Ternana, ‘Sissoko-day’ tra crisi e appelli

Presentato il franco-maliano: «Sfida difficile, ma la squadra può farcela». ‘Battaglia’ curve contro Longarini, l’sos di Pagni: «La Ternana è dei ternani, sostenetela»

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di S.F.

Mohamed ‘Momo’ Sissoko

Mohamed ‘Momo’ Sissoko, l’ennesima battuta d’arresto in campionato a Bari, il Latina di Vincenzo Vivarini e il ricorso in secondo grado di via Aleardi in merito – il francese è stato schierato anche contro la Virtus Entella – al tesseramento di Eddy Ghahoré da parte del Perugia. Temi tra mercato, crisi irrefrenabile rossoverde e beghe extracampo spazzati via in un attimo dalla ‘battaglia’ scatenatasi tra le curve e Simone Longarini: di mezzo, come da prassi dell’amministratore unico, ci finisce anche il mondo politico nel consueto ‘modus operandi’ di mascheramento delle accuse. «Mi è stato fatto ciò, ma non dico chi, mi hanno voltato le spalle e ne riparleremo», non proprio una novità – all’epoca, tuttavia, aveva l’appoggio della nord, ora nemmeno quello – nella gestione comunicativa del 32enne romano. La preparazione al match con i pontini inizia nel caos dentro e fuori dal campo e l’ultimo arrivato in casa rossoverde si presenta: «Sì, possiamo farcela e a livello fisico sono pronto per scendere in campo. Prime impressioni positive, in questo periodo di stop mi sono allenato con il mio preparatore fisico». Maglia numero 35.

LE PRIME PAROLE DI SISSOKO ROSSOVERDE – VIDEO

Alexander Garini con Danilo Pagni

La Ternana ha ‘riaperto le porte’ a due settimane dall’ultima seduta con libero – ripresa post La Spezia, poi rossoverdi ‘blindati’ – accesso. Il motivo d’interesse, al di là della tumultuosa situazione esterna in via di sviluppo, è legato al 32enne centrocampista franco-maliano (accompagnato dal procuratore Alexander Garini): per lui secondo allenamento in gruppo dopo quello di venerdì e buona probabilità – burocrazia permettendo – di esordire da ‘Fera’ davanti ad un pubblico davvero esiguo. Con il ‘tutti fuori’ della nord e della est, è difficile ipotizzare presenze superiori alle 2 mila unità: discesa senza fine considerando il calo già registrato nel girone d’andata rispetto alla stagione scorsa.

DANILO PAGNI: «TIFOSI, LA TERNANA È VOSTRA. ENTRATE E SOSTENETELA»

Lavoro sul terreno del ‘Liberati’ per Zanon, La Gumina e Della Giovanna

Il franco-maliano ha svolto l’intero segmento atletico in gruppo, per poi – molti rossoverdi sono rientrati negli spogliatoi – partecipare al match conclusivo in un atipico 6 vs 6: in squadra con lui Di Gennaro, Avenatti, il capitano della ‘Primavera’ Roscioli, Palumbo e Pettinari, mentre in precedenza ad accoglierlo – lungo colloquio – erano stati Acquafresca e Ledesma. Lavoro a parte per Zanon, Della Giovanna e La Gumina (sul campo del ‘Liberati’), Defendi e Piacenti, out Rossi (solo per pochi istanti al ‘Taddei), Germoni (trauma distorsivo al ginocchio), Dugandžić, Di Livio e Diakité. «Li ho trovati così così – ha spiegato Sissoko in riferimento ai compagni – ed è normale che sia così in questo momento, ma con la fiducia si può fare molto. Possiamo farcela, da queste situazioni si esce tutti insieme e noi più esperti dobbiamo fare il nostro: convinto della squadra e della società». Breve passaggio sulla duplice esperienza asiatica: «Mi ha arricchito molto a livello personale, il loro calcio non è scarso. Serie B? Mai fatta in carriera, ma so che è difficile. Ho fatto la scelta migliore pur sapendo che è una sfida difficile».

