Statella e la Ternana: «Mi piace rischiare»

Il nuovo numero 7 rossoverde verso il debutto ad Empoli: «La calma di Pochesci mi ha colpito. Serve sacrificio da parte di tutti». Rigione e Valjent ancora ko

Condividi questo articolo su

Dalla calma di Sandro Pochesci alla necessità di sacrificio, passando per l’impegnativa trattativa per lasciare Cosenza e l’amarcord Antonio Conte. Terza presentazione della sessione invernale del mercato in casa Ternana: mercoledì pomeriggio è toccato a Giuseppe Statella presentarsi alla stampa e  parlare delle prime sensazioni da rossoverde. L’esterno offensivo – queste almeno le indicazioni del campo – lanciato subito verso una maglia da titolare. Ancora a riposo Martin Valjent e Michele Rigione.

Giuseppe Statella

ECCO GIUSEPPE STATELLA: «POCHESCI? COLPITO DALLA SUA CALMA», VIDEO

Il rischio e la sfida Il 29enne calabrese riparte dalla serie B e lo fa in una squadra in zona retrocessione. Il salto di categoria c’è stato via mercato, ora però c’è da mantenerla: «Ero molto emotivo – ha sottolineato il neo numero 7 rossoverde – negli anni trascorsi e a Cosenza sono maturato, oltre ad essere migliorato. La scelta Ternana? A me piace rischiare, l’ho fatto a Cosenza e mi fa piacere aver contribuito al loro cammino. Amo le grandi sfide e questa lo è».

LA PRIMA SEDUTA DEL 29ENNE CALABRESE

Giuseppe Statella in campo al ‘Taddei’

Il convincimento di Guarascio e la posizione Superato lo scoglio del presidente rossoblù non è stato così semplice per l’entourage del giocatore. Alla fine, a fatica, la svolta è arrivata: «La trattativa – il commento – a un certo punto sembrava esser bloccata, senza speranze. Invece, anche grazie al presidente Eugenio Guarascio, ho avuto questa chance: la volevo fortemente dopo gli anni a Cosenza e penso di essermi ritagliato uno spazio di rilievo in Lega Pro. Per fortuna si è concretizzata. Sono un esterno – il breve accenno sul posizionamento – Cosenza nell’ultimo periodo giocavo più da mezz’ala a centrocampo, ho preferito fare altre scelte. Nella miglior stagione a livello realizzativo, lo scorso anno a Cosenza, ho giocato a sinistra quindi per me è indifferente la posizione. Certo, essendo destro mi riesce meglio crossare da quel lato».

A Empoli probabile debutto Due allenamenti e altrettante volte schierato nell’undici di partenza da esterno nel 3-4-1-2. Nella mente del trainer romano c’è l’idea di lanciarlo senza aspettare troppo, quantomeno a giudicare dalle sedute: «Sì, mi sento già pronto per una maglia da titolare in serie B e dare una mano ai compagni. Poi il mister farà le sue scelte, chiaro, in carriera mi sono sempre messo a disposizione. Il sacrificio per una squadra che ha questa classifica deve essere fondamentale, da parte di tutti, a prescindere da chi gioca».

Da Antonio Conte a Sandro Pochesci Statella ha avuto il privilegio di poter essere allenato dall’attuale tecnico del Chelsea: «Era un predestinato. Ero molto giovane, ma da suoi metodi si capiva che aveva qualcosa in più rispetto agli altri: ci metteva quella cura del particolare che l’ha portato ai livelli attuali. Di mister Pochesci – il passaggio alla realtà odierna – in questi due giorni mi ha colpito la calma con la quale affronta gli allenamenti: osserva tanto e guarda molto se viene applicato ciò che dice». Poi magari vedrà il resto, visto che il 54enne romano – talvolta – tende anche ad innervorsirsi.

La seduta Prosegue nel contempo la preparazione alla sfida di sabato pomeriggio a Empoli. Difficoltà difensive per Pochesci, costretto a fare a meno anche mercoledì di Valjent (affaticamento muscolare) e Rigione (contusione al polpaccio martedì mattina); defezione anche per Bleve (lavoro in palestra) e Albadoro (in ripresa dopo la sindrome influenzale dei giorni scorsi). In gruppo Defendi.

Stefano Ranucci e Sandro Pochesci

Pochesci, i colleghi e la testa alta L’allenatore dei rossoverdi, post ‘silenziamento’ attuato da via della Bardesca per evitare nuovi guai a livello di comunicazione, si è rifatto sentire attraverso il programma ‘Sport Academy’ di Radio Cusano Campus di Gianluca Fabi, da martedì ascoltabile in provincia di Terni sulla frequenza 98.100: «La più grande sorpresa – la risposta alla domanda sui suoi rapporti con i colleghi – è stata Filippo Inzaghi, che prima della gara col Venezia mi ha detto delle cose che resteranno per sempre dentro di me e mi ha fatto enormemente piacere perché per me da tifoso del Milan è stato un idolo. Poi mi ha sorpreso anche l’eleganza dell’allenatore del Palermo Todino che prima della gara mi ha fatto un saluto semplicissimo, fatto con il cuore». Un accenno anche sulla ripresa del cammino in campionato: «Non dobbiamo – ha concluso – capire che siamo bravi a fine partita, quando diciamo che abbiamo buttato via 2 punti e meritavamo di vincere, ne dobbiamo essere consapevoli prima della partita. Spero che questa prima parte di stagione ci abbia fatto capire che possiamo fare questo campionato a testa alta».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli