abbattuto, sono state le parole di Nesta a tirarmi su: mi ha detto che ha delle idee, vedremo…».

Le mancate cessioni di Falasco e Moscati

Falasco aveva molte richieste e aveva dato disponibilità ad andare – racconta Goretti – ma le operazioni non si sono concluse perché non è arrivato il tanto inseguito terzino sinistro. «Ho parlato con Nicola, ci parlerò ancora – insiste Goretti – voglio che lui si senta un nostro calciatore e faccia il possibile per fare meglio del girone d’andata e riconquistare il posto». Discorso analogo per Moscati, arrivato in estate con gli squilli di tromba, anche sull’onda emotiva del 2014, si è caricato di troppe responsabilità che poi sono rimaste deluse. «Per questo avevamo deciso di farlo partire, considerando che il Brescia era partito forte su di lui, poi invece è rimasto e può tornare utile in vari ruoli anche se – puntualizza Goretti – io non lo vedo come terzino destro».

Il caso Monaco: «Mix di presunzione e poca intelligenza»

Goretti è poi durissimo con Salvatore Monaco, il difensore a cui è stato prolungato il contratto due anni fa, salvo poi una clamorosa rottura nei rapporti l’anno scorso, che si concluse con la cessione alla Salernitana lo scorso gennaio. Da promessa, Monaco è di fatto diventato un giocatore ‘non a disposizione’, per non dire ‘fuori rosa’. Ma la colpa – a sentire Goretti – sarebbe tutta la sua: «Quando si unisce la presunzione alla scarsa intelligenza succedono queste cose». Secondo il dt, Monaco non avrebbe alcun motivo di risentimento: «Lo abbiamo preso dall’Arezzo dove prendeva il minimo di stipendio, ne abbiamo fatto un giovane ricco». Poi ricostruisce gli ultimi passaggi: «Questa estate è tornato da Salerno e ha detto alla società e all’allenatore che voleva andar via, gli ho chiesto di mettersi a disposizione del tecnico, che poteva farlo crescere, ma lui rispondeva che non ‘poteva’ (e sottolinea il verbo; ndr) giocare a Perugia, però al tempo stesso ha rifiutato tutte le opzioni che gli prospettavamo con squadre importanti di serie B e di serie C, che gli offrivano anche un aumento di stipendio».

Perché non è arrivato il terzino sinistro

Goretti li chiama esplicitamente «pali in faccia», quando parla dei mancati arrivi di Cacciatore e Martella, sfumati nell’ultimo giorno di mercato: «Avevamo chiesto appuntamento al mediatore il 30 mattina, lui non era disponibile e lo ha spostato al 31, ma nel pomeriggio del 30 si è inserito il Cagliari e ce lo ha soffiato; fra l’altro il presidente del Chievo ci aveva assicurato che non lo avrebbe venduto che a noi, siamo stati noi a dirgli di lasciarlo andare visto che il calciatore aveva fatto la sua scelta». Con Martella la dinamica è stata meno drammatica: «Il 31 gennaio a pranzo avevamo praticamente chiuso, ma è intervenuto il Brescia e noi siamo stati lenti a reagire con una contro offerta». Ma c’erano altri due nomi per quel ruolo: Robert Mazan e l’ex Marko Pajac: «Con Marko avevamo un accordo personale e sarebbe tornato se non ci fossero state squadre di Serie A interessate, ma sono strafelice che possa giocarsi le sue carte all’Empoli, se lo merita. Su Mazan, viceversa, abbiamo preferito non insistere».

Nel finale, il ricordo di Leo Cenci

 

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