Siccità, a Castelluccio lenticchia a rischio

Danni al raccolto stimati in circa il 40%, agricoltori pronti a chiedere contributi. Non si placano le polemiche sulla ‘delocalizzazione’

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Nonostante le piogge dei giorni scorsi, i timori per i danni che la siccità potrebbe causare al raccolto rendono la ‘ripresa’ ancora più difficile. Proprio in un momento in cui, soprattutto, seminare e raccogliere il prodotto tipico per eccellenza, in quella zona, ha significato tanto per gli agricoltori e gli abitanti del posto.

Siccità La lenticchia di Castelluccio soffre. Le temperature alte, il caldo, la siccità. Secondo le prime stime, dicono gli agricoltori, si potrebbe perdere un 30-40% del raccolto. «Abbiamo fatto questa stima in una riunione a Norcia con Andrea Sisti, presidente dell’associazione mondiale degli agronomi – spiega l’agricoltore Gianni Coccia, presente all’incontro con i proprietari delle altre aziende agricole – anche se l’entità del danno reale sarà nota solo alla fine del raccolto, che comincerà la settimana prossima e si concluderà nella prima decade di settembre».

Contributi «Nonostante le piogge della scorsa settimana che hanno interessato l’intera vallata di Castelluccio – ribadisce Coccia – questa bolla d’aria calda non ha risparmiato nemmeno le colture di alta quota». Al via quindi nei prossimi giorni le domande di circa 40 aziende agricole di Castelluccio per i contributi, che si potranno richiedere compilando un modulo. 

Il progetto

Delocalizzazione Ma intanto non si fermano le polemiche sul progetto di ‘delocalizzazione’ delle attività commerciali con la costruzione di una struttura ‘temporanea’ sulla Piana di Castelluccio. Così, dal Movimento 5 Stelle, piovono interrogazioni, alla Camera, al Senato e in Regione, per conoscere nel dettaglio le caratteristiche del progetto da oltre due milioni di euro per la super struttura ‘temporanea’ da 6 mila metri quadrati che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbe ospitare ristoranti, bar, caseifici e servizi per i turisti ma assomiglia ad un centro commerciale.

TUTTO SUL TERREMOTO IN UMBRIA

Interrogazioni «Il progetto è stato promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dalla Regione Umbria e , a quanto si apprende, dovrebbe ricevere dalla Protezione Civile un finanziamento di 2,5 milioni di euro. Ricordiamo che l’area di Castelluccio si trova all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Soprattutto, vogliamo sapere se davvero il progetto sarà smantellato non appena sarà conclusa la fase di ricostruzione – e nel costo previsto siano compresi gli oneri di demolizione- oppure se, come accade spesso in Italia, ‘abbellirà’ in modo permanente la già disgraziata Castelluccio».

La ‘ferita’ In merito intervengono – nota congiunta – Mountain wilderness, Cai, Wwf (di Umbria e Marche) e il Grig: «Castelluccio di Norcia, per il suo paesaggio, la sua storia, l’incanto che desta in ogni visitatore, è simbolo identificativo del parco nazionale dei monti Sibillini e dell’Appennino tutto, sintetizzando e rappresentando la bellezza dell’intero nostro Paese. Completamente distrutto dal terremoto dell’ottobre scorso, la sua rinascita interessa non solo la popolazione, ma l’intera comunità nazionale, e internazionale in quanto luogo conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Oggi Castelluccio rischia di diventare emblema delle contraddizioni, approssimazioni, ritardi, mancanza di vera partecipazione che stanno segnando la ricostruzione del meraviglioso territorio dell’Appennino centrale colpito dal sisma. Mentre le macerie ancora ingombrano l’abitato a testimonianza del terribile dramma, apprendiamo dalla stampa inquietanti notizie e immagini di un progetto calato dall’alto per costruire un ‘villaggio’ definito ‘deltaplano’ che occuperà una superficie di centinaia e centinaia di metri quadrati sotto il centro abitato di Castelluccio nel versante che guarda il Pian Grande. In tale villaggio verrebbero delocalizzate ‘transitoriamente’ – e cioè per almeno 15- 20 anni, quanto durerà la ricostruzione – numerose attività produttive ed economiche tra cui dieci ristoranti, tre caseifici, otto negozi. Ciò comporterà un enorme sbancamento e, inevitabilmente, la realizzazione di un megaparcheggio in grado di accogliere migliaia di visitatori, con conseguente ulteriore consumo di suolo. Il tutto realizzato in deroga alle norme di tutela, ignorando il Parco e la partecipazione democratica dovuta in scelte di tale portata e impatto che ipotecano il futuro dei territori. La ferita inferta – proseguono – dal ‘deltaplano’ sarà visibile dal Monte Vettore, dal Pian Grande e dal Pian Piccolo, condizionerà e stravolgerà per sempre il paesaggio di Castelluccio, sottolineando ulteriormente l’ipocrisia della transitorietà. Trova così conferma l’intervento degli interessi speculativi nella ricostruzione, soprattutto in quella dei territori più delicati e pregiati: richiamati dalla ghiotta opportunità della deroga, tali interessi produrranno inevitabilmente danni permanenti e irreparabili. Prendiamo atto che la dimensione del devastante sisma condizionerà il modello di rinascita e conseguentemente il futuro di questo territorio, ma Castelluccio non può vincolarsi e connotare la pubblicità di una multinazionale: ne rimarrebbe schiacciato nel giro di pochi anni.
La sua cifra, il suo brand, è nella bellezza del luogo, nel suo capitale naturale: uno spazio libero, pulito, immenso da percorrere con lo sguardo fino ad incontrare il paese arroccato, dalle linee e dai contorni inconfondibili. Tutto ciò e l’atmosfera magica che lo avvolge non possono essere stravolti e distrutti da progetti fantasiosi, improvvisati, improbabili. A Castelluccio la sua gente deve poter tornare a vivere e lavorare come ha fatto finora: in armonia con l’ambiente naturale. Nel ribadire che Castelluccio rappresenta un simbolo di interesse generale e che il percorso per la sua vera rinascita esige una partecipazione effettiva la più ampia possibile, le sottoscritte associazioni denunciano il rischio che il progetto della Regione dell’Umbria violi gravemente l’integrità del territorio; fanno appello affinché si dia trasparenza ed evidenza alle scelte per la ricostruzione di luoghi simbolo come Castelluccio; si avvii un confronto tra visioni e soluzioni progettuali diverse, anche attraverso un’effettiva partecipazione dei soggetti pubblici e privati e in particolare del Parco finora escluso da ogni decisione; la ‘situazione di emergenza’ non deroghi le norme sulla partecipazione, ma coinvolga il parco nazionale dei monti Sibillini, la popolazione, i soggetti interessati, le associazioni ambientaliste per un reale confronto tra visioni e soluzioni compatibili; al fine di delocalizzare le attività economiche e commerciali, vengano immediatamente realizzate piccole strutture lignee effettivamente transitorie e non impattanti, variamente dislocate intorno al centro abitato, le quali potrebbero oltre tutto comportare un risparmio di tempo e di spesa rispetto al ‘progetto’ della Regione dell’Umbria. Le sottoscritte associazioni – concludono – chiedono a tutti i soggetti che hanno a cuore Castelluccio di unirsi a questa denuncia ed a questo appello».

Nessun progetto «Non esiste alcun progetto di ‘centro commerciale’, né tantomeno  – smentisce, con una nota, palazzo Donini – esiste alcuna ipotesi di delocalizzazione di attività commerciali, produttive e quanto altro, nella Piana di Castelluccio. Le informazioni che a tale riguardo stanno circolando in queste ore hanno tanto il sapore di una vera e propria ‘bufala’. Per fugare ogni dubbio e fornire precise informazioni circa il progetto di struttura temporanea che si intende realizzare a Castelluccio è convocata una conferenza stampa per domani, 20 luglio, alle ore 11, presso la sala Giunta a Palazzo Donini a Perugia».

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