Stop Carducci-Purgotti: «Siamo preoccupati»

Perugia, parla la dirigente della scuola che ha visto fermarsi di nuovo i lavori. Giovedì incontro fra commissario liquidatore e istituzioni

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di G.N.

La storia della ‘Carducci-Purgotti’ di via Fonti Coperte, a Perugia, sembra non trovare pace: dopo la posa della prima pietra avvenuta lo scorso novembre, con tanto di festa di quartiere, presenze istituzionali, studenti, insegnanti, famiglie, e il successivo inizio dei lavori, ora il cantiere è di nuovo fermo. Da qualche settimana, le ruspe non sono più al lavoro. Sembra, infatti, che una delle aziende che si è aggiudicata l’appalto sia in concordato preventivo, trascinando con sé la società collegata, quella che si sarebbe dovuta occupare del montaggio delle parti in acciaio.

La vicenda

Una posa, quella della prima pietra, che aveva placato gli animi dei genitori che a gran voce reclamavano la loro scuola di quartiere, dopo l’inagibilità totale causata dal sisma del 2016: in quella occasione era stata garantita la consegna dell’immobile per l’apertura del nuovo anno scolastico 2019-2020. La scuola, infatti, era stata demolita nel 2017, valutando che ricostruirla sarebbe costato meno. Poi la vicenda si era complicata perché il progetto non rispondeva alle caratteristiche urbanistiche dell’area. Superato anche questo ostacolo, tutto sembrava scorrere per il meglio. Ma da qualche settimana una nuova, pesante, battuta d’arresto e giovedì il commissario liquidatore si è incontrato con i diversi livelli istituzionali locali, dal sindaco Romizi, all’assessore regionale Bartolini, ai funzionari comunali e locali.

«Preoccupata ma determinata»

Intanto, la dirigente scolastica della ‘Carducci’ Iva Rossi sta riflettendo: «Ho bisogno di questo fine settimana per valutare al meglio come muovermi. Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale a seguito dell’incontro con il commissario liquidatore, nessuno degli organi competenti mi ha informata. Ho appreso le notizie dai giornali». Nel frattempo, la dirigente ha ricevuto diversi genitori, già sul piede di guerra: «Ai genitori ho detto che farò il mio, ma ho bisogno di tempo e che loro sono liberi di agire come meglio credono. Sono molto preoccupata, ma anche, e forse ancor di più, determinata, come sempre».

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