Sii, quote Asm ad Acea: ‘fuga’ dal consiglio

Terni: manca il numero legale e la seduta salta. Maggioranza non pervenuta sull’atto già contestato da opposizioni e comitati civici

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Non un bel segnale per l’amministrazione comunale e per il percorso – ampiamente avviato – di cessione delle quote del servizio idrico detenute da Asm, alla multiutility Acea. Dopo tante polemiche ed anche una accorata difesa dell’operazione – lunedì in commissione – da parte del sindaco di Terni, Leonardo Latini, e del presidente di Asm, Mirko Menecali, il consiglio comunale che martedì pomeriggio avrebbe dovuto affrontare la questione, è saltato per mancanza del numero legale. Assenti vari consiglieri di maggioranza – in aula erano 15 su 17, per qualcuno lo spostamento della seduta da lunedì a martedì sarebbe stato penalizzante – ma è l’impasse, nel suo insieme, a rappresentare un parziale stop politico alla questione. Esultano le opposizioni e i comitati/associazioni giunti in aula per dire ‘no’ alla vendita. Musi lunghi fra banchi della maggioranza e della giunta comunale.

Peso specifico

Il badge alzato – equivalente ad assenza dall’aula – da parte della minoranza ma pure degli esponenti di Uniti per Terni (Orsini, Fiorini, Leonelli, Pincardini) e di Michele Rossi (Terni Civica), è un altro segnale che la maggioranza dovrà sudare, e di che tinta, in determinati passaggi. Questo, forse, si sapeva già ma quanto accaduto martedì è la conferma del ‘peso specifico’ che, ad esempio, il gruppo UpT ha assunto con i nuovi ingressi.

Appello ascoltato

Accorato, e in fin dei conti ascoltato, l’appello di Fabio Neri (comitato No Inceneritori) che ha chiesto a gran voce all’assemblea di ‘fermarsi a riflettere e sospendere la procedura’: serve tempo – per Neri e per chi era con lui in platea – per analizzare un passaggio delicato, ritenuto rischioso, comunque importante per il servizio idrico di Terni e del territorio. Poi ci sono anche gli appelli dei consiglieri di minoranza – come Simonetti e Gentiletti – che hanno paventato ai colleghi di maggioranza, i rischi – anche di fronte alla magistratura contabile – di un ‘voto al buio’. Che abbiano fatto breccia nelle coscienze di qualcuno?

Ferranti: «No Inc chieda audizione». Uniti per Terni: «Noi determinanti»

Il presidente del consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti, al termine della seduta, ha voluto puntualizzare su quanto successo. «Il regolamento – ha spiegato – prevede due appelli a distanza di 30 minuti l’uno dall’altro. Al secondo ho constatato che non c’erano 17 consiglieri. Ho infine invitato il presidente del Comitato No inceneritori a non intervenire in aula in maniera arbitraria, ma a chiedere una regolare audizione che mi sono impegnato a svolgere nel giro di 48 ore». Rivendica il proprio ruolo nel far saltare la seduta il gruppo Uniti per Terni. «Siamo stati determinanti – hanno dichiarato i consiglieri in una nota congiunta – nella mancanza del numero legale, per noi si tratta di un atto doveroso nei confronti di tutti coloro che su questa vicenda chiedono trasparenza e il rispetto di tutta la normativa. È una vicenda complessa, occorre che l’amministrazione comunale dica con grande chiarezza che cosa vuole fare di Asm e come intenda gestire nel futuro l’idrico che non può essere appannaggio di un privato».

Senso Civico e M5s all’attacco

Per Alessandro Gentiletti di Senso Civico il rinvio della seduta «è una grande vittoria della città, Terni si riprende la sua titolarità su una vicenda essenziale come quella di un bene essenziale quale l’acqua. È una vittoria di tutte quelle forze che hanno chiesto trasparenza, approfondimento, dibattito. Non si può alienare una presenza strategica, determinante, con tanta disinvoltura. Voglio esprimere rispetto a quei consiglieri di maggioranza che non se la sono sentita di avallare un’operazione per molti aspetti spregiudicata pronta a barattare la strategicità di un servizio fondamentale come quello idrico per piccoli interessi. A fronte di un tema estremamente complesso e con molteplici risvolti, non solo politici, ma soprattutto tecnici, giuridici ed economici, la maggioranza non ha garantito il numero legale. Il fatto è di estrema gravità politica e non può essere in alcun modo sottaciuto o non affrontato. La città ha già pagato fin troppo nel passato a causa di situazioni analoghe di paralisi politica. Si attende da tempo ormai la nomina dei nuovi assessori su deleghe cruciali come la scuola, l’università, l’urbanistica, l’edilizia e i lavori pubblici. Si attende ora che il sindaco e la giunta dicano con estrema chiarezza al Consiglio comunale e alla città che cosa vogliono fare per la gestione di tutte le partecipate ad iniziare da Asm, che cosa vogliono fare per la a gestione di servizi che hanno una ricaduta pesantissima sulle tasche e sulla salute dei Ternani, quale lo smaltimento dei rifiuti, la gestione dell’acqua e delle forniture energetiche. Noi chiediamo che in consiglio vengano portati i piani industriali, progetti di sviluppo delle aziende pubbliche che siano realmente capaci di coniugare occupazione, tariffe contenute, ricadute ambientali sostenibili. Non è con la vendita a soci privati del patrimonio aziendale della città che si risolvono i problemi, non è con accordi in stanze ristrettissime che si ridà dignità ad una città che da tempo chiede un reale e profondo cambio di passo nella salvaguardia dei suoi interessi collettivi e strategici». «Le numerose lacune evidenziate durante i lavori in commissione di una operazione che si voleva assicurare in una rapidità alquanto anomala – ha dichiarato il Movimento Cinque Stelle – hanno fatto si che la maggioranza non abbia raggiunto il numero legale. Comprendo i dubbi di tanti consiglieri a fronte di una operazione ancora da chiarire in molti aspetti, in particolare sul futuro dell’idrico quale bene essenziale della comunità ternana. Volendo sintetizzare la giornata di oggi con una battuta questa operazione fa acqua da tutte le parti come purtroppo molte delle reti idriche».

