Staminali, Vescovi: «Terni protagonista»

Il responsabile della sperimentazione clinica conferma il ruolo del centro ternano

Condividi questo articolo su

Un risultato «ottimo, ma è ancora presto per cantare vittoria». Angelo Vescovi, responsabile della sperimentazione clinica che utilizza il trapianto di cellule staminali cerebrali umane per il trattamento della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), ha parlato con l’agenzia Ansa del suo lavoro.

La presentazione I risultati della prima fase del trial clinico saranno presentati martedì 29 settembre nell’aula Pio XI di palazzo San Calisto a Roma e il ricercatore non nasconde la gioia e la soddisfazione, ma si appella alla prudenza.

Le fasi «L’obiettivo della ‘fase uno  – ha detto all’Ansa – era verificare che le staminali utilizzate non producessero danni sui pazienti. Possiamo dire che su tutti i 18 i pazienti che hanno ricevuto il trapianto, i risultati di sicurezza sono stati ottimi ed i tempi di ricovero eccellenti. Vescovi, poi, conferma per il 2016 l’avvio della ‘fase due’, per dimostrare l’efficacia del trattamento per arrestare la malattia: Riguarderà 70-80 pazienti, sempre italiani, e sarà condotta in vari centri di eccellenza su tutto territorio nazionale, da San Giovanni Rotondo a Terni, Milano e forse Parma. Le cellule staminali – sottolinea – sono già pronte».

Le speranze In tre pazienti, dice ancora Vescovi all’Ansa, «si è pure evidenziato un beneficio neurologico rispetto alla malattia, e in un paziente, in particolare, i benefici sono stati osservati per un periodo di otto mesi. Questi risultati sono stati pubblicati sul Journal of transational Medicine. Tuttavia – avverte – non si può ancora dire che si è trovata una cura ed è necessario continuare la sperimentazione su un campione più ampio».

L’etica Il ‘metodo italiano’, spiega Angelo Vescovi, «mira a superare i problemi di natura etica: Ad essere utilizzate – precisa – sono infatti staminali fetali da aborti spontanei, con un prelievo che segue le regole previste per i trapianti d’organo a partire dal consenso informato. Così, con pochissimi campioni di cellule fetali neuronali prelevate da aborti spontanei è possibile produrre una quantità illimitata di cellule staminali. In questo modo la questione etica non si pone».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli