Umbria, 4 milioni da tassa soggiorno

Federalberghi dà i numeri relativi al 2018 e lancia la proposta: «Creare le condizioni per un reinvestimento per sviluppo turismo»

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Un bottino che ha superato i quattro milioni di euro nel 2018 in Umbria. È quello legato alla tassa di soggiorno nei Comuni dove viene applicato: il bilancio è di Federalberghi Confcommercio che, in tal senso, chiede un impegno per il reinvestimento di una quota per il turismo. Spicca Assisi con un incasso di più di un milione di euro; seguono Perugia con più di 900 mila euro e i Comuni del Trasimeno con circa 800 mila euro.

La tassa e il turismo

Federalberghi ha sempre contestato l’introduzione della tassa di soggiorno: «A distanza di anni dalla reintroduzione del tributo – le parole di Simone Fittuccia, presidente di Federalbeghi della provincia di Perugia – si è purtroppo verificata la situazione che noi temevamo: la tassa viene introdotta senza concertare la destinazione del gettito e soprattutto senza rendere conto del suo effettivo utilizzo. In realtà, la tassa sul turismo è andata quasi sempre a tappare i buchi dei bilanci comunali. Chiediamo alle amministrazioni comunali, e soprattutto ai candidati sindaco dei Comuni che l’hanno introdotta, di creare le condizioni perché questa scelta, comunque non condivisa, concorra a finanziare lo sviluppo del turismo e dell’economia complessiva dei territori. Ai candidati sindaco chiediamo un impegno formale perché una parte degli introiti sia destinata realmente a finalità turistiche e che queste finalità siano concordate con gli imprenditori del settore, che incassano queste risorse e poi le riversano nelle casse dei Comuni».

La proposta

Fittuccia sottolinea che «in questi giorni stiamo sottoponendo ai candidati sindaco alle prossime amministrative una proposta di accordo che va proprio in questa direzione. La proposta di accordo, già sottoscritta da alcuni candidati, prevede di destinare una quota progressiva derivante dall’imposta di soggiorno, a partire dal 2019, alla promozione dell’accoglienza, la comunicazione turistica e la promo commercializzazione. Prevede anche una più incisiva attività di controllo sugli alloggi privati locati ad uso turistico, anche questi da sottoporre all’imposta di soggiorno, e la istituzione di un Osservatorio permanente, con l’obiettivo di dare attuazione all’accordo e di monitorare la consistenza e l’impiego delle risorse derivanti dall’imposta. A differenza di Assisi, che già destina una quota degli incassi alla promozione del turismo secondo una logica di condivisione degli obiettivi con gli imprenditori del settore, tutti gli altri Comuni umbri che hanno introdotto l’imposta di soggiorno devono a questo punto mettersi in discussione e adottare comportamenti virtuosi, non solo a vantaggio delle imprese che hanno subito questa scelta, ma di tutta l’economia umbra, che cresce se cresce il turismo regionale».

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