Su Perugia 1416 è bagarre in consiglio

Si parla di rievocazioni storiche (in generale) ma si pensa a Perugia 1416, con un occhio alle elezioni comunali. Ma la giunta regionale già finanzia la manifestazione

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di P.C.

Non solo il consiglio comunale. La controversa rievocazione storica Perugia 1416 crea scompiglio anche nelle aule regionali, dove incombeva nella mattinata di lunedì mentre si discuteva della proposta (poi respinta) di ridurre da 5 a 3 anni il limite di vita delle manifestazioni storiche per poterle ammettere ai finanziamenti nazionali.

Un occhio alle elezioni

Perugia1416

Sullo sfondo, oltre ai pesantissimi costumi d’epoca della rievocazione, c’è la ben più ‘pesante’ (simbolicamente parlando) fascia di primo cittadino, drappo che verrà rimesso in palio a Perugia la prossima primavera. Non è un gioco medievale: sono elezioni amministrative. Inevitabile quindi che anche in terreno regionale, che teoricamente dovrebbe essere neutro rispetto alle beghe comunali, lo scontro sia marcatamente politico. In gioco, le contrapposte visioni che i componenti degli schieramenti hanno di questa manifestazione, mai del tutto accettata da una parte della città e da una parte politica; anzi respinta, con la stessa forza con cui, viceversa, dall’altro lato, si cercava di imporla come festa simbolica della città.

Il post di Leonelli

Ecco perché la discussione a Palazzo Cesaroni era così sentita. Il consigliere regionale Giacomo Leonelli (Pd) ha spiegato in un proprio post le ragioni dell’astensione: in precedenza era stata respinta la richiesta di un rendiconto dei numeri della manifestazione in questi primi anni, dando per scontato che, essendo la richiesta arrivata dal Comune di Perugia, si capiva che era orientata in particolare a Perugia 1416. «Non è per fare une guerra ideologica, tanti concittadini trovano gratificazione nel venire in centro indossando costumi d’epoca, li rispetto, ma si tratta di soldi pubblici, al di là che siano regionali o meno. Ma è indispensabile sapere quanto è cresciuta la manifestazione in questi tre anni, se via stato un aumento delle presenze turistiche. Non che debba fare i numeri dei Ceri di Gubbio, ma vediamone l’evoluzione prima di modificare la legge. Non si devono solo divertire quelli che partecipano».

Il contributo della Regione

A leggere il bilancio 2017 dell’associazione, il contributo regionale è di 20 mila euro annui, oltre a vari altri (fra i quali spiccano i centomila euro del Comune). Insomma, da un lato i consiglieri Dem in Comune osteggiano la manifestazione; dall’altro la giunta Dem in Regione comunque elargisce contributi, che sono non elevatissimi ma sostanziosi. Se si pensa alle elezioni sarà difficile spiegare la propria posizione alla base. Però formalmente e istituzionalmente è tutto corretto. E infatti, l’assessore Cecchini spiega: «Non sono mai stata contraria a questa manifestazione. La giunta regionale sostiene Perugia 1416, che dovrà dimostrare di essere degna di entrare nell’elenco regionale delle manifestazioni storiche. E lo decideranno i cittadini stessi con la loro presenza e il loro interesse. Finora mi sembra più voluminoso il clamore sui media che il riscontro di pubblico. La legge 16 prevede almeno 5 anni per accedere all’elenco regionale, un ottimo elemento di scrematura, ci vuole serietà e non si può buttare giù tutto e affidare a una commissione la decisione». Non solo: nel corso del dibattito emerge che la Finanziaria 2017 stabilisce un termine ben più ampio (10 anni di iscrizione all’elenco delle manifestazioni storiche) per l’accesso alle risorse del fondo apposito. L’orientamento nazionale è quello di tenere maglie strette, non larghe.

Tanti astenuti

Per la cronaca, l’assemblea legislativa ha respinto la proposta di modifica della legge 16/2009, respingendo di fatto la riduzione del periodo (da 5 a 3 anni) occorrente per l’iscrizione nell’elenco regionale delle manifestazioni storiche. A fronte dei 7 voti favorevoli alla modifica (Squarta-FdI, Ricci-mistoRP, Morroni-FI, Fiorini-Lega, De Vincenzi-mistoUmbrianext, Solinas-mistoMDP e Rometti-SeR), si sono registrate le 12 astensioni di tutto il Pd e dei due consiglieri del Movimento 5 stelle.

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