Terni, 14 arresti con l’operazione ‘Montana’

Maxi indagine antidroga della polizia di Stato. Sei persone in carcere e otto ai domiciliari. Stroncato giro di spaccio fra Roma e Terni

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Nelle prime ore di giovedì è scattata a Terni una vasta operazione antidroga, denominata ‘Montana’ (dal Tony Montana del celebre film ‘Scarface’), a seguito dell’indagine condotta dalla polizia di Stato – in particolare dalla sezione antidroga della squadra Mobile di Terni – e coordinata dalla Procura della Repubblica nella persone del procuratore capo Alberto Liguori e del pm Marco Stramaglia.

OPERAZIONE ‘MONTANA’, IL VIDEO DEGLI ARRESTI
OPERAZIONE ‘MONTANA’, UNO DEGLI ARRESTI A TERNI – VIDEO

Quattordici gli arresti – sei in carcere (verranno interrogati lunedì dal gip Simona Tordelli) e otto ai domiciliari – che gli agenti del dirigente Davide Caldarozzi hanno eseguito fra Terni (12) e Roma (2), in collaborazione con le questure di L’Aquila, Viterbo, Perugia, Arezzo e Roma. Interessati soggetti di nazionalità italiana, rumena, albanese, peruviana e di origine magrebina. L’attività è stata svolta anche con l’ausilio di unità cinofile antidroga e di un elicottero del Reparto volo di Pratica di Mare, che per tutta la mattinata di giovedì ha sorvolato Terni.

LE FOTO DELL’OPERAZIONE

In campo oltre 150 uomini della polizia di Stato – inclusi altri reparti della questura di Terni – che hanno disarticolato un sodalizio criminale in grado di movimentare centinaia di migliaia di euro – la stima è fra i 100 e i 150 mila al mese – attraverso la gestione dello spaccio di tutta una serie di stupefacenti – dalla cocaina all’eroina, dall’hashish alle droghe sintetiche – a Roma e nel centro di Terni. Nel corso dell’operazione, caratterizzata anche a Terni da ben venticinque perquisizioni, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di droghe.

L’inizio ‘Montana’ ha preso il via dall’arresto di un albanese avvenuto nel giugno 2017: individuato di rientro da Roma a bordo della propria macchina, aveva nascosto all’interno di un vano del cruscotto un chilo di cocaina purissima. In quell’occasione era stato bloccato anche un ternano, sempre proveniente da Roma ma a bordo di un altro veicolo: fungeva da ‘staffetta’. Da lì gli uomini dell’antidroga hanno iniziato a ricostruire il ‘giro’ stroncato con gli arresti di giovedì mattina.

La rete era composta da pluripregiudicati tra i 25 e i 35 anni (ad eccezione di uno). Al vertice Alfonso Pichierri, 66enne di Taranto residente da tempo a Terni e che vanta nel suo curriculum criminale rapine, estorsioni e naturalmente spaccio di stupefacenti; il figlio Giacomo di 30 anni ed un altro giovane ternano, il 28enne Salvatore Antonelli. Gli altri arresti hanno riguardato due ternani già noti alla polizia di Stato, un napoletano, tre cittadini tunisini, due albanesi, e un peruviano, oltre a due persone residenti a Roma: un italiano ed un altro albanese.

Davide Caldarozzi

Il luogo di ritrovo e dello spaccio La vera e propria centrale ‘operativa’ era stata fissata in un bar di via XX Settembre, a Terni. Le figure di spicco della rete, sedute ai tavoli del locale, gestivano lo spaccio di stupefacenti prendendo accordi con fornitori, pusher e consumatori anche attraverso ‘pizzini’, spesso utilizzati per indicare i luoghi delle consegne, bruciati subito dopo per non lasciare alcuna traccia. In altre occasioni, per non destare sospetti, gli incontri di ‘affari’ venivano organizzati all’interno di alcune chiese cittadine.

La droga da Roma Lo stupefacente proveniente da Roma arrivava a Terni trasportato su autovetture con il vano porta oggetti modificato, spesso ricorrendo al sistema delle ‘staffette’, e veniva consegnato dagli stessi romani presso il bar in questione, dove veniva preso in consegna dal figlio del tarantino e da uno dei tre giovani spacciatori ternani per il successivo confezionamento delle dosi.

La squadra antidroga

La ‘rete’ Il ‘taglio’ della droga avveniva quasi sempre in una zona verde della periferia di Terni, fra la fitta boscaglia. Una volta preparate le dosi, queste venivano consegnate ad altri pusher e consumatori. Fra gli spacciatori più attivi, un giovane ternano in scooter che, rapido negli spostamenti, cambiava quasi quotidianamente itinerario e in un giorno riusciva a ‘servire’ una folta clientela, variegata per fasce di età e di reddito. Oltre a lui, è emersa nel corso delle indagini un’importante serie di ‘cavallini’, attivi soprattutto nelle zone maggiormente frequentate dai giovani della città.

Il procuratore Alberto Liguori l’ha definita «una delle operazioni più importanti che, a mia memoria, registra il territorio di Terni. Sono stati bloccati circa due terzi dello stupefacente che alimenta la piazza locale. Questo ‘supermercato’ offriva ai ragazzi ternani un menù variegat: marijuana, hashish, cocaina, droghe sintetiche. L’indagine rappresenta una risposta decisa all’allarme sociale che questo fenomeno suscita sul territorio. Un plauso va alla squadra antidroga della squadra Mobile di Terni e alla polizia di Stato nel suo complesso che, oltre ad assicurare servizi h24 ai cittadini, mette in campo indagini di alta qualità. Grazie anche allo Sco della Direzione centrale anticrimine e a tutte le questure che hanno offerto il proprio supporto. Ci troviamo di fronte – ha aggiunto Liguori – ad una holding criminale ‘multinazionale’, con tre persone al vertice, in grado di ‘movimentare’ nel tempo oltre 100 chilogrammi di hashish e circa 5 di cocaina pura».

Il dirigente della squadra Mobile, Davide Caldarozzi, oltre a ricordare la collaborazione offerta da tutti gli altri reparti della questura di Terni per la riuscita dell’operazione, ha sottolineato come l’indagine nel suo complesso – prima dei quattordici arresti di giovedì – avesse portato già all’arresto in flagrante di cinque persone e alla denuncia a piede libero di una decina di soggetti.

Procuratore e questore

«È solo l’inizio» Il questore Antonino Messineo ha ringraziato il procuratore capo «che con la sua attenzione e la stima ci dà uno sprone importante. La soddsfazione è anche per tutti questi ragazzi (la sezione antidroga della Mobile, ndR) che hanno affrontato, insieme a me, il problema-droga con impegno e competenza. Ciò che dà più soddisfazione sono però le e-mail arrivate sulla Pec della questura, da parte di cittadini ternani che si complimentano con noi e ci ringraziano per l’impegno che mettiamo in campo ogni giorno. A Terni i reati sono in calo diffuso ma in occasione della prossima festa della polizia avremo modo di parlarne più nel dettaglio. L’operazione ‘Montana’ non rappresenta l’epilogo di qualcosa, ma l’inizio di attività ancora più cogenti sul territorio ternano».

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