Sisma, ‘No tax area’: «Agire con urgenza»

L’appello di Confindustria nazionale per aiutare gli imprenditori umbri colpiti dal terremoto: «Danni indiretti e ‘zone franche’, azione specifica per le imprese»

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«Individuare con urgenza strumenti e misure per fronteggiare l’impatto negativo sulle imprese e sul sistema produttivo causato dagli eventi sismici che hanno colpito negli ultimi mesi il centro Italia». Queste le parole del vice presidente – nonché presidente di Piccola industria – di Confindustria nazionale, Alberto Baban, pronunciate in un’audizione davanti alla commissione industria del Senato: l’associazione si schiera a fianco degli imprenditori umbri in riferimento ai danni indiretti e alla ‘No tax area’.

Antonio Tajani a Norcia

Azione efficace e dedicata Baban, nel suo intervento, ha specificato come «le ricadute degli eventi sismici sulle imprese abbiano via via assunto una dimensione notevolmente più rilevante di quella emersa dalle prime scosse, diventando particolarmente gravi con il terremoto di fine ottobre 2016, anche in termini di effetti indiretti; in questo quadro diventa indispensabile, ad integrazione dei provvedimenti legislativi e amministrativi già adottati, definire un’azione efficace specificamente dedicata al sistema produttivo e alle imprese che operano nel centro Italia con strumenti e risorse capaci di sostenere le imprese in questa difficile fase di emergenza non del tutto terminata e di ricostruzione e ripresa non ancora avviata». Il vice presidente di Confindustria si è soffermato in particolar modo sulla questione relativa – riduzione del volume di affari – ai danni indiretti, che sta bloccando e non poco l’attività turistica.

I danni

Le misure Come agire dunque? Baban evidenzia una doppia necessità in riferimento a misure di carattere congiunturale e temporaneamente strutturali, oltre alla creazione di un piano efficace di comunicazione e promozione turistica: «Nel primo caso – spiega – le misure dovrebbero consistere nell’applicazione di compensazioni da introdurre in via generale per il risarcimento del cosiddetto danno indiretto, subìto dalle imprese non danneggiate fisicamente dal sisma, che vada anche al di là dell’area direttamente colpita. E tale misura dovrebbe valere non solo per il settore turistico, ma in generale per tutte le attività colpite indirettamente dal sisma, la cui sopravvivenza, in un contesto economicamente più debole, sarebbe seriamente compromessa da un sensibile e imprevisto calo del giro di affari da fronteggiare nell’immediato, indipendentemente dall’andamento economico generale o settoriale di riferimento».

Ernesto Cesaretti

Desertificazione turistica In tal senso Baban ha citato l’Umbria come caso emblematico, citando mete turistiche affermate quali come Assisi, Perugia, Gubbio Città di Castello, Todi, Orvieto: «Seppur non interessate dagli eventi sismici, abbiamo visto crollare le presenza turistiche». Un problema su cui, in più occasioni, si è soffermato anche il presidente della sezione turismo di Confindustria Umbria Andrea Sfascia, ritenendo indispensabili e urgenti provvedimenti a sostegno di un comparto fondamentale per l’economia umbra: «Interessante per la nostra economia regionale – le sue parole – la proposta avanzata da Confindustria riguardante la attivazione di ‘zone franche urbane’, come già avvenuto a seguito del terremoto dell’Aquila e dell’Emilia. Una misura, questa, di carattere temporaneo finalizzata a limitare fenomeni di delocalizzazione, anche nelle residenze civili delle aree urbane, attraverso meccanismi di riduzione della fiscalità statale e locale».

Comunicazione erronea Il numero uno di Confindustria Umbria, Ernesto Cesaretti, ha spiegato in merito che «si tratta di un fenomeno che la nostra associazione ha messo in evidenza da subito e che va ben al di là dell’area colpita dal sisma e che coinvolge l’Umbria, come le Marche, quasi nella loro interezza, a causa di una comunicazione erronea e distorta, ma anche per mancanza – conclude – di opportune iniziative di informazione e di promozione».

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