Tassa soggiorno Narni: «Subito confronto»

Federalberghi chiede un tête-à-tête all’amministrazione comunale: «L’introduzione causa gravi problemi. L’assessore Lucarelli elude i temi centrali»

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«Chiediamo all’amministrazione comunale di istituire urgentemente un tavolo di confronto per affrontare i gravi problemi che l’introduzione dell’imposta il 24 aprile porrebbe alle imprese ricettive e al turismo narnese». Tassa di soggiorno a Narni, Federalberghi della provincia di Terni Confcommercio ci riprova e chiede al Comune un confronto per trovare un’alternativa: la richiesta fa seguito al botta e risposta della scorsa settimana con l’assessore al turismo Lorenzo Lucarelli.

L’ASSESSORE LUCARELLI: «NESSUN DANNO»

Lorenzo Lucarelli

«Lucarelli elude» Federalberghi in primis ribadisce il proprio pensiero: «Sbagliata la scelta di introdurre l’imposta di soggiorno a Narni, senza peraltro guardare cosa avveniva nei Comuni limitrofi come Terni; sbagliati i tempi e le modalità; sconcertante il comportamento degli amministratori locali che prima hanno fatto capire di essere aperti al confronto con le imprese e poi hanno ignorato le loro pur solidissime argomentazioni. La risposta dell’assessore Lucarelli al nostro ‘no’ all’imposta di soggiorno elude i temi centrali della questione, spostando l’attenzione su argomenti che non avevamo affatto messo in discussione. A noi però non interessano le polemiche, ma i fatti concreti. Pertanto, ribadendo il fermo ‘no’ ad un’imposta iniqua, contro la quale gli operatori turistici del territorio annunciano di voler prendere ogni possibile iniziativa di contrasto ed opposizione, chiediamo all’amministrazione comunale di istituire urgentemente un tavolo di confronto, per affrontare i gravi problemi che l’introduzione dell’imposta di soggiorno il 24 aprile porrebbe alle imprese ricettive e al turismo narnese».

FEDERALBERGHI: «IL COMUNE NON ASCOLTA»

Piazza Garibaldi a Narni

I clienti Federalberghi mette in evidenza che «restando l’inopportunità di un ulteriore balzello in un territorio che nel 2017 ha registrato un pesante calo di arrivi e presenze turistiche, rispettivamente -2,50% e -5,22% rispetto all’anno precedente, l’imposta di soggiorno arriverebbe a Narni in un momento dell’anno in cui le imprese ricettive hanno già effettuato programmazioni, promozioni, prenotazioni, contratti. Come spiegare ai clienti i costi aggiuntivi? Sarebbero assorbiti dalle imprese? Ma queste dovrebbero anche affrontare spese e disagi legati alle necessarie rapide modifiche dei loro software gestionali. La mancanza di un raccordo sul tema dell’imposta di soggiorno con Terni ed altri Comuni limitrofi, genererebbe come primo effetto la migrazione dei clienti. Come impedire questo processo?».

Il timore L’organizzazione sottolinea che «nella sua delibera, il consiglio comunale di Narni dichiara la necessità dell’imposta di soggiorno per far fronte alla riduzione dei trasferimenti statali e al blocco della leva fiscale. È nostra intenzione scongiurare il rischio che le risorse derivanti dall’imposta di soggiorno siano destinate a fini non esclusivamente turistici. Lo abbiamo visto accadere altrove e dunque il timore è più che fondato. Per questo è opportuno un confronto puntuale, che deve partire al più presto. L’assessore al turismo del Comune di Narni sostiene che l’amministrazione comunale ha già fatto tanto, citando importanti restauri del patrimonio artistico e storico. Noi diciamo: questo è sicuramente un fatto positivo, ma non ancora sufficiente. Oggi abbiamo bei contenitori, che però sono vuoti; dobbiamo renderli fruibili e soprattutto di interesse turistico. L’assessore al turismo del Comune di Narni cita anche una serie di eventi, che porteranno però, se va bene, un turismo giornaliero, che non genererà benefici per il settore ricettivo».

I posti letto Infine Federalberghi puntualizza che «l’assessore al turismo del Comune di Narni sostiene che a Narni mancano i posti letto. Senza nemmeno considerare i dati negativi degli ultimi anni sull’andamento del settore, basta analizzare il dato relativo all’occupazione media delle strutture ricettive, fermo al 45%. Un dato incompatibile con una gestione imprenditoriale di una attività ricettiva, che qui sopravvive solo grazie al sacrificio della rete familiare. Il punto, oggi, non è quello di creare nuovi posti letto, ma concordare interventi in grado di sviluppare le potenzialità turistiche del territorio, per dare respiro alle imprese e a tutta l’economia del territorio». La bagarre prosegue.

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