Mohamed ‘Momo’ Sissoko e Felipe Avenatti

Lo spogliatoio sano e i problemi in ritiro Si rischiano presenze ridottissime sabato. Pagni allora, prima di lanciare un nuovo messaggio per i supporter, ricorda gli sforzi in atto e lo spogliatoio ‘guarito’: «Stiamo facendo di tutto per arginare i problemi e Sissoko ne è una testimonianza. Ora è inutile parlare dei se e dei ma, sabato c’è il Latina ed è una partita salvezza quasi fondamentale: abbiamo – ha sottolineato il dirigente calabrese – un gruppo in difficoltà, che si può aiutare da solo grazie ad atteggiamenti ed approcci completamenti diversi, ma non solo. Vivo nello spogliatoio da un mese e mezzo, al momento non ci sono più problemi: magari ci fosse stata qualche scossa o scintilla, talvolta servono. Non attacchiamoci a queste cose. In ritiro a Castel Rigone qualcosa c’era, d’altronde una fascia di capitano che gira per lo spogliatoio non è normale; poi è arrivato Ledesma e la Ternana è stata squadra nella circostanza».

Danilo Pagni nel ritiro di Castel Rigone insieme a Giuseppe Mangiarano

L’sos Un ‘Liberati’ vuoto, con poco più di mille persone sugli spalti. Via Aleardi vuole evitare lo smacco di perdere la tifoseria e Danilo Pagni lancia l’appello: «Venite allo stadio. La Ternana è dei ternani e abbiamo bisogno del pubblico: il Latina, l’arbitro, tutti devono capire che non abbiamo mollato. I dirigenti e i calciatori passano, la categoria è difficile riprenderla e lo sapete anche voi: al di là di ciò che è stato, capisco tutto, ma il sabato la squadra va sostenuta. La scossa te la possono dare solo i risultati positivi».

Il problema di spirito Una Ternana ‘molle’. Non lo dice in maniera esplicita Pagni, tuttavia il direttore sportivo fa capire che manca qualcosa a livello di convinzione e personalità: «Cambiano gli allenatori e i direttori sportivi, ma resta il problema e non va bene, stiamo cercando di lavorarci. Brienza è un grande giocatore, ma non gli si può concedere quel gol a Bari; oltretutto la partenza del secondo tempo non è ammissibile. Occorre una personalità che ‘abbracci’ anche il cuore». Battuta conclusiva sull’arbitro: «Utilizzo due termini, frettoloso e casalingo».

Simone Longarini, Leopoldo Di Girolamo ed Emilio Giacchetti

La retromarcia sulle istituzioni Simone Longarini ancora all’attacco delle istituzioni locali dunque, l’unico punto in simbiosi con il pensiero della curva nord. Una nuova retromarcia a giochi fatti, visto che solo a settembre – con tanto di richiamo d’applauso per il Leopoldo Di Girolamo, «il tifoso numero uno» – il 32enne romano aveva ringraziato il sindaco per «aver compreso le difficoltà di gestione che affrontiamo per mandare avanti tutto ciò; fondamentale in questo contesto avere la vicinanza delle istituzioni: occorrono energie per andare avanti e migliorare sia a livello societario che sportivo». Quindi l’appoggio di venerdì ai supporter  rossoverdi che, in linea di massima, stride e non poco con le dichiarazioni precedenti.

Convenzione, ingiunzioni e mancate firme La Ternana – a ‘ufficializzare’ la cifra in commissione fu l’assessore allo sport Emilio Giacchetti, due atti di ingiunzione – ha dei debiti non da ridere con il Comune a causa di vecchie convenzioni. E a proposito di ‘Liberati’, ‘Taddei’ e accordi, sul piatto degli ultimi mesi c’è anche il mancato nero su bianco di via Aleardi per lo schema triennale perfezionato e rivisto con emendamenti di ‘copertura’ per l’amministrazione: tante belle parole in pubblico, poi ai fatti siamo alle solite.

«Longarini 50/50» Posizioni decise di nord ed Est, più ‘morbida’ invece quella di uno dei club – Rocca Rossoverde – affiliati a via Aleardi: «In merito agli accadimenti – la nota – non di carattere sportivo avvenuti negli ultimi giorni, il direttivo ritiene necessaria una presa di posizione per rispetto dei propri associati. Come manifestato ampiamente in passato il nostro giudizio sull’operato della Ternana Calcio viene scisso in due parti. Dal punto di vista amministrativo la società di via Aleardi svolge un lavoro ottimo, con stipendi precisi nei tempi e nei modi e mai il pericolo di incorrere in qualche punto di penalizzazione, cosa che in altre piazze non accade di certo. Dall’altra parte però a livello di comunicazione e di rapporto con qualsiasi entità del nostro territorio la Ternana Calcio continua ad avere, e forse a voler avere, gravissime lacune. È stata chiesta più volte una maggiore e concreta partecipazione dell’amministratore unico Simone Longarini nell’attività quotidiana della squadra, ma ciò salvo rari casi non si è concretizzato. Siamo giunti ad un punto di scontro totale e appare davvero complicato trovare una sinergia di forze tra le parti per lottare al fine del conseguimento di una salvezza che ad oggi appare lontana. In merito all’iniziativa proposta dalla nord e dalla est, il club aderirà non esponendo alcun vessillo riferibile al proprio gruppo nella gara contro il Latina. Essendo noi un’associazione ed avendo i nostri tesserati sparsi in tutti i settori non vincoleremo nessuno nel fare o non fare lo sciopero, proprio perché gli ideali su cui si fonda il club si basano sulla libertà di scelta. Auspichiamo infine che vista la situazione di conflitto venutasi a creare sarebbe doveroso indire un’assemblea pubblica dove l’au Simone Longarini e le rappresentanze dei vari gruppi di tifosi possano confrontarsi a parole e non tramite comunicati. Tutto ciò con un unico fine che ci accomuna, cioè perseguire il bene della Ternana e di chiunque ci tiene alla squadra della città dell’acciaio. Forza Fere, sempre». Intanto c’è chi pensa tra i supporter a portare avanti una class-action contro la società: biglietto a 1 euro e danno per gli abbonati. Qualcuno infatti ha già fatto infatti conti nel caso via Aleardi decidesse di seguire questa strategia fino al termine della stagione.

La coreografia della ‘Est-Viciani’

Il ‘bastian contrario’: «Pseudo tifo» C’è chi la pensa diversamente rispetto agli altri gruppi. Il caso è quello delle ‘Menti Perdute’, posizionato alla est-Viciani: « In merito alle posizioni prese rispetto alla partita Ternana-Latina del prossimo 25 febbraio dalle due curve del ‘pseudo’ tifo ternano ci teniamo a dire che in questo momento così delicato la squadra ha estremamente bisogno del supporto e sostegno da parte di tutti i tifosi.  Troppo semplice è salire sul carro dei vincitori nei momenti di gloria.  Vero è la mancanza di programmazione, che non c’è stata fino ad oggi, da parte della società, ma, come ben sanno le persone presenti all’incontro con  l’au della Ternana Calcio le motivazioni sono state varie, se poi si fa finta di non ricordare o non capire o capire solo ciò che conviene questo è altro discorso. Torniamo a ribadire che per Terni la Ternana, in questo momento, è l’unica visibilità, per una città morta, con un’amministrazione vergognosa, che pensa a tutto tranne che alle vere esigenze della città e dei suoi cittadini. La tifoseria si dovrebbe stringere intorno alla ‘maglia’ e non parlo di coloro che la indossano perché sono tutti mercenari e neanche di società, ma di estremo rispetto nei confronti di quei colori che sono i nostri colori. Rispetto per chi ha sempre lottato per onorarli e per chi veramente li ama. Non entrare allo stadio sarebbe solo l’ ennesima beffa nei confronti di noi stessi.  Credo sia opportuno che ognuno svolga pienamente e dignitosamente il proprio ruolo, tifosi, società, giocatori.  Vorrei ricordare le due coreografie dei derby, la prima ‘Solo Fere’ e l’ultima ‘Unico amore’ che, per chi non l’avesse capito, hanno un senso di orgoglio e appartenenza, tutto il contrario di ciò che sta accadendo in questo momento. Il tifo va fatto per incitare la squadra, i nostri colori, spendere energie solo tifando contro Longarini è l’ennesimo secchio d’acqua gettato su una fiamma che si sta spegnendo». Una divisione che si è ben avvertita – pochi in realtà i coinvolti in uno scambio verbale nella parte finale della seduta – anche sugli spalti del ‘Liberati’ lunedì pomeriggio: da un lato chi si è stufato di attendere i fatti dall’amministratore unico romano, dall’altro chi – sintesi estrema – dice «ci facciamo del male da soli». Si proseguirà tutta la settimana.

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