Ast, siglata doppia intesa al Mise

Nuovo lungo incontro al ministero dello sviluppo economico. Questa volta – attesa ma non scontata – è arrivata la firma delle parti: ok a piano industriale e integrativo

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Un altro confronto andato avanti per ore, ma finalmente decisivo per trovare l’intesa sul piano industriale biennale dell’Ast di Terni: dopo ampia discussione e valutazioni approfondite mercoledì pomeriggio al ministero dello sviluppo economico è arrivata la firma sul verbale d’accordo da parte di istituzioni, azienda e organizzazioni sindacali. 60 milioni di investimenti in due anni, mantenimento del milione di tonnellate di acciaio liquido di produzione, forza lavoro stabile a 2.350 unità alla fine del biennio, sono i tre capisaldi su cui si fonda l’intesa, siglata dall’ad di Ast Massimiliano Burelli, dal capo del personale Luca Villa, dai rappresentanti locali e nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb, dalle rsu di stabilimento e, per conto del ministero, dal vice capo di gabinetto, Giorgio Sorial. A questa intesa si aggiunge quella sul contratto integrativo, che per l’anno fiscale 2018/2019 prevede 4,1 milioni di euro lordi messi a disposizione da Ast ai lavoratori (circa 1.740 euro l’uno) attraverso premio di risultato e altri istituti.

TUTTO SU AST

50 impiegati in esubero su base volontaria

Nelle cinque pagine del primo verbale – ‘partotito’ dopo numerosi incontri cominciati ad ottobre, sia in ambito nazionale che locale – l’azienda ha messo nero su bianco il risultato della trattativa con le rappresentanze sindacali, come prevedibile rivelatasi più ‘ostica’ sul fronte occupazionale. «Il numero dei dipendenti – si legge – passerà da 2.356 attuali a 2.350 con un contestuale e necessario riadeguamento dei profili professionali, che si tradurrà nella riduzione del personale con qualifica impiegatizia nella misura di 50 unità, ricorrendo a strumenti di mobilità condivisa, volontaria e incentivata secondo modalità, tempi e condizioni che saranno discusse con la rsu e le organizzazioni sindacali territoriali nell’ambito delle procedure di legge, e nella stabilizzazione, cioè trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato alle dirette dipendenze di Ast, di personale attualmente utilizzato con contratti di somministrazione. Per quanto riguarda il perimetro complessivo degli organici della società, considerando anche il personale somministrato, non si prevedono variazioni nel periodo di vigenza dell’intesa. Eventuali variazioni significative, su richiesta di una delle parti, saranno oggetto di confronto con la rsu».

I target produttivi e gli investimenti

Numeri, quelli relativi ai dipendenti, ‘calcolati’ sulla scorta degli investimenti e dei volumi produttivi previsti, sempre nel biennio: per quanto riguarda il primo punto, tenuto conto delle difficoltà di mercato attuali, Ast prevede un volume di produzione minimo di 940 mila tonnellate minime di acciaio liquido nell’anno fiscale in corso, e di un milione nel prossimo, oltre ad un incremento della capacità produttiva di laminato a freddo pari al 12% complessivo nel biennio, un obiettivo che però secondo i sindacati è «difficilmente conseguibile senza un significativo intervento sull’innovazione di processo». Una nota, questa, fatta mettere a verbale dalle organizzazioni sindacali nella parte in cui si parla appunto degli investimenti: 31,5 milioni di euro nell’anno fiscale in corso, di cui 14,5 circa nel rinnovo impianti, 5,3 sul fronte della sicurezza e dell’ambiente, 4,1 per l’efficienza. I 28,5 milioni del 2019/2020 verranno invece specificati successivamente. L’azienda si è inoltre impegnata negli investimenti sul fronte dell’approvvigionamento energetico per finanziare la realizzazione dell’Interconnector, per il quale provvederà ad erogare ulteriori 22 milioni di euro entro il 2019.

Focus sul commerciale

In merito al capitolo dedicato alla strategia commerciale, Ast «si impegna a continuare il rafforzamento ed il consolidamento della struttura commerciale, al fine di presidiare mercati in crescita e più remunerativi come quelli degli utilizzatori finali, in Italia ed all’Estero». Inoltre «il focus commerciale sarà ulteriormente enfatizzato per quanto riguarda nuovi prodotti ed applicazioni (acciai speciali alto resistenziali, acciai super-austenitici, acciai ferritici di nuova generazione per tubo automotive), al fine di creare nuove e profittevoli linee di business a completamento della gamma attuale». Un riferimento viene dedicato anche alla Società delle fucine, per la quale verrà rafforzato l’assetto produttivo del prodotto cilindri, con investimenti in mezzi e persone, e al Tubificio, per il quale si prevede un rafforzamento commerciale, produttivo e qualitativo del ‘tubo decorato’ (con significativi aumenti di volumi) per compensare la flessione del ‘tubo marmitta’, che in ogni caso rimane il core business del prodotto tubo.

Il Governo: «Ast centrale». E in sede locale si continuerà a trattare sull’integrativo

Assenti nell’accordo le istituzioni locali, il Governo dal canto suo si impegna a «supportare lo sviluppo dell’azienda e delle sue peculiarità produttive attraverso tutti gli strumenti disponibili a legislazione vigente, confermando la strategicità delle produzioni di acciaio inox del sito Acciai Speciali Terni per il sistema manifatturiero italiano». Quanto al verbale allegato, quello relativo al contratto integrativo, per il biennio Ast metterà a disposizione risorse economiche aggiuntive rispetto a quanto già previsto dagli accordi firmati nel 2014, tra fisse e variabili, pari a 4,1 milioni euro (al lordo di tasse e contributi a carico dei lavoratori), che saranno destinate in parte al premio di risultato ed in parte ad altri istituti. Le parti si pongono inoltre l’obiettivo di giungere alla definizione di un accordo sul contratto integrativo con le rsu aziendali, supportate dalle organizzazioni sindacali di categoria, entro il 28 giugno. Le parti si sono inoltre impegnate ad aprire un tavolo di confronto, articolato per aree produttive e funzioni aziendali, sul tema dell’organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di giungere in modo fattivo alla definizione delle situazioni problematiche e ad individuarne le più opportune soluzioni. Prima, però, via alle assemblee per un confronto sul piano con i lavoratori.

La Fim Cisl: «Bene, ora l’integrativo»

Così il coordinatore nazionale siderurgia Fim Cisl Raffaele Apetino ed il segretario ternano del sindacato, Simone Liti: «Si tratta di un accordo che prevede circa 60 milioni di euro di investimenti confermando la strategicità del sito di Terni nel business di Thyssenkrupp.  L’intesa prevede un aumento dei volumi produttivi passando da 940 mila ad un 1 milione di tonnellate di acciaio ed inoltre sarà incrementa la produzione di laminati a freddo. Salvaguardata l’occupazione per il biennio 2018/20. È un accordo importante – osservano i due sindacalisti – che dà prospettiva al sito di Terni, in cui anche il governo si impegna a riconoscere la funzione strategica. Ora è necessario che lo stesso governo ne sostenga la strategicità con atti concreti, come è necessario concludere quanto prima il confronto in sede territoriale per arrivare all’accordo su contratto integrativo necessario per dare una risposta economica ai lavoratori».

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