La Femca Cisl

Sulla questione del passaggio di quote, dopo la Filctem Cgil martedì è intervenuta anche la Femca Cisl, tramite il segretario Fabrizio Framarini. «Della vicenda della cessione del 15% delle quote di Asm ad Umbriadue di cui si sta dibattendo proprio in questi giorni – dice -, quello che colpisce è per così dire, la velocità di esecuzione dell’operazione. È del tutto evidente che questo tipo di operazioni, al netto della loro bontà, hanno bisogno del tempo necessario prima di essere portate a termine. Cambi o conferme di statuti, così come variazioni anche piccole di percentuali tra un soggetto e un altro, possono oggi sembrare di poca importanza ma in realtà potrebbero, una volta a regime significare molto». Per la Femca Cisl «in questa operazione si tratta di conciliare la strategicità di un azienda territoriale con il conto economico della stessa, non dimenticandosi poi che l’oggetto del contendere è l’acqua pubblica e la sua gestione. Tra l’altro anche l’organizzazione tra territori sugli stessi servizi offerti, vedi il caso di Asm e Aman, se da un lato necessita di armonizzazione, dall’altro deve tenere in considerazione le diverse peculiarità territoriali. Come Femca Cisl – conclude Framarini – invitiamo quindi a ragionare in maniera approfondita e completa intorno all’argomento, senza proclami ma contestualmente senza leggerezza, coinvolgendo tutti gli attori interessati nessuno escluso».

Il Pd

«Il gruppo consiliare del Partito Democratico ritiene  la mancanza del numero legale in consiglio comunale, oltre che la prima vera presenza massiccia dei cittadini in sala nella attuale consiliatura, le due uniche note positive della giornata di ieri. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a disposizione delle minoranze per dissuadere una maggioranza sempre più nel caos, al fine di evitare che una decisione del genere venisse presa in poche ora senza una minima riflessione. Abbiamo elencato in trasparenza tutte le criticità della delibera. Ora auspichiamo una riflessione più attenta e profonda prima di qualsiasi decisione. Una riflessione che dovrebbe coinvolgere con un pronunciamento anche tutti gli altri consigli comunali interessati oltre quello della città di Terni. È passato sicuramente il messaggio che abbiamo lanciato, ovvero che l’ipotesi di cessione del 15% delle quote Asm ad Umbriadue espone ad una grave perdita di interessi l’ente comunale, e indebolisce la città e i cittadini con una perdita reale di quella ‘sovranità’ tanto sbandierata dalle forze di destra. Dobbiamo combattere un eventuale  indebolimento del ruolo strategico della città, che avverrebbe con la svendita di un bene assolutamente inalienabile e universale come l’acqua pubblica. Infine apprezziamo le proposte del Comitato No Inceneritori, le consideriamo una buona base di confronto. Rimaniamo a disposizione ancora una volta per discutere con i tempi e le modalità necessarie su decisioni che interessano l’intera collettività ternana. Francesco filipponi e Tiziana de Angelis».

Sinistra Civica Terni

Dopo il caos in consiglio c’è anche Sinistra Civica Terni ad esporsi: «Riteniamo – la nota del coordinamento politico di SCT – del tutto inadeguata l’azione politica della giunta Latini, che, tra cambi di casacche, assessori intercambiabili che hanno utilizzato il Comune per ambizioni personali e ulteriori debiti dell’ente, oltre a qualche ritocco stradale e alle luminarie natalizie, non riesce a dire e a concretizzare nulla di veramente significativo. Per questo, Sinistra Civica Verde sarà in campo per costruire un’opposizione politica coerente e coesa al fianco dei cittadini e dei lavoratori per una sinistra moderna e riformista, lontana dal trasformismo, dalla trasversalità e dal superamento illogico della differenza tra destra e sinistra che in questi anni ha mortificato la politica e le idee. La sinistra non è un mero sillogismo, ma un ideale di uguaglianza, equità e giustizia sociale da perseguire e concretizzare. Le opposizioni lavorino congiuntamente».

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