Terni, 150 anni fa nasceva Furio Miselli

Nel giorno del compleanno del poeta ternano, in piazza dell’Olmo, musica della tradizione popolare grazie ai Cantori della Valnerina

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Musica della tradizione popolare, grazie ai Cantori della Valnerina, e un buon brindisi. Sono stati questi gli ingredienti dell’appuntamento di giovedì pomeriggio in piazza dell’Olmo a Terni – su iniziativa spontanea di un gruppo di appassionati – nel giorno in cui ricadeva il 150esimo compleanno del poeta ternano Furio Miselli.

Furio Miselli

Furio Miselli nasce il 18 gennaio del 1868 nel cuore della ‘vecchia’ Terni e abita nella prima parte della sua vita nel rione San Marco a pochi passi da Piazza dell’Olmo. Alla fine degli anni ’80, Miselli, giovane impiegato del Dazio, dal suo posto di lavoro, fu costretto a veder scomparire i campi e crescere, al loro posto, la nuova città. Inizia così a comporre poesie così gradite da venir pubblicate con riguardo sui fogli locali. Si appassiona alla musica al punto di smettere i panni dell’impiegato per studiare canto lirico a Terni e a Roma, esibendosi con alterni risultati nei teatri di Padova e della sua città. La notte del 30 aprile 1896 si improvvisa animatore di una ‘cumitia’ fiancheggiato dagli amici Pietro Ronconi, Alessandro Turreni e Giuseppe Trinchi: occasione che da vita al ‘Cantamaggio’.

La ‘Terni che fu’ In seguito allo struggimento per la morte della madre prende domicilio a Ferentillo: qui amministra i beni del principe Montholon e mette su famiglia con la ferentillese Teresa Trionfetti. Nel 1905 trova impiego stabile in città come insegnante di canto corale (presso l’Istituto musicale Briccialdi). Fa il pendolare in condizioni disagevoli, finché non arriva il collegamento tramviario Terni-Ferentillo (5 settembre 1909). Nel primo dopoguerra si sviluppano importanti sodalizi e gruppi, e Terni trova ancora in Miselli il suo personaggio più carismatico: con lui prende forma il cosiddetto ‘branchittu’, una sorta di ‘cumitia’ del verso scritto, che si raccoglie intorno a uno dei principali focolai di produzione dialettale della regione. Nel 1921 fonda insieme a Fulgenzio Proietti, il periodico ‘Sborbottu’, giornale «dialettale, umoristico, letterario» che «scappa quanno ji pare». Il tema principale è quello del rimpianto per la ‘Terni che fu’: la fabbrica è l’oggetto indicibile, causa della fine dell’innocenza e insieme causa del risveglio cittadino, ferita nel tessuto urbano e linfa nuova della città. Essa praticamente non compare nella poesia di Miselli, eppure quando ne parla non può fare a meno di esaltarla come un vanto ternano. Miselli, tra l’affetto dei suoi famigliari e dei suoi amici, muore a Ferentillo l’8 giugno del 1949 dove è ancora oggi sepolto.

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